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.Mi fa piacere che le mie idee piacciano, e ringrazio tantissimo per il giudizio troppo positivo.
Ho già un'idea per la prossima. 😉
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Ma i primi di maggio facciamo una diretta per questo secondo turno Erendal ? . -
.Ma i primi di maggio facciamo una diretta per questo secondo turno Erendal ?
Serata Discord commentando il turno appena concluso.... -
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Ok, va bene . -
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Quando saprò il voto bassissimo di Glesion? 😅 . -
+1 .
Felicissima Pecco, grazie! . -
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Mi iscrivo anche io, sempre se sono ancora in tempo! . -
+1 .Mi iscrivo anche io, sempre se sono ancora in tempo!
Ma non eri già iscritta? Guarda che l'iscrizione vale per tutti i turni del contest...
Comunque il secondo turno ormai è finito, puoi pubblicare per il terzo dal primo maggio.. -
.Mi iscrivo anche io, sempre se sono ancora in tempo!
Sì, sei iscritta e hai saltato il turno.
Ma puoi partecipare a quello di maggio per Darth.. -
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Oggi saprai! 😶. -
+5 .
A voi i miei giudizi per questo secondo turno! 🦉
Di sicuro è diverso commentare delle poesie dedicate a me, rispetto al commentare delle poesie dedicate a qualcun altro: c'è per forza di cose meno coinvolgimento e arrivano meno messaggi diretti, motivo per cui questi miei giudizi sono un po' diversi rispetto ai precedenti. L'attinenza al tema mi sono perlopiù limitato a constatarla, aiutato anche da alcuni commenti alle poesie, che mi hanno fatto notare dei fattori che altrimenti mi sarei perso e che mi hanno portato a dare dei voti a mio avviso più corretti; oltre a ciò, ho cercato di focalizzarmi più sull'aspetto formale e su quello retorico, anche se ci sono state delle poesie che sono comunque riuscite a toccarmi anche sul lato più emotivo.
Anche per questo turno non ho commentato o messo mi piace, proprio per non dare indizi sulla natura delle mie valutazioni. Qualcuno potrebbe pensare addirittura che mi fossi dimenticato di dover fare da giudice fino a non molto tempo fa, quel qualcuno potrebbe addirittura avere ragione, chi lo sa... ma senza ulteriori indugi, ecco i miei commenti!
Dai che al prossimo turno non mi avrete più tra le scatole! 👀
Giochi con le parole – Dangel981
Dal punto di vista formale ci sono un po’ di inciampi, un po’ come quando una fotografia è leggermente storta: non è un qualcosa di drastico, ma fa comunque storcere il naso. Le quartine presentano delle rime alternate, anche se alla seconda c’è un errore in quanto estro-testo non è una rima perfetta. Particolare, devo dire, l’aver usato una forma precisa nel turno di Pecco e non nel turno dedicato a me!
Ho trovato però delle belle immagini e alcune figure retoriche ben studiate, che secondo me rappresentano anche il punto di forza del componimento. Il contenuto invece mi sembra un po’ semplice, un po’ troppo descrittivo e forse poco originale, anche se giustamente in tema.
Nel complesso penso che avresti potuto curare un po’ di più il testo, che risulta essere interessante, ma non memorabile.
Voto: 7
Il sacro mostro – Eleven Dark
La forma onestamente non mi convince, si mischiano rime da filastrocca con dei versi liberi molto irregolari, quando si sarebbe potuto usare una metrica, appunto, da filastrocca. Anche le formule ripetute cozzano con la libertà dei versi, creando una generale difficoltà nell’interpretazione dell’intento, capibile solo attraverso il contenuto.
Tuttavia, non ho capito la maggior parte del componimento, mi sembra più un continuo gioco di parole che non un qualcosa di effettivamente sensato, così come alcuni versi sembrano essere stati scritti solo per completare le rime aperte in precedenza. Poi, magari mi sfuggirà qualcosa, ma il contenuto non mi torna nell’ottica dell’utente tema, mi sembra quasi una presa in giro tra amici al bar.
Purtroppo, a parte alcune figure retoriche e formule ripetute che danno un po’ di sostanza, in questo caso non vedo molto che possa salvare la poesia.
Voto: 5
Il sole nello zaino – Askar
Scrivere usando i settenari è sempre una scelta intelligente, dato che, a meno di non sbagliare il numero di sillabe, è difficile incappare in ritmi veramente brutti. Gli unici due versi per cui bisogna un po’ sforzarsi per far tornare il conteggio sono “che è troppo cresciuto” e “del nostro sporco affluente”, che suonano meglio il primo come senario, il secondo come ottonario. Oltre a ciò, si vede ancora un po’ di ruvidità nella costruzione del ritmo, ci sono alcuni cambi repentini e alcune sequenze che incastrano un po’ la lettura.
In generale, comunque, scorre.
Lo stile è regolare e ben studiato, con figure retoriche che passano dall’immaginifero al significante in maniera abbastanza omogenea. Questo a volte può essere un male, ma in questo caso ho trovato un buon equilibrio.
Anche questa si chiude con una sesta rima, come nel primo turno: è un metodo che funziona, dà quasi l’impressione di un crescendo, però occhio a non risultare ripetitivo!
Mi sembra attinente all’utente tema, anche se poi il contenuto deve valutarlo più che altro il diretto interessato.
Voto: 8,5
La via – Naquar
Una via di mezzo tra una poesia surrealista e una manciata di frasi casuali. Stranamente, ricorda la mia nota poesia “La Città di Lettere”, in cui compare tra l’altro anche l’immagine delle spighe. Quella parte in particolare a me piace, ma andare a capo dopo “in” è, per quanto mi riguarda, una roba che non si può proprio vedere.
C’è poco altro da dire, non ripeterò il discorso fatto sull’attinenza al tema che ho fatto nel turno precedente, che rimane valido anche in questo caso. Secondo me potresti provare a scrivere delle poesie surrealiste un po’ più articolate; nei contest, però, c’è un tema da rispettare.
Voto: 4,5
Penna e foglio – Violett@
Ahi ahi, cosa scriveresti se solo curassi la forma tanto quanto la sostanza? Io mi dico genuinamente dispiaciuto per questo, perché purtroppo capita spesso che sembri più di leggere un discorso, che una poesia. La poesia non è solo il contenuto e la retorica, è anche ritmo e musica. Ormai i primi due aspetti li hai padroneggiati e hai trovato un tuo stile che riesce molto bene ad arrivare e a trasmettere emozioni, che è senz’altro l’obiettivo principale dell’arte; non è forse arrivato il momento per dare un degno palcoscenico a tutto ciò, coordinando i movimenti e le luci, gli scenari e le tempistiche?
Per il resto, che dire… usi figure retoriche molto efficaci, che ormai sono tipiche del tuo modo di scrivere e che ho già detto in passato di apprezzare; trovi i modi giusti per esprimere i concetti, o quantomeno un modo che incontra il mio gradimento.
È tutto giusto, ma manca sempre quel qualcosa che terrebbe il tutto perfettamente unito: gli attori di questo dramma sono molto espressivi, ma i loro movimenti sono claudicanti e la telecamera sbaglia le inquadrature…
Voto: 9
Semplicemente ciò che sei – Yarandrala
Ho trovato un po’ di confusione, sarò sincero. Parto col dire che “su questa || strana” non lo riesco a digerire, è proprio sgradevole andare a capo in quel modo. Poi mi pare esserci una strana alternanza tra parti di testo rap e parti di una poesia più tradizionale, una fusione forse un po’ troppo azzardata.
Per dirla in altri termini, mi pare di star ascoltando una canzone di Einaudi con Eminem che ci canta sopra a tratti e la cosa mi fa storcere un po’ il naso.
Forse hai provato a mischiare un po’ lo stile di Pecco con il tuo, ma non l’hai fatto in modo convincente.
Ad ogni modo, si vede che c’è una certa dose di ricerca e di impegno e, prese singolarmente, le varie parti sono anche abbastanza ben curate. Se ho ben capito, si tratta anche in questo caso di un componimento con alla base diverse parti delle poesie di Pecco, solo che in questo caso sembrano esserci un po’ di collegamenti mancati.
Il tema penso sia stato rispettato, però personalmente ho preferito la tua del turno precedente.
Voto: 7
Bowen Tyler – (P)ecco il Pecco
L’idea è interessante ma la stesura è un po’ forzata, in particolar modo per quanto riguarda le rime, che mi danno molto l’impressione di essere composte da parole messe lì solo perché fanno rima tra loro. Il ritmo è piuttosto irregolare e il risultato è che sembra di star leggendo una lista di frasi, più che un paio di quartine.
Poi, come nella poesia precedente, anche in questo caso il riferimento all’utente tema mi sembra piuttosto scarso: gli ultimi due versi sicuramente sono riferiti a Pecco, però il resto della poesia è molto vago e applicabile in pratica a chiunque altro.
C’era tempo per pensare di più ed elaborare un qualcosa di più adatto, però quantomeno mi sembra di vedere un leggero progresso rispetto al componimento del primo turno!
Voto: 6
Una mera poesia – Mixa
Più che una mera poesia, una “meta-poesia”! Riferimenti ad altri ambiti del forum, ripresi e rielaborati mi verrebbe da dire in chiave hip-hop. Infatti, può apparire più come un testo che come una poesia, dato che l’assenza di un ritmo definito me la rende più semplice da immaginare con una base musicale sotto (molto funk per la cronaca).
Di sicuro è molto originale, hai tirato in ballo diverse cose scritte nel tempo nella sezione dei giochini e l’hai fatto con un registro costante, che perciò risulta anche gradevole. Il tutto racchiuso tra un inizio che è una risposta ad alcune dicerie del forum, e una chiusura che riporta il tutto all’ambito del contest.
La parte del far scrivere il cellulare da solo spero vivamente che sia stata fatta facendo scrivere il cellulare da solo, sarebbe la ciliegina sulla torta. Strano che lo dica io, vero, però è un qualcosa di originale e che stranamente funziona, sempre considerando l’ottica più canzone che poesia.
Voto: 8
On the road – Yona dell’alba
Leggo dai commenti che si tratta di un collage di poesie di Pecco, in effetti alcuni passaggi li ricordavo io stesso, altri purtroppo no. Non so, quindi, quanto ci sia di Pecco e quanto ci sia di tuo, ma in ogni caso il risultato finale non mi dispiace. La forma però è molto (troppo) libera, tanto da creare anche in questo componimento più un effetto discorso che un effetto poesia.
Purtroppo, essendo la tattica del collage già usata sia nel turno precedente, che in questo turno prima di te, mi trovo a constatare un po’ di mancanza di originalità, pur avendo rispettato indubbiamente il tema.
Mi piace invece la parte retorica, sono state usate delle figure retoriche interessanti e d’impatto, ma al tempo stesso semplici e delicate. La frase finale mi ricorda quella che chiude la poesia di Violett@ del turno precedente, il messaggio è in pratica e, nel complesso, la poesia non è così malvagia.
Voto: 7,25
I tuoi passi sono poesia – Nozomi
Rispetto al tuo solito, vedo un ibrido tra la poesia orientale e quella nostra. I primi due versi sono sdruccioli, quindi, se l’intento era quello di ricreare la struttura di un tanka, manca una sillaba a ciascuno di essi.
Vorrei però concentrarmi sugli ultimi due versi, che mi piace leggere come un doppio quinario e un doppio senario, con un ritmo prima dattilico e poi anfibrachico che si sviluppa perfettamente. Per quello che è il mio punto di vista, la prima parte va addirittura a incidere negativamente sulla realizzazione dei due versi finali.
Mi viene quindi da chiedermi: come mai non provi a scrivere di più con la metrica nostra? Quella orientale io la ritengo buona nella forma dell’haiku, ma per il resto a noi risulta molto più comodo scrivere in altro modo, e secondo me questa poesia ne è un ottimo esempio.
La retorica e il contenuto un po’ offuscati, un po’ misteriosi, personalmente mi piacciono, anche se si rischia un po’ di cadere nel classico tranello, ovvero scrivere delle frasi dal forte impatto superficiale, ma di scarsa profondità. Non mi sembra questo il caso, motivo per cui ritengo la poesia nel complesso buona!
Voto: 7,5
Ora (p)ecco il presente – j.darkblue
Una forma particolare, mi fa venire in mente alcuni esperimenti che ho fatto io in passato. Parliamo di endecasillabi alternati a decasillabi anapestici, con una nota di settenari nel finale. Funziona? Sì, molto equilibrato e ben gestito a mio modo di vedere. Forse l’unica cosa che appiattisce un po’ la composizione è la ridondanza dell’accenta in sesta, dato che ritorna in tutti i versi a parte qualcuno degli endecasillabi.
Segnalo anche “Roghi a volte bruciano le parole”, che ha l’accento principale in quinta e si sente, avrei trovato una strada alternativa.
Lo stile e la retorica mi sembrano bilanciati, oculati direi, le immagini sono ben costruite, senza mai spingersi in costruzioni inutili o superflue. Mi piace anche che hai ripreso una poesia di Pecco, senza però copiare e rielaborando secondo il tuo stile, che è molto diverso. Forse, però, per quanto io apprezzi maggiormente una forma ben curata, un po’ come nel caso delle cover delle canzoni, l’originale aveva un’anima diversa, un qualcosa di difficilmente replicabile e che, di conseguenza, risulta mancare in questa nuova versione.
Voto: 8,25
Primo di tutti fu il Caos (la Peccogonia) – Tulit-Fert-Feret
La forma mi ricorda una poesia che scrissi io, in cui mi ero detto: ma perché non mettere insieme tutti i versi ternari, che tanto suonano bene? E così ho fatto, e così hai fatto anche tu: vedo ottonari, novenari, endecasillabi… e giustamente funzionano, perché il ritmo è sempre ternario, che sia dattilico o anfibrachico (anapesti non mi pare di averne visti). Altra cosa da notare è quello che io chiamo “schema di rime parziale”, in questo caso una sola rima al centro di ogni strofa. Tutte scelte sagge che concorrono alla lettura di fondo ironica.
A mio avviso tra le più originali e meglio realizzate del turno, il tema è ovviamente centrato e lo stile ormai non serve commentarlo, è il solito tuo per il quale puntualmente devo andare a chiedere a Google il significato di alcune parole, prima di poter continuare la lettura. Sarà che ti prendi più tempo degli altri per scrivere? Sarà la maggiore esperienza? Chi lo sa, quel che è certo è che il risultato è, come al solito, di alto livello!
Voto: 8,75. -
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Grazie Glesion. 
In effetti il ritmo in questo turno l'ho curato meno, concentrandomi di più sugli altri aspetti. Quanto alla sestina, nella poesia per il terzo turno ho cambiato schema: due quartine e due sestine alternate. Comunque sappi che non le metto in tutte le poesie, è stato un caso.
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Grazie . -
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CLASSIFICA
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Undicesimo, non c'è male. .
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