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+11
.Volgo il mio sguardo
fuori dalla finestra,
tutto sembra immobile.
E lontano da qui
la marea s'innalza,
le rive si arretrano.
Un bambino piange,
gli amanti si uniscono,
ma qui tutto è fermo;
anche i micromondi
impercettibilmente,
mentre qui tutto resta.
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+1 .
L'emozione di osservare da lontano una bellezza che però sfugge!
Brava.. -
+1 .
Anche la poesia a tema stati d'animo dell' haiku?
Mi piacciono un sacco le immagini create e si vede che chi c'è dietro è un osservatore acuto. -
+1 .
Mono no aware, la partecipazione emotiva alle cose, se non erro.
Questa poesia, invero, a me sembra molto camusiana (ed è, detto da me, un enorme complimento).
E non camusiana alla Sisifo, ma camusiana a "Lo straniero" su cui il nostro Robertino preferito ha scritto la suddetta canzone:
Il romanzo di Camus è una pietra fondante nel nichilismo ontologico: un distacco profondo dalla realtà, realtà in cui è assente qualsivoglia di significato (e problema risolto da Camus con il mito di Sisifo: fanculo il senso, lo diamo noi con una bella dose di faccia da culo esistenziale, per cui anche spingere una pietra per l'eternità può assurgere a glorificazione dell'esistenza).
Se l'idea che avevi dietro era questa e se ho ben capito che cos'è il Mono no aware, allora direi obiettivo centratissimo.
Metricamente avrei fatto tutti senari anfibrachici o avrei cercato qualche progressione/regressione accentuativa, ma considerata la brevità dei versi non si notano gravi disarmonie.
Espressivamente mi piace molto il gioco simmetrico tra i contrasti e la contrapposizione tra luoghi/io poetico, molto trasversale.
L'unica cosa che non mi piace è l'anacoluto in chiusa, ma per il resto dico ottima prova.. -
+1 .
mono no aware indica una forte partecipazione emotiva nei confronti della bellezza della natura e della vita umana, esatto, che suscita nostalgia legata al suo incessante mutamento. Mi sembrava appropriato, mi avranno ispirato gli stati d'animo dello Haiku 
Mille grazie per i complimenti (e anche aver citato Alber Camus e Robert
), ne sono davvero onorata e sorpresa!
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+1 .
Io conoscevo la sindrome di Stendhal ma riguarda solo i dipinti, certo che la bellezza della natura non è molto dissimile, alle volte è da togliere il fiato...
Complimenti.. -
+2 .
Credo che tu abbia voluto esprimere il contrasto tra una realtà esterna in movimento, che è quella della natura ma anche di coloro che sono lontano da te, dal tuo essere, rispetto all'immobilità che contraddistingue la tua esistenza, almeno nel momento in cui hai scritto la poesia. Molto bella e suggestiva la tua poesia, con un linguaggio semplice ma mai banale. Riesci a comunicare sensazioni complicate e stati d'animo non comuni con un linguaggio non troppo complicato, e questo è un elogio che ti faccio. Complimenti! . -
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Grazie di cuore 
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+1 .
Catturata fin dall'inizio dal titolo, poesia che esprime appunto quella forte partecipazione emotiva nei confronti della bellezza della natura e della vita umana. La vivi probabilmente con il disincanto tipico di chi vuole tornare bambina o essere mare.
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Quello che mi è piaciuto di più in questa poesia è il suo cuore, i suoi versi centrali: quattro situazioni, due della natura marina e due della natura umana, in qualche modo intrecciate tra loro. Non ho apprezzato appieno, invece, l'ultima strofa, in quanto trovo che i primi due versi della stessa non siano in relazione nè con i versi che li precedono nè con il verso conclusivo. . -
.CITAZIONE (Hanami @ 16/6/2023, 13:12)
Catturata fin dall'inizio dal titolo, poesia che esprime appunto quella forte partecipazione emotiva nei confronti della bellezza della natura e della vita umana. La vivi probabilmente con il disincanto tipico di chi vuole tornare bambina o essere mare.
è un grosso complimento detto da te che conosci e sai apprezzare la cultura giapponese. Grazie!Quello che mi è piaciuto di più in questa poesia è il suo cuore, i suoi versi centrali: quattro situazioni, due della natura marina e due della natura umana, in qualche modo intrecciate tra loro. Non ho apprezzato appieno, invece, l'ultima strofa, in quanto trovo che i primi due versi della stessa non siano in relazione nè con i versi che li precedono nè con il verso conclusivo.
Potevano essere scritti meglio, quello si, però dire che non sono in relazione proprio no, visto che è specialmente di ciò che è piccolo di cui non riusciamo a renderci conto e di cui anche siamo costituiti.
Grazie ad ogni modo del commento e della critica costruttiva
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+1 .
È una poesia che sorprende, trovo che si discosti un po' dalle tue precedenti.
Non c'è propriamente un'epifora, ma quasi ogni strofa termina ribadendo un concetto di immobilità, una ripetizione forse metapoetica, perché si esprime il non-movimento fermandosi su una costante, restando sulla stessa immagine. È una costruzione che non risulta pesante perché è trasmessa ogni volta con parole diverse.
Guardando al contenuto, il componimento mi ha ricordato un'espressione particolare, "La vita è altrove" (il romanzo di Kundera, malgrado possa avere un altro significato).
Resta un'interpretazione, ma io ci ho letto, come Dangel, un contrasto tra esterno e interno, come un passeggero di un treno che vede il mondo viaggiare veloce mentre lui resta fermo. C'è un osservatore che guarda un mondo al di fuori del proprio, notando come la vita lontana da lui, altrove, prosegua con un invidiato divenire, sia nella felicità e sia nel dolore, che si alternano assumendo il movimento di un'onda - molto bello infatti il paragone tra il movimento della marea e quello dello stato d'animo delle vite altrui.
Probabilmente carico con un certo significato i versi perché spesso mi ritrovo in ufficio a pensare a quanta vitalità c'è al di fuori e a quanto immobile resto io, dietro una scrivania.
Ad ogni modo complimenti, questi versi sono molto evocativi.. -
+1 .Quello che mi è piaciuto di più in questa poesia è il suo cuore, i suoi versi centrali: quattro situazioni, due della natura marina e due della natura umana, in qualche modo intrecciate tra loro. Non ho apprezzato appieno, invece, l'ultima strofa, in quanto trovo che i primi due versi della stessa non siano in relazione nè con i versi che li precedono nè con il verso conclusivo.
Potevano essere scritti meglio, quello si, però dire che non sono in relazione proprio no, visto che è specialmente di ciò che è piccolo di cui non riusciamo a renderci conto e di cui anche siamo costituiti.
Grazie ad ogni modo del commento e della critica costruttiva
Non mi sono spiegato bene. Se nel verso n° 9 indichi un concetto di stasi ("ma qui tutto è fermo") e nel verso successivo utilizzi una congiunzione coordinante rafforzativa ("anche"), significa che nel verso n° 10 mi dovrei aspettare un medesimo concetto di stasi, e invece nel verso n° 12 il concetto di stasi è ripreso tramite una congiunzione avversativa che quindi si contrappone ai due versi precedenti ("mentre qui tutto resta"). Se il concetto è "anche i micromondi/impercettibilmente (si muovono)", le possibili soluzioni erano o esplicitare un verbo che nel corso della poesia non era mai stato menzionato o adottare una struttura che evidenzi il distacco tra i due concetti (evitando quindi l'uso della congiunzione copulativa).. -
+1 .È una poesia che sorprende, trovo che si discosti un po' dalle tue precedenti.
Non c'è propriamente un'epifora, ma quasi ogni strofa termina ribadendo un concetto di immobilità, una ripetizione forse metapoetica, perché si esprime il non-movimento fermandosi su una costante, restando sulla stessa immagine. È una costruzione che non risulta pesante perché è trasmessa ogni volta con parole diverse.
Guardando al contenuto, il componimento mi ha ricordato un'espressione particolare, "La vita è altrove" (il romanzo di Kundera, malgrado possa avere un altro significato).
Resta un'interpretazione, ma io ci ho letto, come Dangel, un contrasto tra esterno e interno, come un passeggero di un treno che vede il mondo viaggiare veloce mentre lui resta fermo. C'è un osservatore che guarda un mondo al di fuori del proprio, notando come la vita lontana da lui, altrove, prosegua con un invidiato divenire, sia nella felicità e sia nel dolore, che si alternano assumendo il movimento di un'onda - molto bello infatti il paragone tra il movimento della marea e quello dello stato d'animo delle vite altrui.
Probabilmente carico con un certo significato i versi perché spesso mi ritrovo in ufficio a pensare a quanta vitalità c'è al di fuori e a quanto immobile resto io, dietro una scrivania.
Ad ogni modo complimenti, questi versi sono molto evocativi.
Ho dimenticato di risponderti perché l'ho letto durante una tra le giornate impegnative che ho avuto in questi giorni, ma eccomi qua.
Il romanzo non l'ho letto, ma l'impressione generale che hai avuto della poesia è quella che volevo esprimere, perciò sono contenta che sia arrivata.
Penso che ogni componimento che ho scritto sia diverso dall'altro (anche se questa in un certo senso si avvicina molto a radici), e per ora va bene così, magari mi troverò bene nell'anonimato a me piace sperimentare ultimamente, specie in un campo in cui devo trovare ancora bene la mia dimensione, credo sia propedeutico per migliorare e addentrarsi sempre più a fondo.
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Sakura999+1 .
User deleted
Complimenti!
Secondo il mio parere, questa poesia è molto migliore delle precedenti (non solo per i miei gusti, ma anche per l’estro e lo stile, come se ti stessi evolvendo), e in generale è ottima.
Mi piace il modo in cui descrivi e racconti le maree e il tempo: è delicato e sottile, ma insieme evocativo.
La poesia sembra riportare indietro la memoria a momenti lontani benché mai dimenticati, o forse ferma il flusso del tempo per cristallizzare un’immagine.
Ottimo lavoro!.
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