| Il Gufo solitario
D’in su la vetta del forum poetico, Gufo solitario, senza compagna scrivendo vai finché non apre il giorno; ed erra l’armonia per questa sezione. Sintassi dintorno ritma nell’aria, e per le dieresi esulta, sì ch’a mirarla impettisce il core. Odi greggi belar, muggire armenti; gli altri poetelli (s)contenti, a gara insieme per lo libero contest fan mille rime, pur ponendo il lor tempo migliore: tu pensoso in disparte il tutto miri; non condividi, non accetti, non ti cal di sonetti, scrivi gli spasmi; Piangi, e così t’ammassi della malinconia e sogni il tuo più bel fiore. Oimè, quanto somiglia al tuo costume la mestizia! Sollazzo e riso, della bella e dolce fanciulla, E te agognar di giovinezza, amore, sospiro acerbo de’ perduti giorni non ti curi d’aspetto; anzi dalla vita quasi fuggi lontano; quasi romito, e strano al sensuale richiamo, passi del viver tuo la primavera. Questa notte ch’omai cede al giorno, festeggiar si costuma al nostro virtuale. Odi per lo forum un suon di donzelle, odi spesso un tonar di cotte a puntino, che rimbomba lontan di amore in amore. Tutta vestita a festa la gioventù del forum lascia le case, e per le vie si spande; e amoreggia ed è amata, e in cor s’allegra. Tu solitario in questa rimota parte alla vita uscendo, ogni diletto e gioco. Indugi in altro tempo: e intanto il guardo steso nell’aria stanca ti fere il Cor che tra lontani ricordi, dopo il giorno sereno, cadendo si dilegua e par che dica che la beata gioventù non t’appartenga.
Tu, solingo augellin, venuto a poesia del viver che daranno a te le stelle, certo del tuo veneto dialetto che non donerai; di natura è frutto ogni nostra italica lingua. A te, di saggezza la detestata soglia di casa evitar d’attraversare, ma quando muterai i tuoi occhi all’altrui core, e lei fia altrettanto, e il dì futuro il tuo dì presente non sarà più noioso e tetro. Che donna sarà? Quanto l’amerai? Allora allegramente penserai, all’indietro lontano.
Omaggio a Glesion Leopardi |
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