-
.
Ripenso a come un infinito
possa esser più di un altro;
a come neanche ciò che siamo
a noi è chiaro e definito:
con ogni probabilità
siamo dentro a un simulacro;
ed altrettanto certamente
quel che ho detto è falsità.
A come ciò che è più importante
tanto è breve e mero invece,
se quello che ci aspetta dopo
è l'azzurra via brillante;
e al tempo stesso è più prezioso,
vita dico, quel che abbiamo,
se il bel futuro a noi insaputo
solo è imago, finto e ubbioso.
Poiché ogni attimo è già scritto,
successore del suo avo;
ed ugualmente è cancellato,
anzi a noi d'enigma fitto.
Ahi, l'impossibile che strugge!
Come un fuoco che devasta
disseminando nuova vita,
nuova linfa che in me rugge.
Edited by Glesion - 16/6/2023, 09:21. -
.
Immagino titolo e prima quartina possano essere un riferimento leopardiano, mentre la seconda quartina mi ha ricordato l'opera del filosofo Jean Baudrillard Simulacri e simulazione, che è stata tra l'altro anche una delle ispirazioni principali per il film Matrix.
Questo, almeno, ciò a cui mi ha fatto pensare.. -
.
L'ultima strofa mi piace molto, per me c'è un fuoco di vita che vuole emergere... Confermo che la modifica di un refuso è stata autorizzata!
. -
.
Infiniti mondi, infiniti universi. Dentro di noi c'è tutto, il contrario di tutto, la voglia di emergere e la paura di non riuscire. Ma il fuoco, finché arde, va alimentato. Bravo.
. -
.
Il titolo come il primo verso, molto petrarchesco (dieci punti alla casata risi e bisi) e chiusa foscolana, con quel "rugge" di antica memoria.
Mi è piaciuta la riflessione che hai svolto, il paradosso è illustrato in maniera chiara (forse troppo), ma si sente una buona partecipazione emotiva che, a mio parere, eleva questa poesia nel girone.
Sulla forma sai già i complimenti, quindi son quelli.
L'ago nel pagliaio: questi occhi hanno fame di immagini, considerato che a livello espressivo sei un pro, dammi più grappa e meno casunzei.
E soprattutto ricorda che a Chioggia abbiamo vinto noi. -
.Il titolo come il primo verso, molto petrarchesco (dieci punti alla casata risi e bisi) e chiusa foscolana, con quel "rugge" di antica memoria.
A me che son ignorante invece ha riportato alla mente un episodio dei Saint Seiya in cui Seiya/Pegasus, nel doppiaggio italiano, se ne esce così: "Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge."
. -
.Il titolo come il primo verso, molto petrarchesco (dieci punti alla casata risi e bisi) e chiusa foscolana, con quel "rugge" di antica memoria.
A me che son ignorante invece ha riportato alla mente un episodio dei Saint Seiya in cui Seiya/Pegasus, nel doppiaggio italiano, se ne esce così: "Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge."
Cioè Pegasus ha citato Foscolo? XD. -
.
A quanto pare sì... scusa l'angolino del nerd, Glesion.SPOILER (clicca per visualizzare). -
.
Grandissimo, è semplicemente spettacolare . -
.
La poesia mi è piaciuta moltissimo, sia nello stile che nel contenuto. Il paradosso lo vedo in ogni strofa, mi piace sottolineare come ogni essere vivente sia per istinto attaccato a questa vita di sofferenza, se invece si dice che di là si passa a miglior vita!
. -
.
Qui ci sta bene questa:
E quando miro in cielo arder le stelle,
dico fra me pensando:
a che tante facelle?
Che fa l’aria infinita, e quel profondo
infinito seren? Che vuol dir questa
solitudine immensa? Ed io che sono?
(Giacomo Leopardi). -
.
Bravo Damiano, sia per la bella poesia che per aver mostrato a tutti che non bastano tre temi scelti da darth per rimanere nel pessimismo 😜 . -
.Ripenso a come un infinito
possa esser più di un altro;
a come neanche ciò che siamo
a noi è chiaro e definito:
con ogni probabilità
siamo dentro a un simulacro;
ed altrettanto certamente
quel che ho detto è falsità.
A come ciò che è più importante
tanto è breve e mero invece,
se quello che ci aspetta dopo
è l'azzurra via brillante;
e al tempo stesso è più prezioso,
vita dico, quel che abbiamo,
se il bel futuro a noi insaputo
solo è imago, finto e ubbioso.
Poiché ogni attimo è già scritto,
successore del suo avo;
ed ugualmente è cancellato,
anzi a noi d'enigma fitto.
Ahi, l'impossibile che strugge!
Come un fuoco che devasta
disseminando nuova vita,
nuova linfa che in me rugge.
Mi è sembrato che questa poesia parla di quello che per l'autore è un paradosso: la vita non ha un senso e probabilmente tutto è stato gia scritto e viviamo in una simulazione. ma allo stesso tempo quello che verra dopo è incerto; cosa bisogna fare? da un lato non ho voglia di vivere ma il non sapere cosa verrà dopo mi tiene attaccato a questa vita.. -
.
Trovo che il tema del paradosso sia stato ben utilizzato ben esprimere la nostra incertezza e incapacità di conoscere la vita, ciò che ci circonda e ciò che sarà di noi. L'alternanza di novenari e ottonari scorre abbastanza bene, aver riservato alle rime solo i versi estremi di ogni strofa ha consentito il dipanarsi di un discorso fluido con la peculiarità di alcuni termini ricercati. . -
.
I grandi dilemmi del mondo: finito o infinito? Determinismo o libero arbitrio? Una poesia molto filosofica e al tempo stesso bene strutturata, come era scontato essendo stato tu a scriverla. .