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Un bel sogno
«fra poco è il momento… dove vuoi che ti metta?...»
«giù, nel portico, sulla mia poltrona di fronte al mare…»
Annuisce, comprensiva e complice, come sempre.
Le otto braccia forti dei miei quattro figli mi sollevano senza difficoltà; ormai non sono più pesante come una volta. Come trasportando una cosa fragile (e forse per loro lo sono davvero!) scendono le scale ed attraversano la sala, con estrema prudenza, per accomodarmi sul dondolo amico.
Lei ci ha messo su la trapunta azzurra, quella del letto matrimoniale per i giorni di festa.
Oziosamente penso che non fa nulla ormai, se si sciupa… tanto, non le servirà più.
«… sennò rischi prendi un’infreddata!...» dice, quasi a scusarsi, e non si rende conto della gaffe che fa. Sistema la coperta setosa e me la rincalza tutt’attorno.
Fa niente la gaffe, ovviamente; le sorrido con affetto sincero e gratitudine. Lei, da sempre, sa parlare solo col cuore.
I figli badano che il sole non mi colpisca direttamente, ché non mi garba, né che possa raggiungermi nell’imminente tramonto.
Poi, uno alla volta, mi si avvicinano in silenzio.
Mi baciano sulla fronte.
Deferenti aspettano ch’io biascichi la mia benedizione per loro.
Ancora un attimo, un grazie appena sussurrato, un ultimo sguardo ad occhi asciutti, e sono andati.
Ora, siamo soli. Finalmente soli, come maliziosamente si diceva una volta. Era un secolo fa, mi viene da sorridere, ma ancora lo ricordo.
Avvia al PC la musica che avevamo preparato insieme, per l’occasione. Una “compilation” corposa. Quasi tutto Chopin, il Beethoven che piace ad entrambi, un po’ di Sibelius, e Mozart, e qualche altro brano raccolto qua e là… suoneranno più a lungo di quanto serva.
Il volume, l’ha messo assai basso, come ci piace di averlo se abbiamo da dirci qualcosa, ed ha scelto che sequenza dei brani sia data dal caso:
«E’ meglio, così è sempre sorpresa!... » siamo stati d’accordo.
Ti avvicini ancora una volta, e mi sfiori con la carezza che ti è abituale, mentre gli occhi esplorano intorno a che io abbisogni di nulla.
Ti sorrido, e scopro che non mi costa fatica; non più.
Adesso, da solo con te, sto certo assai meglio; non devo controllare le labbra. Non ho più vergogna se il sorriso è sbilenco e torto dal male: lo so che tu guardi al di là.
Ti siedi sulla scomoda seggiola, e cominci a poetare. Io non so se componi dei versi o ne scegli fra i tanti che hai letti di autori diversi. Ma a me non importa.
Sono parole che dette da te, e dette per me, mi sono di viatico dolce a lenirmi la pena.
Nemmeno so bene se ascolto, se capisco davvero il tuo salmodiare. E’ possibile che tu parli con Dio, o dica preghiere. Non conta. Io so che ci sei.
A star bene, sto bene.
Anzi, mi pare, ogni istante di più.
Il dolore mi va scomparendo, e dalle mani, dai piedi, lentamente avanza la pace, un poco alla volta, quasi in onda col sole che cala, e la musica lieve, sommessa, che accompagna il tuo canto; mi sembra, cantando con te della stessa emozione.
Quella stessa che sento diffondersi in petto ed inondare il mio cuore.
Affanno un pochino, ma non me ne turbo, da tanto, mi è cosa usuale.
Mi lascio cullare dall’ansito, ed in fondo mi piace.
Di certo devo essermi appisolato… per un attimo. Ricordo che era in esecuzione la Berceuse, la ninnananna Op 57, ed ora suona un notturno… ma non mi ricordo quale sia…
Il fiato non mi rantola più nei polmoni ed anche la tua voce non sento, la poesia s’è azzittita…
Svelto mi alzo, e vengo a vedere.
E’ buio nel cielo, e ci sono le stelle, ed un pezzo di Luna. Tu sospiri, di un sonno leggero, nell’ombra appartata del nostro portico.
Dio!... non sei stata mai così bella!
Ti sfioro le labbra con un bacio leggero. Non voglio svegliarti.
Ancora un altro bacio, rubato, piccino… e vado via.
Lucio Musto 5 marzo 2009
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Deedlit--> .
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Quanta tenerezza espressa in questo racconto! Non ti conosco, ma a pelle sento che sei uno scritto davvero bravo. Ho le lacrime agli occhi! Commossa! . -
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Troppo gentile!... ma no, non mi considero uno scrittore, anche se con la penna ho sempre avuto una certa confidenza.
Peraltro, la mia estrazione culturale è principalmente tecnica. Ma con la vecchiaia ho imparato ad ascoltare le sensazioni che fluiscono dall'anima della gente ed i profumi che le persone lasciano sfiorandomi... e me li lascio scorrere così, lungo le vene fino alle dita, un tempo tanto frementi di manualità ed ora, un poco rattrappite capaci appena di pigiare sui tasti del mio amato computer... e scrivo.
Scrivo di tutto, lasciandomi cullare fra sogni e ricordi,
non distinguendo a volte quelli da questi, e li fondo insieme,
condendoli col gusto un po' crepuscolare
che imparai da Gozzano, mio maestro eletto
e non mi fermo finché il ritmo accompagni e la coscienza
finalmente s'accontenti, queta.. -
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Racconto che sa di vita, pieno di emozioni e sensazioni. Per me è stata una piacevole lettura, e soprattutto una piacevole scoperta di un autore bravo, sensibile e dolce... 
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grazie "Capa"... vai a titillare la mia mia sensibilità di vecchietto vanaglorioso e mi spingi a cercare nel buzzo delle mie sempre più disordinate carte un qualcosa che possa acconciarsi alla tua squisitezza e dedicartela, per sdebitarmi...
Ma che cosa?...un breve, un raccontino, una poesiola?...
Ci sono!... una buffa storia autobiografica appena appena ritoccata per esigenze narrative.
Si chiama "Storia di quel raggio verde"... o qualcosa del genere. Vado a cercarla, già ho pensato dove posso trovarla.... -
.grazie "Capa"... vai a titillare la mia mia sensibilità di vecchietto vanaglorioso e mi spingi a cercare nel buzzo delle mie sempre più disordinate carte un qualcosa che possa acconciarsi alla tua squisitezza e dedicartela, per sdebitarmi...
Ma che cosa?...un breve, un raccontino, una poesiola?...
Ci sono!... una buffa storia autobiografica appena appena ritoccata per esigenze narrative.
Si chiama "Storia di quel raggio verde"... o qualcosa del genere. Vado a cercarla, già ho pensato dove posso trovarla...
Grazie del pensiero, caro! ^^. -
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Ho cambiato idea... diciamo che ne ho trovata prima un'altra. Si chiama "Conoscersi", ed ha un seguito in "La Capricciosa"... te le pubblico tutt'e due. . -
.Ho cambiato idea... diciamo che ne ho trovata prima un'altra. Si chiama "Conoscersi", ed ha un seguito in "La Capricciosa"... te le pubblico tutt'e due.
Lucio, i tuoi due racconti sono stati spostati nella sezione della "Narrativa romantica".
Qui in questa sezione vanno pubblicati unicamente i racconti che partecipano al contest "Racconti sotto la luna"! ^^. -
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Queste parole sono incredibilmente dolci e malinconiche, eppure piene di speranza... si sente durante tutto il brano, si muove sotto traccia... è molto bello il tuo racconto.. e l'ho sentito particolarmente..
Adesso, da solo con te, sto certo assai meglio; non devo controllare le labbra. Non ho più vergogna se il sorriso è sbilenco e torto dal male: lo so che tu guardi al di là. Questa è una cosa molto bella, sapere di poter essere se stessi e quindi liberi con l'altra persona..è una cosa preziosissima.. ^ _ ^
Mescolare il sogno con la realtà... l'arte dello scrivere è questo, e le cose che vengono fuori da questo connubio sono ancora più magiche...
P.s. : E' un solo racconto per volta che va pubblicato nella gara, un racconto per ogni tema che verrà proposto!... ^ _ ^. -
*Nur* .
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Non posso che unirmi ai complimenti.
Un racconto intenso eppur colmo di delicatezza e dolcezza infinita.
Scritto molto bene. Bravissimo ^^. -
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grazie a tutti dei complimenti... mi sembrano davvero troppo generosi!
@ Miss Loryn
grazie di aver riparato al mio sbaglio.
Non sapevo di aver turbato un concorso nel quale nemmeno partecipo...
Cercherò di controllare meglio dove vado a ciabattare.
Per ora chiedo scusa. -
Foglia d'autunno .
User deleted
Ho colto nel tuo racconto un significato particolare, legato ad un inevitabile passaggio che tuttavia avviene in modo indolore.
Forse mi sbaglio e rappresenta soltanto la descrizione di un sogno, di una vita che ha prodotto e regalato e consentito di assaporare il dolce frutto dell'amore e gli altri ad esso legati, come la paternità.
In ogni caso, sei un fior di scrittore, che padroneggia perfettamente l'uso dell'italiano utilizzandolo per comporre frasi che odorano di poesia:CITAZIONEAffanno un pochino, ma non me ne turbo, da tanto, mi è cosa usuale.
Mi lascio cullare dall’ansito, ed in fondo mi piace
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Di questo racconto non ricordo nulla. Nè del momento in cui lo scrissi né di dove trassi ispirazione, per cui è da considerare di pura fantasia.
Io ho un amicale rapporto col pensiero della morte e la Nera Sorella mi incute un immenso rispetto, ma nessuna paura. Posso ipotizzare (ma lo sto pensando adesso) che forse si fosse parlato di come è morto Tizio o Caio... ed a me è venuto di chiedermi: "ed a me, come piacerebbe morire?..."
Di reale non ci vedo se non ilfatto che ho davvero quattro figli ed un portico da cui si vede il mare, uno spicchietto lontano... ma certo non credo che i miei figli sarebbero così disciplinati, e manco mi ricordo che in casa ci sia una trapunta matrimoniale azzurra!
grazie dei complimenti... so di non meritarli, ma mi fanno piacere lo stesso!. -
.grazie a tutti dei complimenti... mi sembrano davvero troppo generosi!
@ Miss Loryn
grazie di aver riparato al mio sbaglio.
Non sapevo di aver turbato un concorso nel quale nemmeno partecipo...
Cercherò di controllare meglio dove vado a ciabattare.
Per ora chiedo scusa
Lucio, ti rispondo io in attesa di Loryn... non devi scusarti! Anzi... Questo racconto qui che stiamo commentando parteciperà al sondaggio del contest e se vieni votato più degli altri verrà inserito in un nostro eBook multimediale gratuito!. -
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Grazie Erendal della tua premura e cortesia.
Io non so nulla di queste cose, poi che non partecipo mai a concorsi, premi, sorteggi e cose del genere, non per partito preso, intendiamoci, o per repulsione allergica, ma semplicemente perché non mi interessa la competizione in generale, e l'ebrezza della vittoria l'ho lasciata sugli ultimi tavoli di ping-pong (ahimé, eoni fa) e la ritrovo solo, come passatempo, in qualche partita di burraco o di tressette familiare...
Sono contento quindi di partecipare, se a voi fa piacere... ma preferirei vincesse un altro... io ho timore delle invidie, anche di quelle piccolissime.
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Un bel sognoracconto di (speranzosa) fantasia |
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