» La soffitta di InchiostrodiVerso

Le tre zucche dell'antivigilia di Halloween

(Una storia di streghe e di... un mistero) 12036 caratteri, spazi inclusi.

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    Nel piccolo paese misconosciuto, arroccato sulla vetta di una montagna, in cui ho vissuto fino all'età di dieci anni, c'era un vecchio rudere poco più grande di una stalla, il quale, a quel tempo, era la miserrima dimora di due gemelle ultraottantenni.
    Tuttavia, le anziane donne dimostravano non più di sessant'anni tanto erano agili nel corpo quanto lucide nella mente. Esse vivevano un' esistenza al limite della simbiosi. Per quanto si sapeva, avevano trascorso insieme ogni giorno della loro vita, non soltanto dividendo le gioie e i dolori, ma respirando l'una l'aria dell'altra. Allevavano animali da cortile più per compagnia che per cibarsene; inoltre coltivano un orto da cui ricavano ortaggi ed erbe medicinali. Questi prodotti, venduti con regolarità al vicino mercato, rappresentavano anche l'unica risorsa per il loro sostentamento. Olga ed Elga - così si chiamavano - conducevano un'esistenza assolutamente ritirata, per non dire eremitica; su ciò che facevano, quando erano chiuse in casa, si vociferava ogni sorta di storie strambe; qualcuno giurava perfino di averle viste danzare intorno al fuoco recitando una cantilena. Certo è che, in paese, mai nessuno aveva osato visitarle. Bussare alla loro porta appariva terrificante non meno che infilarsi in qualche grotta sotterranea.
    Da tempo immemorabile, la mattina dell'antivigilia di Halloween, le sorelle iniziavano a scavare le tre zucche più belle e grosse del loro orto, lasciate crescere a dismisura proprio a questo fine.
    Per il pomeriggio della vigilia, puntualmente, il lavoro più impegnativo era finito così che esse, poche ore più tardi, ultimavano i preparativi. Le cavità svuotate dalla polpa erano riempite di decine di candele bianche e le zucche collocate in bella mostra fuori dalla catapecchia. All'imbrunire, infine, le candele venivano accese.
    Gli involucri vegetali, grazie alle delicate luci interne che vi risplendono dentro, rischiaravano l'oscurità della notte, attenuando l'alone di paura che aleggiava intorno alla mezzanotte, l'ora fatidica che segna la fine del 30 ottobre e l'inizio del 31: la notte misteriosa, brulicante di presenze invisibili o camaleontiche.
    L'anno del mio decimo compleanno, però, la consuetudine delle tre zucche s'interruppe. Al posto di tre ortaggi, fuori dall'uscio sgangherato, ne comparvero due e basta.
    Io, che sono sempre stata una persona concreta anche nella mia infanzia, pensai che ciò fosse dovuto semplicemente a una scarsa raccolta di ortaggi.
    Di diverso avviso fu invece mia zia, che alla mia osservazione, si abbandonò a una sonora risata.
    - Se conoscessi la vera storia delle zucche e delle candele, non avresti detto una stupidaggine simile! - disse.
    - Raccontamela allora e giudicherò da me, - ribattei io in tono di sfida.
    - Se la vuoi sentire, devi anche prepararti alle sue conseguenze. Ogni storia ha delle conseguenze su chi l'ascolta, - mi avvertì.
    - Saranno conseguenze buone o cattive?
    - Mmm, chissà... Esse dipendono sempre da chi ascolta; e tu non so in quale modo ascolterai. Inizierò a raccontare quando ti sentirai pronta, - borbottò mia zia con fare sornione.
    - Inizia pure, - rilanciai per niente impressionata.
    Questa, sollecitata, mi accontentò: - Si dice che una volta all'anno, e precisamente durante la notte di Halloween, allo scoccare della mezzanotte, si apra un varco fra il nostro mondo e quello, invisibile per gli occhi umani, abitato da strane creature che non sono né vive né morte. Alcuni sciocchi pensano che fra esse ci siano anche i vampiri e i lupi mannari; altri, invece, che la sanno molto più lunga, credono che, a potere transitare dall'uno all'altro dimensione, siano soltanto gli spiriti senza riposo dei fantasmi e le streghe. Comunque sia, a qualunque versione tu presti fede, nessuno ha mai messo in dubbio l'esistenza del varco: questo sia chiaro. La sua apertura è assai limitata giacché inizia a chiudersi non appena incomincia ad albeggiare. Tutte le creature, di qualunque genere, quando inizia a farsi giorno, non hanno che pochi minuti per oltrepassarlo di nuovo in senso opposto. Se non lo facessero, resterebbero immobilizzati per l'eternità e... beh, puoi capire da sola come la mancanza di movimento sia poco piacevole per chi non è completamente morto. Sul limite della chiusura del varco all'inizio del primo chiarore non sono ammesse deroghe, beninteso. Non ce ne sono mai state, né ce ne saranno in futuro. Ora, alcuni credono che la ragione per la quale gli spiriti dei fantasmi senza pace oltrepassano il varco, sia per vendicarsi. Quando ancora erano vivi avrebbero subito un gravissimo torto senza ricevere giustizia. Volendo ottenerla a tutti i costi, ritornerebbero ciclicamente sulla Terra con l'unico scopo di vendicarsi di quanti fecero loro del male.
    - Sarebbero dei vendicatori solitari! - esclamai io, in preda a una repentina eccitazione.
    - Quella che ti riferisco è l'opinione comune. Invece, se non vuoi affidarti al giudizio dei più, ti dico che a cercare vendetta non è che qualcuno; il resto degli spiriti dei fantasmi ha nostalgia dei propri cari quaggiù e non vuole altro che rivederli, - mi tranquillizzò la zia (aggiungendo una versione inedita alle già molte in circolazione.) Generalmente – puntualizzò lei - le persone propendono a credere che questi siano spiriti guidati da cattive intenzioni piuttosto che il contrario. A causa di quest'idea dura a morire, nella notte di Halloween, molti si circondano di zucche e candele. È risaputo infatti che questi oggetti sono degli efficaci amuleti. Come sempre è più facile credere a ciò che si vuole credere piuttosto che alla verità.
    - Mistero risolto, dunque! Le due vecchiette si riforniscono di zucche e candele per tenere lontani gli spiriti dei fantasmi. Come si dice? Nel dubbio, meglio prevenire che curare, - commentai.
    - Anche tu ti affidi al giudizio dei più, senza guardare ciò che c'è oltre il tuo naso? - fui redarguita.
    - Cosa ci sarebbe oltre il mio naso? - protestai.
    - Per esempio, soltanto una parte della storia. Dal varco non passano soltanto gli spiriti dei fantasmi: te l'ho detto.
    - Certo, le streghe... Anche loro ritornano qui perché hanno nostalgia di qualcuno? O non vorranno, magari, vendicarsi sui discendenti di coloro che le hanno messe sul rogo?
    - Non ritornano per nessuno dei tuoi motivi. Tutte le streghe, e per tutte intendo sia quelle morte sia quelle ancora in vita, la notte di ogni Halloween, si radunano in luogo segreto e lì, alla luce di un grande falò, iniziano a far bollire l'acqua nel pentolone e a gettarvi dentro centinaia di erbe diverse. Esse devono completare la più grande pozione che sia mai stata preparata.
    - Qual è? - domandai, sgranando gli occhi.
    - L'elisir dell'eterna giovinezza – rispose mia zia abbassando la voce, quasi temesse di essere udita da qualcun altro che non fossi io.
    - Come fai a saperlo?
    - Ciò non ha importanza... Importa, semmai, che fosse la stessa pozione che stavano cercando di realizzare quando si cominciò a perseguitarle. Il segreto, gelosamente custodito, in qualche modo era trapelato. Qualcuno, credendo erroneamente che esse fossero arrivate a completarne la formula, tentò d'impossessarsene; non importa a quale prezzo in vite innocenti.
    - È terribile, - mormorai.
    - Sì, furono anni pieni di paura. Bastava un mezzo sospetto, un'accusa lanciata per puro rancore e migliaia di donne venivano uccise. Non importa quanto fossero giovani o vecchie. Nessuna, peraltro, avrebbe potuto rivelare la pozione dell'elisir perché essa non era ancora pronta né lo sarebbe stata finché le ultime due streghe non avessero raggiunto il luogo segreto, nella notte di Halloween così come tutte le altre streghe del mondo. Queste due streghe consanguinee erano le sole a conoscere i restanti ingredienti necessari per colmare le lacune della preparazione. Tuttavia, loro non erano ancora nate. Il loro tempo era lontano. Alcune streghe, col dono della preveggenza particolarmente sviluppato, avevano "visto" questo ostacolo insormontabile, e dunque sapevano che ogni sforzo sarebbe stato vano per molti secoli ancora. Cercarono con ogni mezzo di avvertire le altre, ma non furono credute, neppure da coloro che, evidentemente, avrebbero dovuto fidarsi. Ci furono molte che diffidarono delle loro stesse simili. Ma si sa che è più facile credere a ciò che si vuole credere piuttosto che alla verità.
    - Cosa c'entrano le streghe con le candele? - chiesi con interesse sempre più vivo.
    - Ebbene, tutte le streghe debbono ritrovarsi insieme, non importa se sono ancora vive oppure no. Quelle morte, però, possono tornare di qua soltanto quando si apre il varco, rimanendo in questo mondo oltretutto per poche ore. Oltrepassando il varco, sono disorientate e le candele servono quali segnali luminosi per aiutarle a trovare la strada. Ci sono delle streghe custodi, per ogni generazione, che si occupano espressamente di disseminare il cielo di segnali luminosi. Ogni zucca rappresenta lo spirito di una strega che deve ancora arrivare a destinazione.
    - E qua... qua... quando lo spirito è giunto, ch... che fi... fine fa la sua zu.. zucca...? - mi arrischiai a domandare, balbettando mio malgrado.
    - Cosa vuoi che succeda? Che la sua zucca sparisce, - mi venne risposto.
    - Sparisce... - ripetei imbambolata. Ormai, non deglutivo più.
    - Su, finiamola qui, con i racconti, - tagliò corto la zia. - Devi aiutarmi a preparare questa tisana, - mi annunciò. - Prendi il mortaio e il pestello. Io ti passo le erbe da ridurre in polvere. “Viburno, romice, passiflora, anacardio, issopo”, mi elencò, passandomele una per una.


    Sono passati vent'anni anni da quando ascoltai questa storia che adesso vi ho raccontato.
    Poco dopo quell' Halloween, mi trasferii con i miei genitori in una città rumorosa dove le zucche si vedono soltanto dipinte sui cartelloni pubblicitari o, al massimo, tagliate a cubetti nel reparto dei surgelati.
    Le zucche di Olga e Elga mi erano completamente uscite di mente come pure le candele accese.
    Ma quei ricordi della mia infanzia, presto o tardi, dovevano riaffiorare nella mia coscienza.
    Due anni fa mia zia è morta (giusto l'antivigilia di Halloween) e io sono ritornata al paese per il suo funerale. Lei era già molto anziana. Il fatto che fosse morta, benché mi avesse rattristato, non mi aveva sorpreso. Neppure mi aveva meravigliato il fatto che fuori dall'uscio delle gemelle (ancora in vita, e ancora dall'apparente età di sessant'anni mentre dovevano essere ormai ultracentenarie), ci fossero le solite due zucche.
    A sorprendermi, togliendomi il respiro, è stato invece quello che, casualmente, notai l'anno seguente, allorché, in occasione del primo anniversario della morte della zia, mi stavo recando al cimitero per portare dei fiori sulla sua tomba.
    Passando davanti alla catapecchia delle due gemelle, vidi, esposta fuori, un'unica zucca. Una sola...
    “Ciò significava – rammentai – che all'appello mancava l'ultima strega.”
    - Ma no! Cosa stai farneticando? Queste sono solo storielle per spaventare i bambini e i creduloni! - replicherete voi, deridendomi.
    A questo punto, sono sicura che qualcuno avrà pensato all'ennesima coincidenza.
    E come dargli torto? Io stessa, se non fossi stata testimone involontaria di questa storia, non potrei credere a una parola di quello che dico.
    D'accordo, non so se vi convincerò. Se non avverrà, pazienza. Comunque, per non tralasciare niente, devo aggiungere anche cosa accadde la notte seguente.
    Alla vigilia di Halloween sognai la mia buona, cara zia che mi riportò alla mente un particolare trascurato dalla mia razionalità: le due streghe, indispensabili per completare l'elisir dell'eterna giovinezza, sarebbero state consanguinee.
    Quindi, prima di scomparire, mi rifece l'elenco di quelle curiose erbe medicinali che, una volta, avevo dovuto pestare nel mortaio: viburno, romice, passiflora, anacardio, issopo, più un'altra, mai sentita in precedenza.
    Di quest'ultima, non rivelerei il nome nemmeno sotto tortura. E ciò perché, in fin dei conti, come la buona donna era solita ripetermi, è più facile credere a ciò che si vuole credere piuttosto che alla verità.
     
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    Irene

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    La verità alle volte non vuole essere creduta! Bella morale!!! ^^
    Storia che ho trovato deliziosa, anche se non particolarmente misteriosa.
     
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    Anch'io ho apprezzato molto il messaggio finale e devo dire che il racconto in generale non mi é dispiaciuto. In genere prediligo il narratore in terza persona, ma qui, invece, l'utilizzo della prima persona ci sta davvero bene e lo scritto risulta molto scorrevole.
     
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  4. Foglia d'autunno
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    Interessante il racconto e il proseguo generazionale dell'attività di strega, le zucche di Halloween diventano molto più di quello che si pensa: azzeccato melange di fantasia e mistero. Molto brava.
     
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    ::: AniMangaManiaca :::

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    Bianost - Qualinesti

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    Halloween e la streghe hanno sempre il loro fascino. In questo racconto mi è piaciuto il gioco che hai fatto con la storia delle streghe consanguinee, perché tutto il brano fa pensare che le streghe mancanti all'appello fossero le due gemelle (a proposito, nemmeno a farlo apposta anche io ho usato due gemelle nel mio brano!), mentre sul finale, si scopre che non sono altri che la narratrice e sua zia, lasciando il lettore piacevolmente sopreso, proprio perché "è più facile credere a ciò che si vuole credere piuttosto che alla verità". È molto più facile pensare che quelle due vecchiette che sembrano conoscere l'elisir dell'immortalità, siano le vere streghe a causa del proprio stile di vita eccentrico, piùttosto che rendersi conto che le vere fattucchiere, sono ben celate e integrate tra noi.
    Racconto davvero carino e piacevole da leggere. :D
     
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    E' proprio vero, è facile credere in ciò che si vuole. E spesso lo facciamo diventare noi una realtà!
     
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    Grazie a tutti per i complimenti. Questo racconto lo scrissi anni fa in occasione di Halloween... L'ho postato soprattutto per partecipare. Il soggetto dovevano essere le streghe e il mistero aleggiante intorno alle loro figure leggendarie.
     
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  8. Raffica di vento
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    Mistero c'è... dietro la storia! Come per l'altro racconto non mi ha fatto impazzire ma riconosco il valore del testo. E faccio i complimenti qui a tutti: il livello è alto!
     
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    bella storia... mi è piaciuto quello che le zucche sono un segnale per le streghe con le candeline..... bello.... :)
     
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  10. MournfulCreatureOfTheDark
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    CITAZIONE
    è più facile credere a ciò che si vuole credere piuttosto che alla verità.

    La frase che più ho apprezzato e che trovo incredibilmente vera. Detto questo, il racconto è originale e affascinante, ben scritto, con un finale a sorpresa davvero ottimo. Complimenti!
     
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    Da una porta segreta la trasparenza delle stelle.

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    CITAZIONE (j.darkblue @ 10/1/2013, 18:05) 
    Grazie a tutti per i complimenti. Questo racconto lo scrissi anni fa in occasione di Halloween... L'ho postato soprattutto per partecipare. Il soggetto dovevano essere le streghe e il mistero aleggiante intorno alle loro figure leggendarie.

    E il carisma e il mistero che aleggia intorno alle streghe nel tuo racconto è palpabile. ^ _ ^ Questa frase ripetuta è più facile credere a ciò che si vuole credere piuttosto che alla verità è la metafora del racconto che aggiunge ancora un altro pizzico di mistero e fascino, il tuo è un racconto di cui sono riuscita a sentire tutta l'atmosfera!
     
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10 replies since 1/1/2013, 22:02   68 views
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