» La soffitta di InchiostrodiVerso

La Strega Rossa [L'inizio]

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    La Strega Rossa

    Il sole lassù sulle Montagne Rosse splendeva accecante, non a caso erano chiamate così perché durante le ore più calde, nella bella stagione, era praticamente impossibile scorgerne i contorni delle sagome. Alcuni superstiziosi dicevano che lassù vivesse il demonio, o chi riusciva a non distogliere lo sguardo dalla luce fosse una strega o una persona malvagia.
    Ileina sorrideva, lei ci riusciva fin da bambina; naturalmente non aveva mai rivelato questa sua capacità. Landia, villaggio di umani poco dotati e secondo lei anche poco intelligenti, non erano visti di buon occhio gli individui fuori dal comune, i maghi, le streghe ed ogni altra creatura dotata di poteri. Nonostante si definisse un villaggio civile, a Landia c’era ancora la gogna, le streghe venivano bruciate al rogo, e fuori dalle porte si appendevano corone di aglio per tenere lontani i vampiri. Adesso che Ileina aveva sedici anni era però giunto il momento di farsi coraggio. Doveva andare nella foresta delle Radici Profonde per dare un significato alle sue sensazioni.
    Gracin la guardava negli occhi, il suo ciuffo ribelle si agitava indisciplinato al vento mentre cercava di spiegarsi.
    “Ileina non puoi andare, la foresta non è un luogo sicuro. Le fronde degli alberi sono talmente fitte che praticamente è sempre buio; hai idea di quanti predoni saranno lì?”
    Gracin aveva impugnato il suo arco, non l’aveva mai visto così determinato, Ileina scoppiò a ridere.
    “Sei dolce! Ma tu non puoi capire” Gli disse accompagnando un buffetto sulla sua guancia arrossata.
    Gracin sospirò.
    “E’ per via delle tue capacità? Guarda che non ti conviene approfondire, lo sai cosa succede a chi pratica la magia!”
    Ileina infilò il suo stiletto nella guisa di pelle, amava vestirsi da uomo con le camice larghe e le braghe, gli stivaloni e la sacca. Da bambina aveva dei capelli lunghi bellissimi, adesso invece li portava sempre molto corti perché più pratici, richiedevano meno cure e meglio si adattavano alla sua vita da esploratrice senza tra la terra e l’erba. I suoi capelli erano rossi come il fuoco, e i suoi occhi di un colore unico, un verde profondo e misterioso da sembrare occhi di elfo.
    “Non è un tuo problema Gracin, né io ti ho mai chiesto di badare a me. Torna a casa e fai il bravo”.
    Gracin voleva fare l’uomo, ma era poco più di un ragazzino sovrappeso anche se era già un abile cacciatore e il padre lo portava sempre con se ogni battuta di caccia importante per assicurarsi un buon risultato e poi vantarsi con gli amici.
    Ileina era affezionata a lui, nulla di più. Intrecciare una storia romantica non interessava. Doveva partire, restare a Landia avrebbe significato soltanto mortificare le sue ambizioni.
    “Gracin, tu non mi hai vista oggi qualunque domanda dovessero farti se non mi vedrai tornare, se trovo la strega ho intenzione di restare un po’ con lei”.
    Gracin avrebbe voluto trattenerla, ma gli occhi di Ileina lo fulminarono, erano come pozze profonde che lo spaventavano a morte. Sapeva già di essersi perso dentro quel baratro senza fondo, tuttavia non si considerava ancora perduto. E comunque lui lo sapeva, l’aveva vista all’opera più d’una volta: Ileina sapeva attingere molto bene dalla natura le sue energie; creava cerchi di fuoco con la mente, l’aveva persino guarito con una pozione di erbe mediche. E poi la luce dei suoi occhi.
    “Ileina ti prego, non andare; io ti…”
    Lei gli tappò la bocca con la mano, Gracin si sentì soffocare; aveva le lacrime agli occhi. Quel verde immenso intorno alle sue pupille si stagliò dentro di lui devastandogli l’anima.
    “Se lo dici ti uccido. Te l’ho detto che non mi piacciono gli uomini, te lo vuoi mettere bene in quella zucca vuota? Io non sono fatta per questo genere di cose, io voglio sentirmi libera come la natura: nessun vincolo, niente catene”.
    Ileina lo lasciò lì a piangere. Prese un respiro profondo e si immerse nel suo cammino senza nemmeno salutare il suo disgraziato amico, tanto sapeva che Gracin avrebbe fatto la spia!
    Recitò a mente qualche formula che aveva letto sul grimorio degli antichi avi, le serviva per far disperdere le sue tracce, quindi andò. Quel libro lo teneva stretto tra le mani, l’aveva trovato in cantina arrotolato dentro una coperta di lana e riposto in fondo ad uno scrigno di legno. Doveva essere molto antico. L’aveva custodito gelosamente e non l’aveva mai fatto vedere a nessuno, era il suo segreto e forse la prova che era discendente di una setta di maghi. Era la sua arma con la quale avrebbe convinto la strega Casperta a tenerla con se.
    Ma su una cosa Gracin aveva ragione! La foresta era inquietante con i suoi rumori e la sua suggestione, tuttavia Ileina sapeva che poteva contare sul potere della natura qualunque cosa fosse accaduta, e sulla base di questa sensazione trovò la serenità per addentrarsi. Doveva camminare a lungo. Ogni passo sentiva che stava cambiando qualcosa dentro di lei, che non sarebbe più tornata indietro. Sentiva l’influsso benefico degli alberi e degli animali come un insieme di emozioni, anche la terra ai suoi piedi aveva un sapore nuovo.
    “Non te ne sei ancora accorta, vero?”
    Si girò di scatto, di spalle. Un voce sottile, strisciò dietro di lei.
    “Non temere, ragazza dai capelli rossi; ma ascolta il mio suggerimento, non irritarla quando la troverai e fai sempre ciò che ti dice. E non rimanere male se ha modi bruschi, lei non ama quelli come te. Ma se raggiungerai il suo cuore ti donerà il suo segreto”.
    “Ma chi parla?” Solo un passero volò via dal ramo di un albero; non c’era nessun’altro. Ileina sorrise, era sulla strada giusta, e quando il sole si apprestava a scomparire dietro le Grandi Montagne di Fuoco, ecco un’ampia radura ed un groviglio di rovi. Ileina s’immerse lì dentro rovinando i suoi abiti, e quando uscì dal tunnel di rovi era sporca e graffiata, una spina le aveva lacerato una guancia dalla quale una riga di sangue prendeva forma sempre più voluminosa fino a formare un rivolo rosso che scivolando giù le aveva macchiato la camicia.
    Stava per fare buio, non le restava che bussare alla porta della casetta davanti a lei. Non esitò neanche un istante, quando la porta si aprì appena un naso bitorzoluto accompagnato da due occhi gialli spiò all’esterno. La voce della dimorante era tutt’altro che accogliente.
    “Chi disturba, perché sei qui? Come sei arrivata?”
    Ileina mostrò il grimorio alla signora dagli occhi gialli e senza perdere tempo arrivò diretta al punto.
    “Voglio saperne di più!”
    Ma la sua interlocutrice non si mostrò soddisfatta, anzi sembrava molto disturbata da quella inattesa visita.
    “Hai idea di quello che hai tra le mani, impudente ragazzina?”
    “Certo, mi serve il suo aiuto per usarlo al meglio. Io non sono come gli altri del villaggio”.
    L’affermazione irritò ancora di più la strega Casperta.
    “Sei stupida o cosa?”
    La porta si chiuse in faccia ad Ileina che tuttavia non esitò a continuare a dare le sue spiegazioni.
    “Non mi ha seguito nessuno, lo giuro! Ho confuso i miei passi nella foresta con un incantesimo che so fare. I piccoli incantesimi mi riescono bene”.
    Stavolta la porta si spalancò; l’aspetto della strega Casperta era orribile; invece Ileina le sorrise felice senza sobbalzare nemmeno quando la megera la scrutò avvicinandosi con il viso.
    “Posso entrare allora?”
    “Non hai paura di me?” Affermò la strega con l’intenzione di leggere i pensieri della giovane.
    “No, signora strega”.
    Ileina era molto coraggiosa, o forse soltanto sciocca. Non si rendeva conto in quale guaio si stava cacciando.
    “Se non sai riconoscere la differenza tra stregoneria e magia non sei la ben accetta!”
    Ileina sospirò, sembrava una domanda facile, invece era rimasta lì sull’uscio a riflettere. Poi però diede la sua spiegazione.
    “La magia è la capacità di dominare le energie e le leggi della natura con la forza volitiva del pensiero, attraverso formule e riti. E’ un’arte ed è antichissima”.
    “Il simile agisce sul simile, il contiguo agisce sul contiguo”. Rispose Casperta aggrottando le sue folte sopracciglia. I suoi occhi baluginarono per un istante e Ileina si ritrovò senza il suo grimorio, magicamente tra le grinfie della strega che prese a ridere con voce stridula.
    “Restituitemelo!” Sbuffò Ileina.
    “Tu non hai finito di dare la tua risposta, ragazzina; questo non puoi tenerlo, non è roba per te. Io invece sono molto più indicata a sfogliarne il contenuto”.
    Casperta chiuse la porta di nuovo. Ileina si concentrò senza scomporsi; doveva recuperare la situazione, riprendere il dialogo; dimostrare che era all’altezza.
    “Vi chiedo scusa, voi non siete una strega, ma una maga. Siete arrabbiata perché vi ho offesa e me ne duole, credetemi”.
    “Ah sì!” Borbottò l’altra ancora lì dietro.
    “La Magia è molto più seria, permette di accedere a picchi di consapevolezza vertiginosi solo con la propria mente, la stregoneria è un trucco, si basa più che altro sulla ritualità e sull'oggettistica! Serve per piegare alcune forze alla propria volontà, non a comprenderne l’essenza. Perciò non è un bene, ma suggella spesso un patto con le forze oscure”.
    Il dialogo proseguiva lo stesso.
    “Se ci si avvicina alla Stregoneria, ragazzina, bisogna farlo con molta cautela. Brandire il potere, sentirlo scorrere nelle vene, è una sensazione meravigliosa, ma accecante”.
    “Mi aprite adesso!” La voce di Ileina, un tono di bambina spazientita ma non nervosa, fece ragionare la strega.
    “Se lo facessi come la metterai con la tua gente? Io devo nascondermi per non finire su un rogo tra le fiamme, tu vuoi lo stesso mio destino?”
    Ileina sospirò più forte, la pazienza non era mai stato il suo forte; ma era decisa ad arrivare fino in fondo.
    “La gente è cieca, ed io sento l’energia che vibra ma non so capire da dove proviene. Mi piace, e mi piaccio così; sento che è la mia vocazione. Secondo lei dovrei restare cieca anch’io? So che Landia era un villaggio di streghe nell’antichità, e so anche che da secoli se ne celano le tracce”.
    “Esistono poteri oscuri e forze naturali non ancora riconosciute e sperimentate, ti perderai! Torna a casa e dimentica di avermi trovato”.
    Ileina aveva deciso di fare sul serio, mostrare alla strega Casperta le sue doti.
    “Spiriti del sottobosco, conferitemi il vostro potere, datemi la forza per aprire la mente. Mia è la magia che apre la porta del pensiero, mio è il controllo”.
    E la porta si aprì, la strega era contrariata nel constatare la vittoria sul viso di Ileina.
    “Io non sono una maga, forse tu lo sei. Ma io sono una megera, io padroneggio le forze oscure, io ho stretto un patto col demonio, io ho perduto la mia anima, io brucerò all’inferno. Ma non tu; perciò vattene via finché sei ancora in tempo”.
    “Io ricorderò tutti i miei sogni. voglio riprendere il libro che mi hanno sottratto. Io ricorderò tutti i miei sogni. Io sono la padrona del grimorio”.
    Con un cenno della mano Ileina si riprese il grimorio che sollevatosi in aria piroettò fino a lei per poi depositarsi tra le sue braccia. La giovane impunita aveva sorpreso di nuovo la vecchia megera, come aveva detto lei di essere chiamata; da quando si era ritirata nella foresta non aveva più sentito parlare di altre persone in grado di praticare la magia, Landia era vicina ma grazie al suo incantesimo che aveva ingigantito le radici degli alberi si era sentita al sicuro. La superstizione della gente poi le aveva facilitato il resto del compito. Adesso cosa voleva questa ragazzina? E soprattutto come si era permessa di strapparle di mano il grimorio? Casperta guardò con fare cattivo Ileina negli occhi.
    “Che delusione!” Sospirò Ileina schernendola. “A Landia raccontano di voi storie fantastiche, vi temono, dicono che siete la signora della foresta; storie che a quanto vedo non sono vere, lei signora strega è solo una povera vecchia sola e vigliacca”.
    “Aspetta!” La strega aveva deciso di fare sul serio. Un ramo spuntò da sottoterra ed iniziò a ramificare tutto intorno a Ileina che in pochi secondi si ritrovò immobilizzata. Aveva fuori solo la testa con gli occhi, il grimorio le era caduto a terra. La giovane maga si sentì all’improvviso così impotente che si stava pentendo delle sue parole.
    “Ma allora…” Sospirò Ileina rendendosi conto che finora la vecchia megera aveva solo finto di sorprendersi per capire fino a che punto lei avrebbe mostrato il suo potere . “… Che intenzioni avete?”
    “Nessuno osa prendersi gioco di me, adesso resterai lì, ti vedrò sfiorire giorno dopo giorno, e poi mi mangerò il tuo cuore. E’ questo che fa una strega, il cuore dei giovani dona forza e vigore; ringiovanisce. Preparerò una pozione della giovinezza con il tuo cuore, l’elisir della lunga vita. E tu, mia cara, non sei solo giovane, sei anche magica”.
    Ileina adesso aveva paura, eppure trovò lo stesso il coraggio di sorridere; il sortilegio della strega le era piaciuto.
    “Me lo insegnerai un giorno?” Lo sguardo di Ileina ipnotizzò per un istante la strega. Quella giovane maga avrebbe potuto aiutarla a riconquistare Landia, e nuove streghe sarebbero tornate sulle Montagne Rosse come era mille anni prima. Era la loro terra, non degli uomini di adesso che prima avevano proliferato in quella zona e poi avevano iniziato a dare loro la caccia. Chi aveva disboscato la foresta per costruire il villaggio? Chi aveva sottratto l’acqua dal fiume per i propri comodi?
    “Se non muori, forse…” Farfugliò la megera. “Ma poi loro ti diranno che sei un demonio, sei disposta ad affrontarli se decidessi che è tempo di tornare a Landia per noi creature magiche? Forse è meglio che ti mangi il cuore adesso, soffriresti di meno”.
    Ileina pensò a Gracin, sicuramente lui si sarebbe battuto per difendere il villaggio. Si sarebbero trovati l’uno contro l’altra.
    “Perché no! Pensa che sarei venuta fin qui se non fossi convinta?”
    Ileina le ricordava molto lei da giovane, stesso piglio ed altrettanta spensieratezza. Ma voleva tenere ancora sulle spine la sua giovane amica maga. Adesso poteva ancora farlo perché molto presto l’allieva avrebbe superato la maestra, ed allora non avrebbe più potuto fare nulla per tenerla a freno.
    “Io però ti tengo ancora lì per un po’. E considerati fortunata, resistere alla tentazione di un cuore giovane non è affar di tutti”.
    Ileina sorrise.
    “Va bene, ho pazienza; basta che dopo m’insegni”.
    La megera si voltò verso Ileina, l’aura magica che stillava dal suo corpo andava coltivata, allevata, nutrita. Lei era ancora troppo umana per abbracciare l’arte in tutta la sua essenza, doveva cambiare, imparare ad odiare l’uomo, non avere paura di strappare la vita a qualcuno.
    Casperta rientrò in casa e calò presto la notte.
    Ileina adesso aveva perso la voglia di sorridere, aveva fame e sete, si sentiva stanca, voleva grattarsi il naso ma non poteva fare nemmeno quello dal momento che le sue mani erano bloccate dai tronchi ramificati attorno a lei. Non capiva, ma continuava ad aspettare paziente.
    Si era quasi appisolata quando uno scricchiolio di foglie secche appena calpestate la lasciò trasalire. Era notte, la luna fletteva le sue luci sulle fronde degli alberi, la casetta della strega Casperta era silenziosamente immobile, ma Ileina sapeva che la megera ero dietro le tende della finestra che stava osservando. Non sapeva cosa, se voleva gustarsi l’orrida scena di un massacro oppure se stesse lì a proteggerla; fatto stava che i suoi occhi gialli da demonio li sentiva pressanti, come se premessero nella testa. Voleva piangere, ma la sua filosofia di vita glielo impediva. Poi ecco apparire la sagoma di un uomo.
    “Gracin?” Esclamò Ileina stupita. “Che ci fai tu qui?
    “Sono venuto a salvarti, Ileina; non potevo restarmene con le mani in mano e vederti fuggire dalla mia vita”.
    Con un coltello da caccia iniziò a tagliare i rami che tenevano bloccata Ileina, il suo sguardo scintillava di sentimenti. Ma Ileina non ne sembrava entusiasta.
    “Cosa ti avevo detto, Gracin? Io non ho bisogno di te, me la cavo bene anche da sola”.
    “Ma cosa dici?” Gracin se l’era presa.
    Non appena libera Ileina cambiò espressione, sul suo viso un ghigno perfido prese il sopravvento sui suoi lineamenti solitamente più addolciti seppur poco femminili.
    “Sei uno stupido Gracin, adesso dovrò ucciderti! Ti sei fatto seguire?”
    “Non scherzare Ileina, io…”
    Intanto lei aveva già preso la sua decisione. Con un cenno della mano verso il basso costrinse il corpo di Gracin a genuflettersi. Lui alzò il capo per guardarla, non voleva sottomettersi. Lo sguardo di Ileina era acceso, i suoi occhi verdi sembravano puntellati di una miriade di puntini che in breve divennero pugnali di luce che lo inchiodarono al suolo. Era rimasto in aria solo uno strale di luce destinato al cuore del giovane.
    “Tu non sei una maga!” Constatò Gracin con le lacrime agli occhi. “Sei una strega, devi chiedere alla natura se vuole prestarti il suo potere, non piegarla alla tua volontà. Ti credevo diversa, oppure quella lurida strega ti ha già fatto qualcosa?”
    Fu in quell’istante che la megera uscì dal suo abitato con aria tronfia.
    “Giovanotto, io non ho fatto nulla; è la tua amica che si è presentata alla mia porta. Vuole imparare, ma io non le ho detto di sì. Con lei le Streghe Rosse potranno finalmente tornare sulle Montagne”.
    “Vuoi che lo uccido?” Chiese Ileina alla strega. “Per me non è un problema, anche io lo detesto esattamente come voi”.
    Casperta si grattò il capo; Gracin non sapeva più cosa pensare.
    “Se decidi di rimanere con me sarai tu a combattere in prima linea, io me ne resterò a guardare. Ti fornirò solo le conoscenze, ma dovrai fare tutto tu. Non ne vale la pena, mandalo via”.
    Ileina si trovò sospesa nel dubbio, era andata lì con l’intenzione di imparare l’uso della magia. Ma a che prezzo? Una guerra non era il massimo delle sue aspirazioni. Si avvicinò a Gracin curiosa.
    “Dimentica!” Quindi iniziò a recitare un incantesimo del suo grimorio, apertosi alla pagina desiderata. Cancella i sentimenti, cancella i ricordi, il tempo è per lo spazio lo spazio per l'ordine, tutto ciò che era ora non lo è più”.
    Quindi aprì il grimorio su una nuova pagina e recitò un altro incantesimo su se stessa.
    “Prendi i miei ricordi e portali lontano. Prendi il mio odio e portalo lontano! Permetti alla mia mente di scacciare la sua presenza, permetti al mio cuore di liberarsi della sua essenza! Voglio che questa persona esca dalla mia vita, voglio che questa persona sparisca dalla mia vista”.
    Un sospiro e la sua espressione cambiò nuovamente. La megera era sorpresa, ma cosa voleva imparare questa giovane da lei se era un talento naturale? Streghe (o maghe) così, dipende dall’uso che decidono di farne del loro potere, nascono una sola volta ogni cento generazioni. Forse le serviva un po’ di sicurezza su come muoversi nelle altre dimensioni, ma solo questo.
    “Chi sei? Cosa sono venuto a fare qui?” Chiese Gracin massaggiandosi la testa.
    Anche Ileina sembrava spaesata, subire gli effetti di un incantesimo è un’esperienza sconvolgente anche per una maga.
    “Vattene!” Urlò la strega Casperta. “Quando sarai al villaggio dimenticherai anche di essere stato qui. Segui l’uccello per tornare indietro”.
    Un passero iniziò a volare sopra gli alberi; confuso Gracin si voltò per tornare indietro. Poi si voltò di nuovo verso Ileina.
    “Non sapevo che la vecchia strega avesse una nipote, mi piace il tuo sguardo sai?”
    Ileina puntò i piedi.
    “Sparisci! Odio gli uomini”.
    Gracin assunse un’espressione delusa.
    “Dicevo per dire!” Rispose lui infastidito. “Non sei neanche un granché!”
    Alzò la testa ed iniziò a seguire il passero senza pensare all’umiliazione subita. Ileina e la strega rimasero da sole. Casperta penetrò gli occhi di Ileina.
    “O Supremo Potere, io qui umilmente ti invoco; per chiamarti basta poco, non sarai più uomo tu a odiarmi, non sarai male tu a fermarmi; ma se ostacolerai il mio cammino brucerai all’inferno con un demone vicino”.
    Ileina acquisì nuova consapevolezza, la megera l’aveva appena investita di nuovo potere. Adesso Ileina era pronta a capeggiare le altre streghe alla riconquista delle Montagne Rosse.
    “Bene!” Esclamò Ileina soddisfatta facendo esplodere l’energia delle sue pupille. Il suo corpo si avvolse di un aura fiammeggiante. “Adesso so quale è il mio posto”.




    Versione abbreviata del primo capitolo del mio fantasy "La Strega Rossa".
     
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    EdoHard

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    Introduzione di un fantasy in piena regola, in cui lasci intravedere un mondo intero pronto a crescere e a ramificare. Davvero un intro azzeccata, se fossi un libro lo comprerei dopo avere letto il primo capitolo!
     
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    ::: AniMangaManiaca :::

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    Mi associo ad Eleven Dark: in questo brano è presentato un fantasy in piena regola, con un'ambientazione già provvista di una storia pregressa e dei personaggi che sembrano avere molto da raccontare. Mi piace il modo in cui hai gestito le formule degli incantesimi e mi piace anche che tu abbia fatto una sottile distinzione tra magia e stregoneria: quando si parla di maghi (o di elfi) vado in brodo di giuggiole. *_*
    Bel brano, davvero.

    Edited by Deilantha - 1/7/2013, 23:28
     
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  4. Foglia d'autunno
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    Lo sapevo che saresti andato alla grande: padronanza assoluta dell'argomento ed un inizio intrigante per il libro. Chapeau! :)
     
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  5. Ðave
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    Che dire, se non che hai il fantasy nel sangue e lo sai anche trasmettere bene per cui doppiamente complimenti :)
     
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    Irene

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    Ottimo fantasy, l'evocazione degl iincantesimi è infatti proprio una trovata geniale... degna di te! ^^
    Posso darti un suggerimento, ma non arrabbiarti... la tua Strega Rossa, chiamala Ireina, e non Ileina... ^^ E' più bello.
     
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    Bello.. mi è piaciuto... come ha detto qualcuno il fantasy ti scorre nelle vene, ed è vero.. Sei stato bravissimo. Sono riuscita a vederlo proprio come un film in testa...
     
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  9. MournfulCreatureOfTheDark
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    Racconto interessante, mi piacerebbe leggere la storia per intero per sapere come si sviluppano poi le vicende; mi sembra che questo sia un fantasy in piena regola, peccato solo per qualche errore sparso che ha rallentato un po' la lettura, ma nonostante questo il tuo racconto è ottimo, complimenti^^
     
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    CITAZIONE (MournfulCreatureOfTheDark @ 25/7/2013, 14:58) 
    Racconto interessante, mi piacerebbe leggere la storia per intero per sapere come si sviluppano poi le vicende; mi sembra che questo sia un fantasy in piena regola, peccato solo per qualche errore sparso che ha rallentato un po' la lettura, ma nonostante questo il tuo racconto è ottimo, complimenti^^

    Ne verrà fuori un libro! Sembra incredibile, ma scrivere la storia fantasy del mese di luglio mi ha dato l'incipit per un nuovo romanzo! :) Ma prima devo ultimare quello in essere, e poi mi dedicherò a questo.


    Grazie! :)
     
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    Ciao Erendal :)

    Permettimi un appunto:
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    se

    CITAZIONE
    tenerla con se

    In queste frasi il "se" va accentato, sarà sicuramente stata distrazione :)

    Un dubbio: il viaggio lungo la foresta è più lungo nella versione originale del capitolo, per caso?
    Gracin non so perché, ma mi sta simpatico. Forse perchè un po' mi assomiglia :)
    Al contrario, la protagonista non mi ispira, ma è una personalità interessante.
    Per il resto, il tuo fantasy è molto coinvolgente, si vede che sei un esperto!
     
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    CITAZIONE («JSTJart» @ 30/7/2013, 00:23) 
    Ciao Erendal :)

    Permettimi un appunto:
    CITAZIONE
    se

    CITAZIONE
    tenerla con se

    In queste frasi il "se" va accentato, sarà sicuramente stata distrazione :)

    Un dubbio: il viaggio lungo la foresta è più lungo nella versione originale del capitolo, per caso?
    Gracin non so perché, ma mi sta simpatico. Forse perchè un po' mi assomiglia :)
    Al contrario, la protagonista non mi ispira, ma è una personalità interessante.
    Per il resto, il tuo fantasy è molto coinvolgente, si vede che sei un esperto!

    Grazie degli appunti! :)

    Riguardo al tuo dubbio il primo capitolo originale è molto più lungo di questo pubblicato! E' l'inizio di un libro... :) Il viaggio nella foresta è più curato.
     
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    Bene, allora confido nel vederlo sul forum, un giorno ;)
     
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12 replies since 1/7/2013, 10:13   617 views
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