» La soffitta di InchiostrodiVerso

Il crollo delle Torri...Gemelli.

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    Premessa: ho ricevuto utili consigli per quanto riguarda questo racconto, e ho intenzione di modificarlo. Ma siccome non ce l'ho fatta per questo mese lo posto così com'è, che mi va bene lo stesso. :)


    Premessa seconda: Non ho mai scritto sul genere guerra e sparatutto. Questa nasceva come fan fic, ma non lo è. Ho semplicemente preso alcuni spunti da un videogioco di cui mi parla mio cugino (per fortuna o purtroppo io non amo i videogame), perché non avevo molissime idee e forse non ce l'avrei fatta senza di lui. Lo ringrazio.
    Comunque, quello che mi preoccupa è di aver lasciato troppo spazio all'azione... in ogni caso, buona lettura! :)




    “Il crollo delle Torri… gemelli.”



    11 settembre 2001. Ore: 4:03.

    Tre componenti della MineForce135 si trovavano al pub. Erano rimasti i soli nel locale, essendo le quattro di mattina.
    -Domani-, annunciò in tono solenne il non più sobrio capitano Lob Gun, -Pemirof morirà. Sì, Pemirof morirà per mano mia. Per mano nostra-. E fece un gesto plateale, indicando Slep Gun, Sap per gli amici, e Yazakol, uno dei nuovi arrivati nella compagnia dei soldati tra i più preparati al mondo.
    -E tu. Sì, tu, caro mio, hai l’onore di aiutarci: sei un grande soldato-, era Sap, non più sobrio del suo capitano, che parlava a Yazakol, il quale non aveva bevuto e arrossì: -Lusingato-.
    Era prima delle missioni importanti e pericolose che il capitano Lob ricordava di quando il suo fratello gemello Sap lo aveva salvato dalla pistola di Mackleck, togliendosi un pugnale dalla carne e colpendo a morte l’avversario. Era in quei momenti che provava stima per suo fratello.
    Dopo una mezz’ora passata a cercare di ripassare il piano, alcool permettendo, Yazakol suggerì di andare a dormire.
    I tre si alzarono, pagarono il conto e uscirono dal caldo locale, per ritrovarsi al freddo della notte.
    I due gemelli camminavano vicini. Li chiamavano “Le Torri Gemelle”, anche per la loro altezza: entrambi superavano i due metri.
    Dopo un po’ di silenzio, Yazakol, il più ansioso dei tre, disse ad alta voce, con lo sguardo rivolto verso l’alto: -Chissà se questa sarà l’ultima luna che vedremo-.
    -Un cazzo in culo, è Pemirof che dovrebbe godersi la sua ultima notte-, era Sap, con la finezza che da sempre lo contraddistingueva.
    -Chissà perché Jemirov non è venuto, stanotte…-, cambiò discorso Lob
    -Voleva riposarsi per bene-.
    -O è andato a puttane?-
    Nessuno rispose, ma i tre soldati camminarono per mezz’ora circ, poi andarono a dormire nell’appartamento che avevano deciso di dividere in tre.
    -Al crollo della Russia?-
    -Al crollo della Russia!- gridarono all’unisono.
    Quella notte dormirono profondamente.

    11 settembre 2001. Ore: 13:40.

    Il mattino dopo si alzarono tardi, ma seri e concentrati per la missione.
    -Jemirov, dove sei?- era Sap che parlava al telefono.
    -Ok, ma devi essere qui per le tre del pomeriggio.-
    Alle due e mezza si tolsero jeans e maglietta e indossarono la loro uniforme. Sap e Yazakol caricarono i fucili da cecchino, Lob la mitraglietta. Dopo un’ora e un quarto, di Jemirov nessuna traccia.
    -Prova a chiamarlo-.
    -Ha spento il telefono-.
    -Siamo già in ritardo di mezz’ora, procederemo senza di lui-, affermò il capitano Lob, con un tono che non ammetteva repliche..
    Mentre la porta dell’appartamento veniva chiusa, Yazakol guardò attentamente quel condominio come se fosse l’ultima volta.
    Uscirono fuori, sempre più dubbiosi sul comportamento di Jemirov.
    Attraversarono in macchina quel breve tragitto che li portò ai due elicotteri che li aspettavano.
    Yazakol e Sap salirono insieme, Lob andò da solo.
    Ci volle poco per arrivare: Lob atterrò sulla torre dove si svolgeva la riunione di Pemirof, Yazakol e Sap su quella accanto, pronti a coprire l’amico con i loro cecchini.
    Il capitano Lob, con la fronte già imperlata di sudore per il nervosismo, tirò fuori una corda, con la quale si calò al piano inferiore.
    Sulla terrazza erano appostate tre guardie.
    -Ora!-, gridò il capitano da una radio.
    E Yazakol e Sap non sprecarono più colpi del dovuto: i tre erano stai colpiti in testa. Caddero a terra, ma nessuno notò che dalle loro teste non usciva sangue.
    Allora Lob fece irruzione con una mina-flash, si nascose dietro una poltrona e aspettò dei colpi o un segnale, sguardo serio e mitraglia carica, ben stretta fra le mani tremanti.
    Gli altri due erano pronti a colpire ancora ma, con grande sorpresa, videro da lontano che solo Pemirof era presente nella stanza. Non c’era nessuna riunione.
    -Colpisci ora, capitano!-
    Lob si alzò e sparò ripetutamente.
    La sagoma di Pemirof cadde a terra, ma non uscì nemmeno un po’ di sangue da quella carcassa esanime.
    Stupiti, i tre si accorsero che quello non era l’uomo che cercavano, bensì una figura in cera.
    -Che cazzo vuol dire?-
    -Addio, capitano Lob-.
    Il capitano si voltò. Guardava Jemirov, che era di fronte a lui. Sguardo compiaciuto, ma sofferente di un qualcuno che si sacrifica per la patria.
    -Pemirof mi avrebbe ucciso lo stesso, capiscimi-.
    Poi un ticchettio e un’esplosione: il capitano fece appena in tempo a saltare dalla terrazza, conscio che un soldato della Mine li aveva traditi.
    Un tuffo al cuore prese Sap, che sferrò un pugno sul muro, spaccandosi le nocche.
    Lob cadeva giù, sembrava spacciato, ma colpì a metà tragitto una tettoia, poi alla fine un balcone e atterrò su una macchina, la schiena dolorante.
    Riuscì ad alzarsi in piedi, sotto gli sguardi stupiti dei suoi compagni, un po’ zoppicante. Anche se, dopotutto, la torre non era alta più di tre piani e mezzo.
    Sap e Yazakov, rinfrancati dal fatto che il capitano non fosse morto, erano indecisi sul da farsi, quando una radio si connesse alle loro.
    -Amici miei, non sareste mai dovuti venire-.
    Poi un altro ticchettio.
    -Giù!-
    Capirono appena in tempo: anche loro si lanciarono dalla torre.
    La caduta di Yazakol venne attutita dal tetto di una pasticceria, dove rimase, dolorante e svenuto; per quanto riguarda Sap, prese la caduta in pieno, senza ulteriori deviazioni.


    Il capitano Lob si alzava da terra massacrato. Alzò la fronte ancora imperlata di sudore e non pensò a quanto fosse stato fortunato, ma il suo sguardo era concentrato su suo fratello, in fin di vita a circa cento metri da lui.
    Stava per raggiungerlo, ma si fermò. Jemirov li aveva traditi, la squadra di Pemirof sapeva tutto, di conseguenza Pemirof era con la sua scorta. Lui era al sicuro, atterrato su dei sacchi di patate e una montagna di cassette per la frutta.
    Suo malgrado, una frazione di secondo dopo un colpo venne sparato in aria.
    -Arrendetevi e fatevi nostri prigionieri-, era una voce roca, ma tranquilla: Pemirof. Poi continuò: -E tutto vi sarà perdonato-.
    Un altro colpo in aria. Al capitano Lob non ci volle molto per capire sul da farsi: bisognava entrare in azione.
    Ricaricò la mitraglia, diede uno sguardo ai suoi amici e si fece forza, ma in quel momento Yazakol era caduto dalla tettoia.
    Non era caduto a peso morto, ma era perfettamente in piedi, con un braccio e tre dita rotte e la spalla lussata. Però era in piedi, mentre tutti gli avversari lo davano per morto. Approfittando del momento di sorpresa, sparò dieci colpi in otto secondi, ben nascosto prima dal tetto della pasticceria, poi da una macchina dietro alla quale era atterrato. Un cecchino come lui non poteva sbagliare: della scorta di Pemirof ne erano rimasti vivi solo due, i quali spararono due colpi insieme su Yazakol che, rapido, ritornò dietro la macchina. In quello stesso momento il capitano Lob uscì allo scoperto e, più rapido di un puma, fece uscire precisamente tre colpi dalla mitraglia, che colpirono nell’occhio destro uno dei due.
    Da abbattere solo Pemirof e un uomo della sua scorta.
    Allora Lob si asciugò il sangue dalla bocca, pronto a combattere. Adesso anche lui guardava il sole in mezzo a due collinette come se fosse l’ultima volta.
    Poi si riprese: il suo gemello era in fin di vita. Un colpo in aria e gridò: -Yaz, coprimi!-. Il suo compagno era di guardia col fucile da cecchino, le orecchie tese per avvertire ogni rumore. Lob procedeva con la mitraglia rivolta verso l’angolo in cui erano nascosti gli avversari. Quando percorse quei fatidici cento metri, trascinò frettolosamente Sap dietro alla macchina dove era appostato Yazakol. Solo dolore nel vedere una Torre come il suo gemello a terra, dolorante.
    -Torre, come ti senti?-
    -M… mi basta un cerotto. Voglio combattere-.
    -Beh, allora… non dire cazzate e stai buono-.

    Intanto, dalla parte di Pemirof, l’unico soldato rimasto si stava ribellando al suo capitano.
    -È un cazzo di anno che devo obbedire ai tuoi piani. Ma non voglio-.
    -Dobbiamo passare ad altre minacce?-
    -Non più, Pemirof-
    La recluta stava per sferrare un pugno al suo comandante –dato che la sua arma gli era caduta lì vicino-, ma quest’ultimo aveva già capito tutto: fu più veloce. Infatti, prima che il suo aggressore potesse pronunciare qualsiasi lettera dell’alfabeto, Pemirof lo aveva sparato dritto al cuore. Ora però era solo. Non avrebbe mai potuto pensare che quei tre bastardi sarebbero mai sopravvissuti.
    Ancora nervoso per la sua ex recluta che, sapendo comunque che lui lo avrebbe ucciso, aveva lottato, difendendo i propri principi, si disse che non tutto era perduto e pensò: due acciaccati e un morto –perché era quello che pensava di Sap-, che possono essere stesi da una granata. Per fortuna ne aveva sempre una di riserva attaccata alla cintura, quindi la sganciò, la accese, la tenne in mano per cinque secondi e poi lanciò.

    I tre udirono qualcosa cadere a terra e si lanciarono di lato, prima di rimanerci secchi. Yazakol giaceva a terra, preso dalla granata in tutte e due le gambe. Avevano lasciato lì il povero Sap, che ormai era a terra, quasi immobile.
    Il nemico stava per uscire allo scoperto, ma non vedeva ancora nulla e sentì un colpo lanciato alla cieca prenderlo alla gamba. Cadde a terra.
    -BASTARDO!- fu l’urlo di Lob che, in predia all’ira e all’odio che provava per Pemirof, rispose con la stessa arma del suo aggressore: un’altra granata, accompagnata da un paio di colpi in aria.
    Pemirof, che aveva già previsto la situazione, strisciò il più rapidamente possibile, gamba permettendo, e anche lui sfuggì alle grinfie della granata.
    A Lob non importava della polvere che gli offuscava la vista, desiderava solo farla finita. Quindi avanzò alla cieca, sparando colpi in tutte le direzioni. Quando tutta la polvere sparì, si ritrovò Pemirof, in piedi su una gamba sola, puntargli una pistola alla fronte e lui si affrettò a fare lo stesso. Il nemico lo avrebbe potuto colpire, se solo avesse capito prima chi si trovava davanti a sé.
    Erano in una situazione di stallo, bloccati per almeno due minuti.
    Lob non sapeva se premere quel maledetto grilletto immediatamente o aspettare, ma i rumori che sentì da dietro gli diedero una risposta.
    Sap, da terra e in fin di vita, aveva sparato un colpo all’altra gamba di Pemirof, che ora era a terra, non più in grado di rialzarsi. Si trascinò verso la sua arma, ma gli fu tolta con un calcio da Lob.
    Il capitano guardava i suoi amici, loro guardavano lui. E tutti capirono.
    Yaz, Sap e Lob scaricarono le armi, chi da terra, chi in piedi, ma lo fecero.
    Lob prese l’arma del suo non più avversario e osservò la situazione: Yaz sembrava di potercela fare, ma Sap era in punto di morte. Il capitano Lob si avvicinò al suo gemello.
    -Finiamola come l’abbiamo cominciata. Insieme-.
    Un sorriso malinconico si stampava sul volto di Sap, una Torre, che aveva capito tutto: il suo gemello, un’altra Torre, gli posò l’arma del nemico sul petto, mentre esalava l’ultimo respiro.
    Non aveva tempo per piangere: Lob si puntò l’altra arma che aveva in mano alla tempia e sparò.
    Cadde con un tonfo e una sola, piccola lacrima sul volto.

    Yazakol si trovava a terra, frustrato. Il dolore per la perdita dei suoi compagni era troppo forte per muoversi. Ci riuscì solo un’ora dopo, raggiungendo una radio e chiamando rinforzi.
    Pemirof non morì, ma fu arrestato. Yaz fu curato alle gambe e, dopo l’intervento, raccontò tutta la storia di quel terribile undici settembre a tutto il mondo, in diretta TV, annunciando anche il suo ritiro da militare. La guerra non faceva per lui, non faceva per l’umanità, bastava solo accorgersene.
    In TV apparve anche il soldato che si era ribellato a Pemirof, e il suo funerale venne fatto nello stesso giorno di quello delle Torri.
    A Yazakol fu permesso di inserire una frase sulla lapide in cui giacevano entrambi i gemelli:

    Qui giacciono le Torri Gemelle, morti l’undici settembre duemilauno per colpa dell’imperdonabile Signora Guerra. Il grande Sap fu ucciso da una granata, il suo gemello si uccise, per morire con la Torre che da sempre lo completava.
    Perché se si è Torri Gemelle, non si può vivere senza il proprio compagno.
     
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    Elfo

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    Per ora siamo solo io e te in questo turno! :) Ho apprezzato molto l'accostamento con i personaggi e le torri. C'è azione, e noto uno scorrere fluido della trama. Una curiosità, i nomi sono stati scelti a caso o hanno una loro logica nel contesto? :)
     
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    Grazie. :D
    Si è aggiunta anche foglia adesso!

    CITAZIONE
    Una curiosità, i nomi sono stati scelti a caso o hanno una loro logica nel contesto? :)

    Siccome nasceva come fan fic (ma non lo è) i nomi sono ispirati. ^_^
     
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  4. Foglia d'autunno
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    Come ho già avuto modo di dirti, questo racconto è stato una sorpresa decisamente piacevole :)
     
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    Ti ringrazio di nuovo. :)
     
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    ::: AniMangaManiaca :::

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    Bianost - Qualinesti

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    Hai toccato uno dei miei punti più deboli in assoluto. Quando si nominano i gemelli, soprattutto fratelli gemelli, il mio cuore sussulta. E tu con queste frasi:

    CITAZIONE
    -Finiamola come l’abbiamo cominciata. Insieme-.

    (...)

    Qui giacciono le Torri Gemelle, morti l’undici settembre duemilauno per colpa dell’imperdonabile Signora Guerra. Il grande Sap fu ucciso da una granata, il suo gemello si uccise, per morire con la Torre che da sempre lo completava.
    Perché se si è Torri Gemelle, non si può vivere senza il proprio compagno.

    Mi hai colpito dritto al cuore, proprio come se fossi uno dei protagonisti del brano.
    E gemelli a parte, quell'ultima frase che può essere letta con duplice significato, riportandoci alla caduta delle torri, è stata un colpo di genio. A sua volta anche il brano è ben costruito: c'è molta azione, l'atmosfera è carica di adrenalina ma non mancano i dettagli necessari per descrivere in pieno il legame unico dei due gemelli.
    Complimenti davvero. :D
     
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    Irene

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    Vale lo stesso discorso fatto per Foglia, racconto piaciuto ma per il tema avventura mi sarei aspettata qualcosa d'avventura!!!!!
     
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    Grazie a entrambe!


    @Miss: pensavo che l'azione rientrasse nel genere... ù__ù
     
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    EDIT:

    @Deliantha:
    CITAZIONE
    -Finiamola come l’abbiamo cominciata. Insieme-.

    Questa l'ho presa dal film di harry Potter. XD
     
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    ::: AniMangaManiaca :::

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    Bianost - Qualinesti

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    Uh, è vero, è la frase che Harry dice al caro Voldy! pinch
    Non l'avevo riconosciuta, perché nelle sue variazioni, il "moriamo come siamo nati, insieme" è quasi una costante ogni volta che leggo di due gemelli.
     
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    Niente male, ma allunga di più i dialoghi la prossima volta! ;)
     
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    Grazie del consiglio. :)
     
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  13. MournfulCreatureOfTheDark
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    Oggi grazie a te ho imparato una cosa nuova: i cugini drogati di videogame ogni tanto servono a qualcosa XD
    Scherzi a parte, mi è piaciuto il racconto, anche se lo vedo più impostato sul genere azione che sull'avventura; comunque, ci sono un paio di errori da correggere, ma, a parte questo, direi che il tuo è un buon racconto^^
     
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    Grazie. ^_^

    Non è proprio drogato. :P
     
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    ♥ Irie & Kotoko ♥

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    QUOTE (MournfulCreatureOfTheDark @ 31/10/2013, 13:12) 
    Oggi grazie a te ho imparato una cosa nuova: i cugini drogati di videogame ogni tanto servono a qualcosa XD
    Scherzi a parte, mi è piaciuto il racconto, anche se lo vedo più impostato sul genere azione che sull'avventura; comunque, ci sono un paio di errori da correggere, ma, a parte questo, direi che il tuo è un buon racconto^^

    Drogati di videogame?
     
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14 replies since 1/10/2013, 12:56   75 views
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