» La soffitta di InchiostrodiVerso

The descent.

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  1. Flogoriano
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    Giusto per fare numero posto un vecchio racconto.

    Era una notte tempestosa quella e me ne stavo rintanato nella locanda di donna Augusta…
    Donna Augusta, era una femmina assai corpulenta, dai modi bruschi e mascolini, ma come dargli torto del suo modo di fare, dovendo trattare ogni giorno con gentaccia di ogni tipo.
    Ero cliente abituale del suo locale da molti anni, avevo avuto modo di conoscerla più approfonditamente e sapevo che sotto quella dura corazza di pietra si nascondeva un cuore d’oro. Per nulla al mondo si sarebbe sognata di lasciarmi fuori, in mezzo alla bufera, anche se in quel periodo non avevo un soldo in tasca e non avrei potuto certo pagarla per quella misera, ma benedetta cena che mi aveva offerto. Le volevo bene, ed anche lei me ne voleva, a modo suo. Di fronte agli altri avventori mi trattava sempre come uno straccione, ma quando eravamo soli, io e lei, si dimostrava assai gentile e premurosa…
    Improvvisamente un lampo squarciò l’aria proiettando per un istante delle sinistre ombre all’interno del piccolo tinello, attraverso i vetri appannati della locanda. Subito dopo, un impetuoso tuono li scosse violentemente facendoli andare in frantumi; per un istante fui fermamente convinto di aver visto un ombra diabolica sghignazzare attraverso l’intelaiatura delle finestre. Chiusi gli occhi, anzi, sbattei ripetutamente le palpebre e non la vidi più, così mi convinsi di aver avuto un’allucinazione. Comunque avevo bisogno di bere ancora per scacciare i miei fantasmi. Quelli non mi abbandonano mai; cerco di affogarli nella birra, ma hanno ormai imparato a nuotare. Anzi credo ci sguazzino proprio nell’alcool; ci si fanno pure i tuffi dal bordo del bicchiere. Urlai a donna Augusta di portarmi un altro boccale di birra e lei mi chiese quando l’avrei pagata. Mi apostrofò “brutto pidocchio” ad un tono di voce sufficientemente alto da farsi udire dagli altri, i quali guardandomi con occhi storti cominciarono a borbottare sommessamente.
    Le risposi che l’avrei pagata l’indomani sapendo che non era vero, ed anche lei lo sapeva. Però me la servi ugualmente, augurandomi che mi potesse andare di traverso e quella volta mi diede del “pezzente”, sempre con quel suo tono di voce imponente.
    Sapevo che in cuor suo non voleva dirmi certe cose, ma se si fosse dimostrata tenera nei miei confronti, gli altri se ne sarebbero approfittai e non sarebbe più stata in grado di tenere a bada le teste calde. E poi non potevo offendermi in ogni caso, perché non aveva tutti i torti.
    Dopo che il colera si era portato via la mia povera moglie, non ero più riuscito ad andare avanti, e il dolore soffocante che provavo mi fece presto cadere in miseria. Inizialmente mi rinchiusi in casa e non volli vedere nessuno, non avevamo avuto figli per cui ero completamente solo; soltanto una vecchia vicina di casa, una buona cristiana, mi portava spesso del cibo per compassione. Ma ben presto anche lei si stancò del sudiciume e della puzza in cui vivevo, e smise semplicemente di farlo.
    Così fui costretto ad uscire dalla mia prigione e andare ad elemosinare qualche tozzo di pane in giro per il paese, visto che non avevo più la forza ne la voglia di lavorare. Piano piano cominciarono tutti a trattarmi come il pezzente e finii con il rubare conigli, galline e qualche frutto pur di cercare di sfamarmi. Fino al giorno in cui donna Augusta mi invitò a mangiare nella sua locanda. L'avrei pagata quando mi fossi rimesso in sesto disse, ed è da allora che gli sono molto affezionato.
    Mentre sorseggiavo la mia birra, la tempesta cominciò ad impazzare ancora più violentemente; si alzò un forte vento e la porta di legno cominciò a scricchiolare sotto la spinta delle raffiche. Nel locale si alzò una cappa di gelido silenzio, tutti gli occhi erano fissati sulla porta, convinti di vederla cedere da un momento all’altro. E così fu, infatti. Pochi istanti dopo, la porta venne scardinata e scaraventata lontano sulla strada, come se una creatura mostruosa l’avesse tirata via con i suoi poderosi artigli. Il vento e l’acqua e l’intera tempesta si trasferirono dentro le quattro mura della locanda seguiti da una fitta nebbia che dalla porta si fece largo attraverso i tavoli, mantenendosi bassa a pochi centimetri dal pavimento, come un tappeto che lo ricopriva interamente.
    Poi, da quella nuvola di vapore, proprio di fronte ai miei occhi, si alzò un pennacchio e poi un altro ed un altro ancora e questi cominciarono a danzare aggrovigliandosi e contorcendosi ed amalgamandosi fino ad assumere una forma a me familiare.
    Era l’immagine esatta della mia povera moglie, era fatta di puro vapore, ma la riconobbi, era lei. Puntandomi un dito contro e con una voce gutturale e minacciosa, che pareva provenire dalla gola di un demonio, esclamò:
    «TU, MISERABILE… SONO VENUTA A PRENDERTI!»
    Al suono di quella minaccia mi sentii rabbrividire, avrei voluto dire qualcosa, scappare, urlare. Avrei voluto fare qualunque cosa insomma, ma mi pietrificai e restai immobile.
    Donna Augusta mi trascinò via prontamente; mi mise in mano una lampada, aprì una botola dietro il bancone e mi ci spinse dentro dicendomi di stare fermo fino a quando non si sarebbe calmata la tempesta. Così mi ritrovai in un cunicolo stretto e buio con delle scale ripide che scendevano, senza che io riuscissi a scorgerne la fine.
    Alzai la testa per guardare la botola chiusa sopra di me e vidi che la nebbia stava iniziando a penetrare attraverso le assi di legno, così mi incamminai giù per la scalinata.
    Ogni tanto mi voltavo indietro e vedevo sempre quella fitta nebbiolina seguirmi e continuavo a scendere.
    Scendevo, scendevo, scendevo e quelle scale non finivano mai, e quella nebbia mi stava sempre dietro. Così continuavo a scendere, a scendere, a scendere, a scendere, a scendere… in un’eterna fuga fino all’inferno!
     
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    Irene

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    Tanto per partecipare dici? Io dico che è buona questa discesa verso l'inferno... dovresti partecipare di più flog caro! ^^
     
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  3. Flogoriano
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    Ti ringrazio per le tue parole d'incoraggiamento, ma sto vivendo un periodo (ormai lungo) di grosse difficoltà e conflitti interiori attinenti l'espressione della mia personalità artistica e non so se e quando ne uscirò. oggi ho visto uno spiraglio che forse mi porterà verso una nuova coscienza o forse non mi porterà da nessuna parte. Fino ad oggi mi sono sentito in un vicoo cieco e scrivere era diventato via via più difficile, spero, però, nei prossimi mesi, di ritrovare almeno parte dell'impulso creativo per poter condividere con voi, che già mi avete dimostrato di essere squisite persone, al fine di poterci insieme abbracciare nella passione per la scrittura e poter essere insegnanti e allievi di noi stessi.

    LOL
     
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    Elfo

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    Anche qui un bel testo tutto imperniato sulle sfumature horror, che gradisco molto! :) A me è piaciuto!
     
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    ::: AniMangaManiaca :::

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    Bianost - Qualinesti

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    Bello questo brano, mi è piaciuto il modo in cui hai descritto il rapporto tra il protagonista e Donna Augusta e il modo obiettivo in cui il primo descrive se stesso.
    Il finale lascia sorpresi e quella discesa di cui non conosciamo il termine, mette ansia e curiosità. :D
     
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  6. Foglia d'autunno
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    Racconto scritto in modo impeccabile e decisamente accattivante.

    momenti così ne attraversiamo tutti; io penso che le persone, e gli scrittori in modo particolare, sono un po' come l'araba fenice: si fermano, cambiano, muoiono nella loro forma precedente, risorgono diversi e così via, a seconda delle esperienze fatte e del tempo che passa. La creatività tornerà a trovarti presto, ne sono sicura :)
     
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    Dravn

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    Un periodo lungo di grosse difficoltà? Spero lo hai (per lo meno) quasi alle spalle. Se noi del forum possiamo esserti d'aiuto, lo sai, siamo qui! :)

    A me piace il tuo scrivere, il tuo scrivere a tratto dark-horror!" ;)

    Io non sono una MISERABILE, affronterei sfrontata il mio destino...
     
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  8. MournfulCreatureOfTheDark
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    Interessante la discesa finale, come anche il rapporto tra il protagonista e Donna Augusta, personaggio molto realistico per quel poco che se n'è parlato; ci sono un paio di virgole fuori posto
    ad esempio
    CITAZIONE
    Donna Augusta, era
    , ma in generale è un buon racconto^^
     
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7 replies since 10/1/2013, 16:16   43 views
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