Portfolio di Deilantha

Racconti

Brani scritti e/o pubblicati per il contest "Racconti sotto la luna" - 1# Edizione

"Io e Trisha siamo nate insieme.
Sin da quando ho memoria, ricordo di aver condiviso con mia sorella tutte le emozioni vissute da entrambe, anche nel caso che fossimo distanti e in due luoghi differenti.
Se lei soffriva, io soffrivo; se io ridevo, lei rideva; se lei si sbucciava un ginocchio, io piangevo dal dolore, se un dente mi faceva male, lei doveva prendere un analgesico.
Penserete che sia assurdo, che non sia possibile una cosa del genere; ebbene quello era niente rispetto a ciò che dovemmo affrontare e che forse vi farà ricredere, così come accadde a chi fu testimone degli eventi."

"No. Non poteva essere.
Non doveva essere.
Io non dovevo assolutamente innamorarmi!"

L’uomo era comodamente seduto, intento ad osservare dalla finestra della sua stanza, la città che governava. Magnesia era una splendida città fluviale dell’Asia Minore, una città nata per il commercio, una città che riforniva la Persia di grano per la produzione del pane… Una città di animo greco, nata greca, ma assoggettata al suo acerrimo nemico.
L’uomo sorrise, ma non c’era allegria nella piega amara della sua bocca: ripensando alla sorte della città che governava, si rese conto che la sua vita non poteva che finire così, a capo di una polis piegata, proprio come lo era lui.
«Una volta ero il più potente e acclamato dei greci!»

"Si raccontava che all’inizio di quel mondo, tutti gli esseri viventi che lo abitavano vivessero in pace e armonia e che per un qualche tipo di maledizione, furono costretti all’improvviso a farsi la guerra, odiandosi spietatamente.
Erano solo dicerie, ma qualcosa di vero dovevano contenerlo, perché gli elfi di Taradin non erano più in grado di parlare con le piante e di sentire la terra."

"Quando si definisce il gatto come “animale da compagnia” non si è preparati a capire quanto questa "compagnia" sia veramente profonda."

Brani scritti e/o pubblicati per il contest "Racconti sotto la luna" - 2# Edizione

"Ma quel mattino il giovane mago aveva sentito uno strano brivido dietro la schiena, come se qualcosa stesse per accadere, come se “qualcuno” stesse per irrompere nuovamente nella sua vita tranquilla…"

"Cara lettera, so che nel mondo in continuo mutamento bisogna adattarsi per non soccombere, ma a volte mi chiedo se sia così giusto andare sempre e solo avanti, mettendoci alle spalle dettagli di vita del passato che recavano con sé delle belle emozioni."

"La sua paura nel vedere la porta spalancarsi fu grande, ma mai quanto il terrore che gli gelò il viso, quando mi riconobbe: spalancò la bocca e urlò, con tutta l’aria che aveva nei polmoni, con tutta l’energia vitale che non voleva abbandonare.
Io, invece, sorrisi; sorrisi di un sorriso soddisfatto, feroce, pregustando quel momento tanto atteso che finalmente era giunto."

"Federico tornò a sedersi e sospirò, sconsolato, libero di dare sfogo alla sua frustrazione.
Era la quinta volta che sua moglie si sottoponeva alla fecondazione artificiale, la quinta volta in cui vedeva il suo sguardo accendersi di speranza. Ma ogni volta dopo la prima, nei suoi occhi c’era stata sempre anche una punta di dolore e paura, che cresceva con l’aumentare dei tentativi."

"Fece un altro passo verso la pasticceria, e poi un altro e ancora un altro… Giunse davanti alla vetrina: osservò i dolci di tutte le specie, i dolci che da un anno non mangiava più…"

"Oggi devo parcheggiare me stessa in un angolo."

Opere scritte per il contest a squadre "La Gilda D'oro".

"Il capitano gli rivolse un sorriso amaro: «Sto rivalutando tutte le mie scelte di vita, amico mio. Quante ne abbiamo vissute di battaglie come questa?» Fu il suo turno di lanciare un sasso: quattro salti prima di sprofondare.
«Tante, talmente tante che ne ho perso il conto.» Lanciò un altro sasso, che affondò subito; il mago si adagiò sul tronco, sentendo le spalle improvvisamente pesanti.
«E cosa ne abbiamo tratto?»
«Che gli esseri umani non imparano mai dai propri errori.»
Sakkrah fece un cenno affermativo e lanciò un altro sasso: due salti e poi giù. «Eppure siamo ancora qui, cercando di capire perché continuano a uccidersi a vicenda, anziché cercare di preservare la propria specie.»
«Probabilmente speriamo ancora in un miracolo. Siamo stati tra gli esseri umani per tanti anni, e ogni volta abbiamo cercato di capire le loro ragioni, abbiamo cercato di frenare quest’istinto suicida incomprensibile, ed è stato tutto vano. Forse dovremmo arrenderci all’evidenza, Sak; loro non sono come noi.»"

"In una savana lontana, viveva un leone forte e coraggioso, ma anche molto prepotente e tutti avevano paura di lui.
Un giorno, il leone si svegliò dal suo sonnellino e scoprì di non avere più la sua criniera."

"Sono libera, sì sono libera! era il pensiero che mi ripetevo in continuazione, mentre correvo verso il sole in ascesa. Non avevo la più pallida idea di dove andare, di cosa fare; non avevo progetti né sicurezze, ma ero felice e mi sentivo leggera, perché ero riuscita a uscire da quella casa, da quel passato, e stavo per andar via anche da quella città che mi stava troppo stretta."

"Sono sola.
Sola in quella casa immensa che divido con lui…
Sola nel vuoto e nel gelo della mia camera, sola a ripensare a te, al tuo viso, al tuo sorriso, alle tue mani che toccano le mie, al tuo corpo caldo e forte, alla sensazione di essere completa solo tra le tue braccia…
Sono sola.
Con il tuo ricordo a farmi compagnia, un ricordo che brucia l’anima e che l’ha svuotata di ogni volontà che non sia ricordare il tuo nome."

"Sono ferma davanti allo specchio, ad ammirare l’immagine riflessa della donna che sono, di quella che vedono gli altri… ma corrisponde a ciò che vedo in me?"

"La mia città è un paese sperduto
da cui sono partito,
ma che non ho mai abbandonato."

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