Inchiostro diVerso - Forum di scrittori e arte

Posts written by ikebanacka

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    Versi che spaziano ai novenari, con un paio di rime sparse. Nel penultimo verso il verbo "svilire" andrebbe o usato al riflessivo o sostituito con un altro verbo ("sfiorisce"?), a meno che non si ammetta come licenza poetica l'uso improprio di un verbo.
    Le prime sette strofe presentano l'immagine di un uomo perso nel deserto, vittima del caldo e della sete, che agogna un riparo che gli appare solo per miraggio. L'ultima strofa invece sposta il soggetto: non è più un uomo, ma un fiore, che perisce per la mancanza d'acqua. Tutto ciò va ad alludere alla vita, come a un viaggio faticoso che può diventare un vagabondaggio senza alcuna strada da seguire laddove si vede la propria meta ideale unicamente come un miraggio e la propria reale come la morte.

    Devo poi ammettere che leggere il verso "rosse di fuoco" mi ha portato subito a pensare a "comincia la danza di frecce con dietro attaccata una targa". Forse, nell'usare immagini non estremamente originali, potrebbe essere utile mascherarle in versi più lunghi per evitare déjà-vu.
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    Grazie per i riscontri! Riguardo alle emozioni dei personaggi, penso che avrei impostato il brano diversamente se avessi voluto porle in evidenza: è vero, far emergere le emozioni è un modo per coinvolgere il lettore in maniera da immedesimarlo nel racconto, però qui il mio interesse non era rivolto all'aspetto psicologico dei personaggi. Tra l'altro, per inciso, mi sarei aspettato che emergesse una domanda che a me sarebbe sorta spontanea, ossia "Perché i cinque indiani protagonisti non hanno alcun nome proprio?": già da questa osservazione si potrebbe ricavare che l'individualità dei personaggi non è una questione che mi interessava approfondire. Sarebbe stato anzi un aspetto fuorviante rispetto al focus della questione proposta, ossia la tematica della vendetta e, più in generale, della giustizia.
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    CITAZIONE (Erendal @ 21/6/2023, 10:13) 

    Anche a me piace molto lo stile pulito ed elegante della scrittura di ike. Seppur in larga parte raccontato riesce comunque a catturare l'attenzione fino in fondo. Più leggo i vostri western e più mi viene da pensare che nel mio racocnto il lessico lasci un po' a desiderare!


    Grazie Erendal! Ho voluto arrischiarmi in un brano volutamente raccontato. Si parla sempre della regola "show, don't tell", che è una regola vera per il pubblico contemporaneo, pubblico che, anche per via dell'abitudine alla televisione e al cinema, è sempre più abituato a vedere le cose piuttosto che a sentirsele raccontare. In questa occasione, però, ho voluto pensare a un brano raccontato proprio come se ci si trovasse intorno a un bivacco nella prateria, e un vecchio cowboy raccontasse ai suoi compagni "Per passare il tempo in questa sera fredda, vi voglio narrare questa storia, la storia di come è stata vendicata la morte del vecchio Mangas Coloradas", e allora inizia a presentare: "Mangas Coloradas era un colosso alto quasi due metri...".
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    CITAZIONE (Askar @ 3/7/2023, 19:22) 
    1. Ti consiglio di imparare a chiarire nei tuoi interventi i pareri soggettivi dagli errori oggettivi. Io lo faccio sempre per evitare ogni possibile fraintendimento.

    Va bene, accetto il consiglio e cercherò di applicarlo nei prossimi commenti.

    CITAZIONE (Askar @ 3/7/2023, 19:22) 
    2. Sono giunto alla conclusione di non piacerti, quale che ne sia il motivo. Perché non posso pensare altrimenti, quando ti vedo, totalmente fuori dal tuo carattere, tessere lodi esagerate dei brani di altri utenti, persino quando non li voti, mentre con i miei, anche quando li voti, liquidi tutti gli elementi positivi del racconto (come hai fatto nel turno horror) con qualcosa come:
    CITAZIONE
    Di contro, il racconto di Askar magari non mantiene sempre alle stelle la tensione nel lettore, ma rappresenta una prova di maturità narrativa tramite una forma priva di sbavature e un contenuto lineare che dall'inizio alla fine si sviluppa senza incongruenze.

    Anche se c'è da dire che il turno horror è stato la prima volta che, da quando sono sul forum, ti ho visto muovere un abbozzo di critica anche verso utenti che generalmente sembrano "intoccabili", quale che sia il motivo.

    Benedetto ragazzo :rolleyes: tranquillo, nella vita ho altro da fare che avercela con qualcuno con cui mi capita di trovarmi a condividere saltuariamente lo spazio online di un forum ludico di scrittura... A me pare che anche nel mio commento che hai riportato relativamente al turno precedente siano presenti preponderanti elementi positivi, che sono quelli che mi hanno portato ad assegnare il voto. Confronti con altri autori di questo forum lasciano il tempo che trovano, ma se vuoi continuare il dibattito su questo puoi scrivermi in privato senza sconfinare ulteriormente nell'off topic.

    CITAZIONE (Askar @ 3/7/2023, 19:22) 
    Ciò si collega al punto 3.
    Questo tipo di commenti dà l'impressione che uno voglia minimizzare il valore di un'opera perché non ci sono difetti oggettivi da evidenziare. E sottolineare questo tipo di elementi già noti all'autore non è quella che io chiamo "analisi", né è utile a capire cosa ti è piaciuto e cosa ti ha spinto a votare il brano.
    I complimenti fini a sé stessi, come ho ripetuto più volte altrove, servono solo a nutrire l'ego. Diverso è se mi dici cosa ti è piaciuto e perché. La scrittura, come qualsiasi altra attività umana, richiede che chi ci si impegna sappia sia cosa non va e perché, sia cosa funziona e perché lo fa. Il mio suggerimento, quindi, è di menzionare nel dettaglio anche il positivo, perché altrimenti le tue analisi risultano molto parziali e i commenti ricordano quelli al vetriolo di Glesion (cosa tutt'altro che positiva a parer mio).
    La critica si compone sia di pregi che di difetti, qualsiasi tipo di recensione si fa così, ma credo tu questo lo sappia già.

    Mi pare di aver approfondito anche nei commenti successivi la ragione del mio rilievo critico. Forse do per scontato che, in casi come il tuo, tu che hai già dato ampia dimostrazione con le tue passate pubblicazioni di avere una notevole padronanza dell'ars scribendi, sia superfluo evidenziare ogni volta "il brano è scritto bene, è molto scorrevole, non ci sono errori grammaticali eccetera eccetera", ma se per te è rassicurante avere un continuo feedback anche su questo aspetto cercherò di tenerne conto nei prossimi commenti ai tuoi brani.

    CITAZIONE (Askar @ 3/7/2023, 19:22) 
    4. Sì, certo, quanto ai brani della Trinità sono legati a un ciclo e non si possono analizzare singolarmente... ma allora perché non hai sollevato la questione nemmeno nel mio brano del turno di fantascienza? Probabilmente potrai svicolare sostenendo che un abbozzo di analisi l'avesse già scritto Alan, ma resto dell'idea che tu abbia agito esattamente come l'utente di un altro forum, che ho visto tirare in ballo l'interpretazione in un mio brano (per criticarlo negativamente), ma non in quello di un utente suo amico (che ha poi votato).

    Perchè alcuni brani, pur essendo parte di un ciclo, possono anche essere letti come autoconclusivi. Infatti nel tuo brano del turno horror la situazione non rimane in sospeso, ma si chiude con il respingimento delle forze aliene e con il conseguente ristabilirsi della "normalità". Il messaggio che derivava da quel brano era sufficientemente chiaro nell'evidenziare i rischi per l'uomo nel voler affrontare avventatamente qualcosa che è più grande di lui per soddisfare la propria bramosia. Direi che per questo mi è sembrato valesse la pena votarlo. In altri brani appartenenti a un ciclo, invece, è possibile trovare situazioni che vengono presentate e non risolte, nè per il lettore è facile cogliere quale sia il messaggio che l'autore voleva trasportare: questo non significa che il brano non si possa analizzare, bensì che nell'analisi il lettore potrebbe evidenziare questa carenza oppure lasciarsi il beneficio del dubbio che il senso di quel brano possa essere compreso solo in un'ottica complessiva alla lettura dell'intero ciclo.

    CITAZIONE (Askar @ 3/7/2023, 19:22) 
    In conclusione prendo atto che, con certi utenti (in passato ti ho visto farlo anche con nuovi iscritti), ti limiti solo a menzionare ciò che non ti è piaciuto (suggerendo però sottilmente che è un errore e non un tuo parere), perciò d'ora in poi eviterò di darci tanto peso. Viceversa, con altri non lo fai. E non mi dire che è perché io "aspiro a essere professionale", perché come ho detto lo hai fatto anche con degli emeriti sconosciuti appena approdati sul forum, che magari non avevano neanche grandi aspirazioni. Li hai valutati esattamente come valuti me, sconfessando ciò che affermavi in un post precedente (e cioè che le tue valutazioni sono basate sulle capacità e sulle aspirazioni di chi commenti).
    Spero di poterla chiudere qua, che 'sta polemica sterile ha già preso fin troppo tempo prezioso a entrambi...

    Askar, se vuoi chiedermi conto del mio modo di commentare, puoi scrivermi in privato e sarò lieto di darti tutti i chiarimenti che vuoi, evitando di scrivere per allusioni perchè generalizzazioni come "certi utenti, "emeriti sconosciuti" eccetera non consentono di definire a cosa ti stai riferendo.

    Da parte mia non c'è alcun risentimento, si tratta solo di uno scambio di opinioni con un autore in gamba, perciò non prendere come un'offesa o come un attacco ciò che non ha alcuna intenzione di questo tipo. Per evitare qualsiasi fraintendimento, ti mando un abbraccio :tender:
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    Ho votato il brano "Cane mangia cane": un western duro come un pugno nello stomaco.
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    Secondo me, è un buon brano. Sconta qualche ingenuità, è vero, però la storia ha un'evoluzione interessante.
    Ho come l'impressione che l'impostazione nella sceneggiatura è come se fosse presa da un videogioco: due personaggi si incontrano, si fermano uno di fronte all'altro e iniziano a scorrere le didascalie in cui un personaggio dice una cosa, l'altro risponde dicendo un'altra cosa e così via finché non giunge il momento di separarsi e allora un personaggio va a completare la sua avventura, sconfiggendo gli avversari che si presentano davanti fino ad arrivare al mega-avversario più forte di tutti che però, pur con qualche difficoltà, viene sconfitto.
    Se questa è la pecca maggiore, cui si può porre rimedio conferendo una maggiore plasticità alla narrazione, arricchendo il racconto in certi punti, rendendolo più incisivo in altri, d'altro canto ho trovato intelligente la gestione dei colpi di scena (l'agguato dei banditi, il voltafaccia del sindaco) e ho apprezzato i moti d'animo del protagonista con il suo vissuto deluso della vita militare e con la nuova delusione che deriva dalla conclusione di questa storia nella perdita di un amico appena acquisito e nella sfiducia verso un genere umano incapace di capire chi vuole il suo bene.
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    Mi è piaciuto. E' un brano lungo, quindi qualche svista può capitare (avevo trovato un "contradetto" e forse un paio di altri refusi nella lettura), però la forma è generalmente buona.
    Ho trovato interessante la scelta paradossale di far narrare la storia tramite un muto, descrivendo i suoi pensieri. Il muto e i suoi compari rappresentano una porzione di umanità reietta, per un motivo o per l'altro: chi è emarginato per una disabilità fisica, chi per ragioni razziali, chi perchè non è stato cresciuto in una famiglia, chi perchè è soggetto a dipendenze, chi perchè ha una psiche squilibrata... Però non c'è un lassismo giustificazionista: non ci sono attenuanti nel giudizio morale che si può avere nei confronti di questi personaggi, che si pongono al di fuori della legge e pertanto sanno di poter andare incontro a una fine tragica e violenta. Il linciaggio del protagonista diventa il modo per la comunità cittadina di distruggere il pericolo che aveva minacciato la propria esistenza: per questo alla fine nel linciaggio non domina il tema della rabbia ma quello del disprezzo, con le risate della folla che finalmente si sente sollevata nel dire "non avremo più a patire da questo individuo un momento di orrore come quello che abbiamo vissuto", in un momento di estasi collettiva che non ha nulla a che fare con la giustizia ma con l'ebbrezza della violenza. Tanta violenza in questo racconto, che arriva a colpire il lettore in maniera decisa.
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    CITAZIONE (Askar @ 21/6/2023, 10:12) 
    Allora mi viene da chiedermi perché quando c'è un brano con una tematica "con le palle" sotto, i tuoi commenti latitino sempre, mentre commenti spesso i brani di narrativa pura che, a tuo stesso dire, essendo puro svago non dovrebbero interessarti (mi riferisco ai commenti fuori dai contest dato che qui è scontato commentare). Sarà che becchi sempre i brani "sbagliati"? :laugh:

    Askar, dato che purtroppo non ho il tempo di commentare tutti i brani che vengono pubblicati su questo forum, mi trovo a commentare solo i componimenti in occasione dei contest, perchè ritengo doveroso motivare le ragioni che stanno alla base del mio voto quando sono chiamato ad esprimerlo. Quando mi capita di aver tempo, scorro velocemente le discussioni per vedere quali componimenti hanno ricevuto zero commenti e - dato che mi spiace in un forum vedere che un brano è stato ignorato - cerco di lasciare un like o un commento. Se un brano ha già ricevuto dei commenti, tendenzialmente non arrivo ad aggiungere una mia risposta: spesso mi capita di leggerli dallo smartphone, ma sono scomodo a fare commenti usando la tastiera del telefono. Se vai a vedere dove risultano i miei interventi nei topic in questo forum, constaterai che generalmente seguo questa metodologia. Non c'è da stupirsi quindi se ti capita di trovare un mio commento in un brano di narrativa pura, perchè può darsi che sia un brano che neppure a me interessava, ma su cui ho dato un feedback all'autore.

    CITAZIONE (Askar @ 21/6/2023, 10:12) 
    Senza contare che mi sembra un po' ipocrita il fatto che sottolinei questo aspetto solo in un brano specifico in un torneo, ma non in tutti gli altri che ho pubblicato dentro e fuori contest. Allora, o è una cosa che ti sta a cuore sempre, oppure è una questione marginale, tertium non datur. Non ricordo la stessa critica per esempio in un brano come La squadra, che di tematica non ne aveva nessuna ed era un racconto legato al Ciclo della Trinità Impura. O anche Sulle tracce di J.P. Kane, immagino neanche quelli ti abbiano lasciato nulla.

    Askar, la questione del messaggio che trasmette il brano c'è sempre, e tutta la discettazione su "narrativa pura" e "narrativa impegnata" non verte su questa base, ma sul tipo di messaggio. Un messaggio che caratterizza tante opere di narrativa che tu definisci "pura" è "il bene vince sul male": è un messaggio banale? Sì, lo è, ma rappresenta il significato per quel brano. Le opere inserite in cicli dovrebbero essere valutate alla luce dell'intero ciclo, per cui le analisi effettuate sui singoli "tasselli" possono essere solo parziali con la curiosità di andare a vedere dove andrà a parare l'intera vicenda (se, ad esempio, zafiriani e umani arriveranno a uno scontro finale con il conseguente prevalere di una cultura sull'altra).

    CITAZIONE (Askar @ 21/6/2023, 10:12) 
    Altrimenti avresti dovuto commentare allo stesso modo i brani del turno horror, mio di Alan e di tutti gli altri utenti (anche se forse una tematica di fondo sulla curiosità dell'uomo e sui pericoli dell'ignoto "Il visitatore" la contiene pure).

    E infatti chi ho votato nel turno horror? :rolleyes: anche se altri brani del turno horror avevano dei messaggi significativi in rapporto al genere: il genere horror serve per rappresentare le nostre paure, per esternalizzarle ed esorcizzarle, come può essere, ad esempio, la distruzione dei legami familiari (come aveva fatto Alan, ma anche Fulci).

    CITAZIONE (Askar @ 21/6/2023, 10:12) 
    Quando lo faccio, so come farlo, quando non lo faccio è perché non ne ho l'interesse, oppure perché la situazione di base che ho immaginato e da cui scaturisce la storia non la prevede, in quei casi ritengo sbagliato forzarci dentro una morale o un ragionamento più profondo se non fa parte dell'arazzo fin dalla sua concezione. E gradirei anche non essere crocifisso per questo. Se poi non ti è piaciuto o ti aspettavi un brano di narrativa impegnata, me ne farò una ragione... come hai detto tu, pensare di piacere a tutti è un'utopia.

    Ma non mi pare di aver crocifisso nessuno: ho espresso una mia valutazione che sei libero o meno di ritenere utile. Se, come hai detto, il tuo interesse era solo di presentare un brano per questo turno ma senza investirci particolarmente perchè il western non è un genere di tuo particolare gradimento, a posto così. Se invece pensavi di poter sviluppare maggiormente il tema che hai proposto in questo brano, ritenevo potesse essere utile che a me, come lettore, avrebbe fatto piacere un maggior approfondimento sui personaggi in modo da poter dire alla fine "ho apprezzato Bill perchè...". Tu dici che l'astenerti dall'aver approfondito questo aspetto consente al lettore di dare più interpretazioni: però, per arrivare a queste interpretazioni, occorre fornire dalle premesse. Ad esempio, rispetto all'ipotesi che tu fai che il protagonista "disprezzasse i nativi come i suoi ex compari", ben venga che nel brano ci fosse un'esternazione di questa situazione! Se all'inizio del racconto ci fosse stata la raffigurazione di un protagonista che disprezza i nativi e poi si arrivasse alla fine del racconto con il protagonista che collabora e riceve un grande aiuto da un pellerossa tanto da considerarlo come un alleato e non solo come uno strumento, io come lettore sei rimasto soddisfatto nell'aver visto un'evoluzione del personaggio e un messaggio significativo che emergeva dal racconto.
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    Stavolta in questo girone non ho trovato poesie che mi abbiano convinto appieno (mi avete abituato troppo bene!): voto Fert per il suo talento nell'elaborazione dei versi.
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    Direi che, nel rispondere ai commenti, hai già spiegato le tue scelte riguardo a questa poesia, dalla tipologia di versi all'uso delle immagini, con una consapevolezza coerente con il tuo percorso poetico, che può piacere o non piacere, ma è degnissimo di rispetto. Io ho trovato particolarmente bella la prima strofa, non solamente per l'uso del doppio settenario, bensì soprattutto per la capacità di introdurre con pathos l'assenza di speranza, tanto per i vivi quanto per i morti: il secondo verso, in particolare, l'ho trovato degno di risalto nel rappresentare due diverse morti, la morte interiore e la morte fisica.
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    Forse il primo verso poteva essere elaborato come novenario per dare uniformità metrica alla poesia... Secondo me c'era un enorme potenziale nell'idea di questa poesia, che è stato reso solo parzialmente: è vero che non sempre scrivere tanto vuol dire scrivere meglio, però in questo caso mi sarebbe piaciuto che il concetto venisse esplicato maggiormente. Ci vedo tanta remissività nel secondo verso, come se quella "diafana quiete" non fosse altro che una rassegnazione che dalla scatola della vita non possano più saltar fuori belle sorprese.
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    Il tempo e lo spazio sono le dimensioni in cui viviamo eppure rimangono ancora misteriosi. Il primo verso ("son io che vibro") mi ha portato alla mente la teoria delle stringhe, basata proprio sulla vibrazione di questi oggetti uno-dimensionali: e quante sono le dimensioni che noi ci troviamo a vivere? Siamo unici o ci troviamo a moltiplicarci all'infinito come in una serie di riflessi speculari? E questa riflessione che parte dalla fisica si applica anche alla realtà e a noi stessi: la terza strofa pare infatti suggerire che ognuno, nella propria essenza, è composto da più entità, da più soggetti che si trovare ad agire diversamente nelle varie situazioni della vita e per questo, tirando la corda ora da un verso e ora dall'altro, alla fine ci si trova a non muoversi e a non raggiungere i propri obiettivi.
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    Curiosamente noto una assonanza tra i termini della prima e della seconda strofa, "flutti-frutti" e "fonte-fronde". Sinceramente, per il mio gusto, la riproposizione nelle prime quattro strofe dello stesso concetto ripetuto cercando di elaborare immagini diverse mi pare un calcare troppo la mano e mi risulta pesante: in parte, a mio giudizio, questa retorica iniziale va a togliere incisività alla chiusa che, anziché apparire all'improvviso a sorprendere il lettore, arriva come logica conseguenza di un discorso fin troppo rimestato.
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    Ho trovato questo componimento molto vicino alla prosa e, non essendo presenti particolari accorgimenti fonetici, mi chiedo perchè mai sia stato scritto in inglese anziché in italiano. Consiglio a chi dovesse scrivere poesie in lingua straniera di inserire sempre una traduzione dei propri versi, in modo da consentire agli utenti che non conoscono quella lingua perlomeno di coglierne il contenuto laddove non possano spingersi a valutarne la forma.
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    Sicuramente i versi scorrono molto bene, con un lessico consono in cui emerge l'elemento materiale tramite il richiamo ad armi e metalli. Però è un materialismo che cerca di essere epico se non addirittura mitologico, arrivando nell'ultimo verso a parlare di "icore", termine desueto che avevi impiegato anche un paio di turni fa in un contesto ben più sacro che non il contesto bellico.
2548 replies since 31/3/2005
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