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.La messa nera 
“Che fai non entri?”
Quella frase mi era entrata nelle vene facendomi raggelare. Per me era la prima volta.
“Certo!”
Sorrisi io.
Un luogo fuori città in un terreno abbandonato, le scale mi portavano giù.
“Sbrigati, indossa il cappuccio”.
Mi dicevano.
Ed io lì che lo guardavo infilando le dita tra i fori degli occhi. Il cuore voleva schizzarmi fuori dal petto, io non credevo nel culto ma volevo vedere. Chissà com’era fatto il dio nero, cosa avrebbe detto, come si sarebbe manifestato. Soprattutto cosa avrebbe fatto.
Alla fine anche io avevo indossato il cappuccio e mi trovavo tra i banchi con il grosso cero tra le mani del rituale; lo accesi con la mano tremolante, più dell’esile fiamma che combatteva il freddo per sostenersi. Il mio respiro ansioso non le era d’aiuto, la faceva vacillare ancora di più.
“Quando arriva?”
Chiesi a voce bassa.
“Presto”.
Mi rispondevano.
Ma sembrava un’eternità.
Iniziarono nell’attesa ad intonare una cantilena, parole strane che non mi piaceva ascoltare. Seduti sul pavimento si aspettava. Tenevo la mia mano ben salda nella tasca dei jeans dove il mio coltello da difesa era l’unica certezza.
Finalmente lui apparve tra le fiamme di due fiaccole incrociate. Indossava un’enorme testa di bue con tanto di corna, ma il corpo era di un uomo comune avvolto all’interno di una lunga tunica nera. Tutti si piegarono in sua venerazione, ed anche io. Ripetevo alla fine le loro blasfemie finché non ne potei più.
Mi alzai ignorando il suo diktat e lo interruppi togliendo il cappuccio nero dalla testa. I miei capelli biondi lunghi e lisci sgusciarono giù per le spalle, mentre il mio sguardo severo e arrabbiato cercava i suoi veri occhi dietro la testa di bue. Non avevo più paura.
La mia amica a denti stretti per non divenire mia complice m’implorava di tornarmi a sedere.
“Ma che hai fatto, sei una folle”.
Lui mi guardò, io guardai lui.
Silenzio.
“Sei una nuova adepta?”
Mi chiese.
“No, io non ti venero”.
Risposi.
Intorno a me si era formato un vuoto, tutti prendevano le distanze da me. Scese dal suo trono e si avvicinò, gli altri si erano separati su due lati come le acque del Mar Rosso. I suoi passi scolpivano i miei pensieri, quando lui fu da me cercai senza timore di alzargli la testa di bue per scoprire il suo volto; ma lui fermò la mi mano.
“Guardami”, mi disse. “E porta rispetto, questo è il mio regno; e loro la mia gente”.
Il suo ciondolo a teschio sembrava parlarmi. Capii che il teschio era vero. Dal palmo della mano aperto mi soffiò nelle narici una strana polvere che mi fece perdere i sensi. I miei occhi si spensero e caddi in trance per risvegliarmi sul suo altare.
Ero legata mani e piedi, bocca sigillata da un nastro adesivo spesso di colore grigio. L’odore della colla fin dentro alla gola mi pizzicava le corde vocali impedendomi di urlare. Anche la vista era confusa, probabilmente ero stata drogata. Distesa di schiena, e nuda; ero la vittima sacrificale della loro cerimonia. Anche la mi amica era lì con loro, contro di me.
Il dio nero agitò in aria un grosso coltello, aveva lo sguardo invasato e la sua voce non era da meno: urlava un canto diabolico con tono crudele. Mi avrebbe aperto in due, ed io non riuscivo a muovere un dito. Era la fine.
“Che fai non entri?”
Quella frase mi aveva veramente raggelato il sangue nelle vene. Avevo appena fatto un pensiero orrendo. Il dio nero mi stava per uccidere.
“No, ci ho ripensato; non fa per me la messa nera”.
Lasciai cadere in terra cero e copricapo e scappai via.
Tutt’oggi non ho ancora capito cosa si celebri laggiù, cosa facciano tutte quelle persone. L’unica cosa che so è che un giorno la mia amica non è più tornata a casa.
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Trama interessante, mi ha coinvolto. Soprattutto la tua storia riflette una verità nascosta che è dietro l'angolo e che non si vede. Mi viene spontaneo da dirti: ma è ispirata al vero? Se sì, vorrei approfondire! ^^ . -
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Qualcosa di vero, ahimé, c'è. Ma non vorrei influenzare nessuno. Magari ne parlo a fine mese dopo il sondaggio, OK? 
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Racconto formidabile e coinvolgente. Anche il mio sangue si è raggelato nelle vene e alla ancora adesso mi pervade un gran senso di angoscia. Davvero complimenti! . -
Foglia d'autunno .
User deleted
Meglio non correre rischi, non si sa mai!
Racconto avvincente sotto tutti i punti di vista: bravissima.. -
.Qualcosa di vero, ahimé, c'è. Ma non vorrei influenzare nessuno. Magari ne parlo a fine mese dopo il sondaggio, OK?
Va bene, io vorrei vedere cosa c'è dietro il tuo racconto. L'argomento ha sempre intimorito anche me, ma (come la protagonista della storia) vorrei vederci qualcosa di più, senza rischiare! Racconto anche per me avvincente!
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Bel racconto, c'è dentro tutta la paura e l'angoscia di chi ha messo il naso in situazioni troppo grandi e pericolose e ho davvero avuto paura che la ragazza finisse aperta in due. Quando poi si è rivelato che quello fosse solo un suo pensiero e che per quel motivo abbia deciso di fuggire, mi sono rasserenata, almeno per un po'.
Perché leggere sul finale che comunque l'amica della ragazza non è più tornata, mi ha lasciato addosso un senso immane d'angoscia, e mi ha ricordato quanto questa sia una realtà davvero attuale e vicina a noi.
Davvero un bel brano, complimenti!. -
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Sei sempre la solita tu, eh?! A raccontar di 'ste cose, mi metti paura. Io ti ho avvisata, e lo sai!?
A parte la ramanzina, la tua storia mi fa calare nella paura. Anche perché so che il fondo di verità c'è.... -
MournfulCreatureOfTheDark .
User deleted
Racconto interessante e leggermente angosciante, soprattutto per via del finale e del fatto che di casi di cronaca legati alle messe ne esistono a decine; mi è piaciuta molto la scelta di sviluppare il racconto facendo credere che fosse quel che stava realmente accadendo e poi alla fine svelare che era tutto frutto dell'immaginazione della ragazza. Gran bel racconto, complimenti! . -
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Bell racconto... mi hai coinvolto... bella la fine che era solo un suo pensiero e che l'amica non è tornata a casa...
brava.... -
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Ho sentito i brividi leggendoti... e la narrazione veloce e il testo breve sono perfetti. Bellissima anche la trovata finale.. . -
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Siete sicure che si tratti soltanto di un racconto? 
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Di tutti i racconti che leggo nel mese questo è il più simile al mio status di essere, avendo anche sfiorato l'argomento più volte dal vivo. Il mio consiglio è di non scherzare mai su questo genere di cose, a tal proposito al termine del sondaggio ti inviterei a dire quello che c'è, come dici, di vero dietro il tuo narrare. . -
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Ma non dovevi spiegarci qualcosa? ^^ . -
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Raggelante il fatto che effettivamente trovandosi in situazioni del genere uno comincia ad avere i peggiori pensieri, chissà magari la prossima volta partecperà... .
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