» La soffitta di InchiostrodiVerso

La creatura misteriosa

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    I suoi occhi profondi fissavano le acque mosse che riflettevano la luce della luna. Lentamente e pensieroso espirò il fumo della sua sigaretta.
    Rico lo scorse appoggiato ad una botte a prua della nave.
    “Non riesci a dormire? Beh nemmeno io, a dire il vero.” Dopo un attimo di silenzio aggiunse “Ma tu devi sempre accettare queste missioni di merda?!" scuotè la testa.
    “Cosa avrei dovuto fare secondo te?” rispose irritato.
    “Farti gli affari tuoi come fai sempre. Cavolo so già come andrà a finire.”
    “Quindi se un tuo vecchio amico ti supplicherebbe per aiuto tu non lo aiuteresti? Cosa potevo fare? È disperato. E poi dai, finiscila con questa storia! Ce la siamo sempre cavati benissimo. Guarda che io so perché ti comporti cosi.” rise.
    “Cosa? Come mi comporto?!!”
    “Di solito sei il primo che si butta in un avventura senza pensarci due volte, guarda che ti conosco bene. Lo so che volevi andare dalla tua puttanella preferita. Anche io preferivo riposarmi un pò. A proposito, non dirmi che provi qualcosa per lei?”
    “Ahhh, ma non dire sciocchezze!”
    borbottò e guardò a terra. Gli strappò la sigaretta dalla mano e fece un tiro profondo. “Dovevi proprio cambiare rotta!” espirò nervosamente.
    “Comunque potevi dirmelo di persona, ci sono rimasto male.” lo fissò.
    Rico lo guardò sconvolto “Mi avresti preso per in giro e ti saresti arrabbiato” lo guardò insicuro “non sei arrabbiato?”
    “Sai benissimo che non potrai vederlo crescere. È per questo che sono contrario. Sarai sempre il padre inesistente. Finché verrà qualche stronzo a prendere il tuo posto.”
    Si riprese la sigaretta “Torneremo in tempo per vederlo nascere. Te lo prometto.”
    Volse di nuovo lo sguardo al mare “Siamo vicini ormai, non possiamo più tirarci indietro.” disse sospirando.
    Rico annuì “Bene, Capitano.”

    ***
    Qualche giorno prima era arrivata una strana lettera tramite un corvo da parte di Aris, un vecchio amico, con il quale aveva condiviso varie avventure in passato. Aris supplicò di aiutarlo. Una creatura misteriosa era comparsa nei pressi del suo villaggio. Aveva rapito tutti i bambini dei contadini e anche le sue due figlie. Tutti i tentativi di salvarli fallirono e molti morirono.

    ***

    La mattina seguente approdarono sulla costa di Laskir e il Capitano accompagnato da Rico, il suo braccio destro, si misero in cammino attraversando la foresta raggiungendo infine il villaggio di Aris. Non era affatto come se lo ricordava. I suoi ricordi erano pieni di colori e profumi di fiori vari. Al loro posto trovò Laskir avvolto in un velo di ghiaccio, neve, nebbia e tristezza. Tutta la vita si era fermata. Il villaggio era desolato e i campi distrutti.

    La gente lo osservò attentamente camminare verso la casa di Aris.
    Bisbigliando tra loro con voce bassa “è lui?”
    “Oh mio Dio quanto è bello… è cosi giovane. Aris ha detto che lo conosce da quando era giovane. Ma non è possibile.” Sussurrò una donna ad un'altra contadina avvinghiata a lei.
    “Guarda che occhi” bisbigliò l’altra.

    Rico gli fece cenno con la testa verso un uomo girato di spalle che stava lavorando un pezzo di metallo con un martello pesante .
    “Ehi, vecchio!” esclamò il capitano.
    L’uomo si girò di scatto e i suoi occhi si spalancarono e si riempirono di gratitudine.
    “Tristan!” gridò. “Sei qua.”
    Si abbracciarono teneramente come due vecchi amici.
    “Sei proprio come ti ricordo. Non sei invecchiato nemmeno di un giorno, bastardo.” rise Aris.
    “Non si può dire lo stesso di te.” lo prese in giro Tristan.
    “Suvvia, vieni con me.”
    Li portò nella sua casa e durante un povero pasto gli spiegò i fatti disperato.
    “La creatura è apparsa dal nulla da un giorno all'altro. Nessuno sa cosa sia. Ma alcuni hanno visto delle ombre. Pensiamo che si tratta di una creatura d’ombra. Uno dopo l’altro ha portato via i nostri figli. Siamo andati a cercarli, ma non tutti sono tornati vivi. Vive in una grotta nella montagna ed esce solo la notte quando non ce il sole. Devi aiutarmi. Sono le mie uniche figlie. Sono passate due settimane ormai, ma non perdo mai la speranza che sono vive. Sei la mia ultima speranza.”
    “Vedrò cosa posso fare.”
    rispose.
    Dopo qualche ora lo portò in una grande fienile, dove era radunato quasi tutto il villaggio. Cera un grande baccano tra lamenti, pianti e discussioni accese.
    Lo trascinò davanti alla folla “Come vi avevo detto, lui è venuto! Salverà i nostri figli.”
    Un uomo nelle prime file lo guardò irritato “Ci avevi promesso un ciurma di pirati spietati e fortissimi che ci avrebbe riportato i nostri figli. Invece ci hai portato un solo uomo! Ci hai preso in giro, vecchio. Cosa può fare costui?” gridò adirato con il sostegno degli altri uomini che lo incitarono.
    Durante una accesa disputa sul fatto se lui poteva o non poteva salvare i bambini Tristan e Rico uscirono senza farsi vedere.
    “Ho mal di testa. Forse era uno sbaglio venire. Hanno aspettative troppo alte, non ho mai detto che potevo riportarli indietro.”
    “Stai pensando di svignartela per caso?” chiese Rico.
    “Io non mi tiro mai indietro. Ma se sono tutti morti, cosa gli dico?” disse passandosi la mano sul viso .
    Una bambina si avvicinò a lui e lo guardò con occhi grandi, era l’ultima bambina rimasta nel villaggio e all’imbrunire la creatura sarebbe venuta a prenderla.
    “Mi riporterai mia sorella?” chiese dolcemente.
    Rico e Tristan si guardarono e annuirono.

    - - -

    Andarono insieme ad Olas, un uomo coraggioso del villaggio che aveva perso suo figlio.
    Tristan osservò la neve e scuotè la testa “Come fa un ombra a lasciare delle tracce? Le creature d’ombra non lasciano tracce di solito.”
    “Odio le creature d’ombra!” esclamò Rico.
    “Le persone del villaggio sono convinte che si tratta di creature d’ombra. Sostengono di averle viste. Ma non capisco perché dovrebbero rapire dei bambini. Ce qualcosa che non quadra in questa storia.”
    Seguendo le impronte arrivarono all’entrata della fatidica grotta. Si addentrarono lentamente fino ad arrivare ad una specie di spiazzale roccioso nelle profondità della montagna.Videro dei mucchi di ossa per terra.
    “Nooo, sono tutti morti.” Singhiozzò Olas e cadde sulle ginocchia.
    “Alzati!” lo rimproverò Tristan.
    Appena finito di parlare si sentì una scossa simile ad un terremoto trapassare la grotta.
    “Dobbiamo uscire immediatamente!”
    Rico guardò Tristan che gli fece notare le pareti impregnate di liquido nero. Alzò Olas da terra e lo tirò dietro di se con violenza. “Andiamo.”
    Le scosse si ripeterono sempre più forti.
    “Andate!” comandò Tristan.
    Rico e Olas corsero verso l’uscita.
    “ E lui?” chiese Olas intimorito guardando Tristan che rimase indietro.
    Si sentirono delle grida assordanti che divennero sempre più forti. “Cosa sono queste grida? Le creature d’ombra?” balbettò Olas.
    “Credimi, non vorresti saperlo!” disse Rico.
    All’uscita Rico velocemente prese la fialetta che aveva appesa al collo e sparse il liquido rosso in essa contenuta sulla neve davanti alla grotta. Poi si gettò nella neve sfinito.
    “Adesso sta a te Capitano” disse.

    Tristan si guardò intorno e ad un tratto le grida fecero spazio al silenzio. Ombre apparvero e scomparvero veloce come fulmini sui muri. Sentì bisbigliare. Davanti a lui si materializzò un essere spaventoso che lo fissava, scrutandolo muovendo la testa. Era una specie di donna dai capelli bianco grigi che fluttuava nel aria. I suoi abiti erano a brandelli. Il suo viso era deformato e osseo con i denti lunghi appuntiti e gli occhi completamente neri. Dietro di lei strisciarono dei bambini pallidi fuori dal ombra. I loro occhi erano bianchi e dalla loro bocca sgorgava del liquido nero.

    “Chi ti ha evocato, Fukindir?!”
    La creatura rise e poi emanò un grido assordante.
    “Chi sei tu, mortale? Da pronunciare il mio nome?!" esclamò con una voce vecchia e graffiante.
    I bambini barcollando si avvicinarono sempre di più.
    “Sono venuto a terminare la tua esistenza!”
    Il Fukindir rise ad alta voce “Non potrai terminare la mia esistenza, sciocco. Morirai come tutti gli altri prima di te!”
    Tristan sapeva bene che questa creatura spaventosa non poteva essere uccisa facilmente. Non poteva essere trafitta da lame o armi, dato la sua essenza di ombra. Questi esseri erano una volta umani, poi alla loro morte qualcuno evocava la loro Neshad (anima) cosi tornavano in vita sotto forma di Fukindir. Per continuare a vivere dovevano nutrirsi di bambini innocenti che dopo che gli succhiava l’anima si trasformavano in bestie che mangiavano carne cruda e sangue. Con loro veniva desolazione e ghiaccio. Cera solo una cosa che li poteva immobilizzare. Sangue di Drago. Questo li trasformava in statue di ghiaccio, ma per salvare le anime dei bambini si doveva uccidere la persona che l’aveva evocata prima che il sole del prossimo giorno raggiungeva il punto più alto del cielo.

    Tristan estrasse la sua spada. La creatura gridò e si lanciò su di lui come un uccello rapace. Lui si fece un tagliò sul palmo della mano e abilmente afferrò la gola della creatura con la mano sanguinosa.
    Il Fukindir incredulo che era riuscito ad afferrarlo, “Come hai fatto, uomo?” disse con voce soffocata. Poi spalancò gli occhi “Tu sei…” non finì la frase che iniziò ad irrigidirsi e a trasformarsi in statua di ghiaccio. In quel preciso istante tra l’essenza di ghiaccio e ombra guardò negli occhi del mostro e vide in una specie di breve visione, che la persona che diventò il Fukindir era una donna, una strega che morì al rogo. Fu evocata da un suo consanguineo per vendicarsi delle persone che la uccisero, e furono sue le tracce sulla neve. Ma non vide il suo aspetto.
    Prima di trasformarsi del tutto Tristan gli tagliò una ciocca di capelli.
    Poi corse più veloce possibile verso l’uscita. A quel punto aveva solo poche ore per trovare la persona che aveva evocato la creatura, prima che i bambini si trasformavano in statue di ghiaccio.

    I tre cavalcarono veloci come il vento verso il villaggio.
    Una volta arrivati furono invasi dalla folla tumultuosa che voleva sapere cosa era successo e dove erano i bambini.
    Tristan guardò l’orizzonte e il sole stava già sorgendo.
    Rico si chiedeva se Tristan poteva riuscire a trovare l’evocatore prima che il sole raggiungesse il punto più alto o se i bambini erano persi per sempre. Lui conosceva bene il suo capitano e sapeva che avrebbe fatto tutto il possibile per salvarli. Annuì silenziosamente. Poi guardando il cielo si rattristò “è troppo tardi” bisbigliò fra di se. “Impossibile trovarlo in questi pochi minuti rimasti, nemmeno lui può farcela.”
    Guardò Tristan e gli mise la mano sulla spalla “Hai fatto tutto il possibile.”

    “Ce un solo modo.” rispose Tristan con convinzione.
    Si allontanò un pò dalla folla.
    Prese la ciocca di capelli del Fukindir e scavando un piccolo buco la coprì di neve. Poi versò sette gocce del sue sangue sopra, chiuse gli occhi e pronunciò delle frasi in una lingua antica e sconosciuta.
    Il sole salì sempre più alto.
    Rico lo guardò terrorizzato “Che cosa stai facendo?!” e dopo un attimo lo capì.
    “Non farlo!!”
    Ad un tratto le gocce di sangue si unirono e cominciarono a muoversi formando un percorso che camminava sulla neve lasciando una scia. La scia passò le persone senza sfiorarle. E dopo solo pochi minuti all’improvviso iniziò a formare un cerchio attorno ad una donna di mezz’età.
    Un cerchio. Il sole raggiunse quasi il punto più alto del cielo.
    Due cerchi.
    Tre cerchi.
    La donna guardò a terra terrorizzata.
    Quattro cerchi.
    “Cinque…Sei” contò Tristan seguendo i cerchi.
    “Sette!”
    La donna iniziò a gridare e la sua faccia diventò pallida e sempre più magra fino a decadere come corrosa dai vermi. Cadde a terra e lasciò solo un mucchio di pelle e ossa.
    Il sole nello stesso istante raggiunse l’apice e come per miracolo la neve iniziò a sciogliersi.
    Gli abitanti del villaggio assisterono increduli all’accaduto senza capire cosa era successo.


    * * *

    I bambini furono ritrovati sani e salvi vagando per i boschi. Il villaggio tornò alla sua vecchia gloria. Il ghiaccio scomparve e la vita incominciò di nuovo a brulicare sulla superficie di Laskir.
    Venne organizzata una grande festa in onore dei loro salvatori.
    Tristan e Rico erano seduti uno di fronte all’altro ad un tavolo pieno di cibo. Tristan gli porse un calice con del vino “Bevi!” gli comandò.
    Rico lo fissò un pò arrabbiato. “Perché lo hai fatto?!!”
    “Non cera altro modo! Sarebbero tutti morti. Adesso finiscila! Quando sarà il momento ce ne preoccuperemo.”
    “Quando sarà il momento”
    bisbigliò Rico.

    Aris si avvicinò a loro pieno di allegria. “Bevete, mangiate. Cosa sono queste facce tristi? È un giorno di festa.” alzò il calice “Brindiamo agli eroi” urlò.
    I due stettero al suo gioco e sorrisero.

    Nessuno dei presenti a parte Rico sapeva quello che era veramente successo. Quello che Tristan aveva fatto per salvare i loro bambini.
    Come avrebbero mai potuto sospettare che le parole dette da Tristan erano pronunciate nella lingua degli dei, che lui aveva fatto un patto di sangue con il Dio della morte e che questo in cambio del favore chiedeva un sempre un sacrificio. Un giorno sarebbe ritornato e gli avrebbe chiesto di fare qualcosa per lui. E sapeva bene che le richieste del Dio della morte portavano sempre sofferenza e morte.


    Ma questa è un'altra storia.
     
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    È un bel racconto; interessante soprattutto perché oltre al mistero centrale del brano, c'è quello legato al protagonista che dopo un patto col diavolo, riesce ad avere oltre ad una lunga vita priva di vecchiaia, anche dei poteri non meglio specificati. Tristan e Rico sembrano quasi una sorta di Sherlock e Watson del mistero, si sente il loro legame e il fatto che entrambi si conoscano molto molto bene.
    Mi è piaciuto molto! :D

    (Devo però farti un appunto: nel brano ricorre spesso l'errore del c'è/c'era scritto tutto attaccato, che oltre a disturbare la lettura, pregiudica la stessa qualità del brano.)
     
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    Grazie ;)
    Sono contenta che ti sia piaciuto...

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    (Devo però farti un appunto: nel brano ricorre spesso l'errore del c'è/c'era scritto tutto attaccato, che oltre a disturbare la lettura, pregiudica la stessa qualità del brano.)

    si è vero... non ho mai imparato sta roba... quindi la ' ci vuole.... altre volte mi hanno detto che non ci voleva... uffa... ma ce una regola, o si mette sempre??
    Devo ancora imparare tanto d'italiano.. baby
     
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    Davvero un bel racconto! Intrigante soprattutto il finale, che rimane comunque un po'avvolto nel mistero, nell'incertezza.
     
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    CITAZIONE (*Lotus*Dragon* @ 12/1/2013, 12:38) 
    si è vero... non ho mai imparato sta roba... quindi la ' ci vuole.... altre volte mi hanno detto che non ci voleva... uffa... ma ce una regola, o si mette sempre??
    Devo ancora imparare tanto d'italiano.. baby

    Come diceva Fantozzi, l'italiano è una lingua maledetta! xD
    Vediamo se posso rischiararti le idee: ci sono casi in cui vanno apostrofo e accento e altri in cui non va.
    C'è, scritto in questo modo, ha il significato di "ci sta": c'è da dire, c'è da fare, c'è scritto etc...
    Ce senza apostrofo invece è una particella usata in relazione al pronome noi: non ce ne importa (a noi non importa).
    Oppure come complemento: ce l'ho io (ho io quello).
    Inoltre, quando è accanto al ne, è quest'ultimo che va apostrofato: ce n'è.

    Spero di essere stata abbastanza chiara, altrimenti ti spiego meglio via mp. ^ ^



    E complimenti ancora per il brano. :D
     
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    *dark side of the Moon*

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    Come diceva Fantozzi, l'italiano è una lingua maledetta! xD
    Vediamo se posso rischiararti le idee: ci sono casi in cui vanno apostrofo e accento e altri in cui non va.
    C'è, scritto in questo modo, ha il significato di "ci sta": c'è da dire, c'è da fare, c'è scritto etc...
    Ce senza apostrofo invece è una particella usata in relazione al pronome noi: non ce ne importa (a noi non importa).
    Oppure come complemento: ce l'ho io (ho io quello).
    Inoltre, quando è accanto al ne, è quest'ultimo che va apostrofato: ce n'è.

    Spero di essere stata abbastanza chiara, altrimenti ti spiego meglio via mp. ^ ^

    grazie mille adesso capisco pure il senso.. cosi mi viene molto più facile imparare.. graaaazie :)
     
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  8. Foglia d'autunno
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    E' un racconto bizzarro (come molti dei tuoi) ma decisamente affascinante: la fantasia è sempre la tua arma migliore!
     
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    Irene

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    Si rivede Tristan!!!! La tua buona penna non perde estro, neanche in pochi giorni che hai avuto per presentare il tuo racconto. Scrivi bene, hai un'ottima amalgama tra discorso diretto e indiretto, soprattutto convinci nelle scene più importanti!
     
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    Elfo

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    Fantasy in piena regola, scrittura che anche io adoro in maniera particolare. Anche qui l'autrice è riuscita a creare un mondo con armi, personaggi, elementi e trama completa e importante! :) Ottimo davvero.
     
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    *dark side of the Moon*

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    Grazie mille... sono molto felice che vi piaccia. Sono sempre insicura se riesco a trasmettere le figure che vedo nella mia mente. :D


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    Si rivede Tristan!!!!

    e tornerà ancora... ;)
     
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    Un racconto valido sia in termini di trama che di svolgimento. I personaggi sono curati e ben creati, l'ambientazione e la storia cadono a pennello. Ci si passa sopra all'italiano ancora non perfetto... ;)
     
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  13. MournfulCreatureOfTheDark
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    Ma questa è un'altra storia.

    Sarei curiosa di conoscerla quest'altra storia^^
    Comunque, il racconto è molto intrigante, il personaggio di Tristan mi incuriosisce molto e devo dire che ho apprezzato anche il suo rapporto con Rico; quindi, complimenti ;)
     
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    Sarei curiosa di conoscerla quest'altra storia^^
    Comunque, il racconto è molto intrigante, il personaggio di Tristan mi incuriosisce molto e devo dire che ho apprezzato anche il suo rapporto con Rico; quindi, complimenti

    :) forse in futuro la scriverò...al momento sono impegnata in un altra avventura di Tristan che sto scrivendo, intitolata "il regno del sole"
     
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    Nonostante l'errore di ortografia premio la volontà e la fantasia e ti voto! :)
     
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