Epistola all'epistola.

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    Cavaliere di Corte

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    Cara lettera,

    come stai? È da tanto tempo che non ti uso più e anche adesso che ti sto scrivendo, non lo sto facendo come un tempo: ora per comunicare si usa la versione più tecnologica di te, l’e-mail, e a dir la verità, anche quest’ultima è un po’ fuori moda. Viviamo in un mondo pieno di strumenti comunicativi e a sostituirti ora c’è la chat, o l’sms, o il messaggio privato; tutto rigorosamente digitalizzato. Non c’è più l’abitudine di prendersi del tempo per sé, scegliere una di quelle belle carte da lettera colorate, oppure filigranate, o solo intestate, scegliere la penna migliore, o la più colorata, o quella a cui siamo sentimentalmente legati e lasciar scorrere i pensieri, ma soprattutto le emozioni, dirette verso una persona a noi lontana.

    Quanti anni ho trascorso in tua compagnia!

    Ricordo ancora i momenti in cui mi sedevo alla mia scrivania e prendevo dal cassetto le varie confezioni di carta da lettera, per poi scegliere quella più adatta al contenuto o al destinatario. Sai com’è, allo stesso modo di quando si parla direttamente alle persone, c’è sempre quella a cui puoi raccontare determinate cose e quella a cui invece riferisci altro; e allora a seconda della quantità di argomenti (o della portata emozionale che recavano con sé), bisognava scegliere la carta meno decorata, con più spazio per scrivere, o quella allegra con grandi stampe se il messaggio da recapitare era vivace e pieno di brio. C’è stato un periodo poi, in cui scrivevo così tanto che i formati delle carte non mi bastavano e allora prendevo la mia bella “spilletta”, il foglio a quadretti (le righe no, le ho sempre trovate fredde e poco “accoglienti”) preso al centro del quaderno, e prima di riempirla di pensieri, un po’ seri e un po’ faceti, la decoravo con piccoli disegnini agli angoli. Oppure a fine lettera riempivo il bianco del foglio con le penne a inchiostro gel, rigorosamente fluo.

    Ah, che belle le penne colorate!

    Ogni mia lettera “fai da te” era piena di colori e nomi, scritti in caratteri particolari e con penne particolari: a inchiostro liquido (raro, perché la mano sinistra è malvagia e passa sull’inchiostro ancora fresco, facendo danni), metallizzato, fluorescente, glitterato… E poi c’erano i pennarelli per le grandi aree e quelli indelebili per scrivere sulla busta (a prova di pioggia!) immancabilmente colorati anch’essi, e quando riuscivo a trovarli color oro e argento era festa grande!
    Ho sempre amato le penne colorate perché uniscono due cose che non mancano mai nella mia vita: l’inchiostro e i colori. Scriverti era l’occasione migliore per usarle, soprattutto in modo creativo.
    A dire il vero l’idea non è stata tutta mia: mi è venuta dopo aver visto, sul diario scolastico di mia cugina, quanto quelle scritte originali e colorate fossero carine. Lei è sempre stata più creativa di me, ma io apprendevo facilmente e aggiungevo qualche tocco personale: la mia creatività è pigra, ha bisogno sempre di una spinta per iniziare a camminare. Ma una volta imparati i passi, se la strada è piacevole, non si ferma: anche le carte già pronte recavano sempre qualche personalizzazione, con il risultato che le mie lettere fossero riconoscibili a colpo d’occhio.

    E che bello era attendere l’arrivo della risposta!

    Certo era noioso sapere che sarebbero dovuti trascorrere dai tre ai cinque giorni prima che i miei piccoli resoconti di vita vissuta raggiungessero la loro destinazione, per cui c’era sempre d’attendere almeno un paio di settimane prima di poter ricevere una risposta. Ma quando il momento si avvicinava, che bello era tornare a casa da scuola e sperare ogni giorno di trovare quella busta sulla scrivania, che celava al suo interno un altro piccolo racconto di vita vissuta!
    E poi c’erano i Grandi Misteri Irrisolti delle lettere che non arrivavano, nonostante fossero state spedite, o quelle che impiegavano il doppio del tempo per arrivare perché nel frattempo avevano fatto il giro degli uffici postali dell’intero stato… E poi c’erano quelle lettere occasionali, che recavano inviti o spedivano delle foto fatte insieme in quella rara volta in cui ci si era visti di persona, o le lettere che appena aperte sprigionavano un gradevolissimo odore…
    Quando mi capita di leggere dei bigliettini scritti a mano, ricordo quanto era normale, attraverso le lettere, imparare a riconoscere la grafia di chi scriveva: sembra stupido, ma le stesse parole sembrano più vere e più intime se sono scritte a mano. È come se, attraverso la propria grafia, una persona si facesse conoscere meglio, come se costruisse un ponte di comunicazione diretto, come se raccontasse qualcosa di sé con il mezzo, oltre che con il contenuto.

    E i francobolli!

    Conoscevo tutte le immagini e le valute necessarie alla spedizione, e speravo sempre di vederne uno nuovo, magari dedicato a qualche evento, oppure quelli stranieri, che però arrivavano sempre insieme alle cartoline estive.

    Che belle erano anche le cartoline!

    Anche se con l’avanzare della mia logorrea d’inchiostro, finivo con lo scrivere mini lettere in uno spazio angusto, lasciando i miei destinatari alquanto perplessi per i metodi poco ortodossi con cui cercavo di recuperare spazio. Ancora ricordo un testo scritto a spirale che ha causato la perdita di alcune diottrie a chi l’ha dovuto leggere!



    Oggi è tutto molto più veloce e immediato: si resta in contatto anche quotidianamente, se si vuole; si scambiano tante parole al giorno e, se si vuole, ci si sente molto più vicini. Eppure spesso non parliamo davvero, non ci prendiamo il nostro tempo in un pomeriggio, una mattina, una sera, per descrivere nel dettaglio ciò che ci emoziona o ci fa star male, non dedichiamo il nostro sempre più scarso tempo libero alla lettura dei racconti altrui. Spesso chiacchieriamo quotidianamente con delle persone di cui però, in fondo, non sappiamo davvero molto, perché siamo sempre di fretta, siamo sempre sbrigativi, siamo quelli che devono ottimizzare i tempi.

    E ora vedo le mie carte da lettera abbandonate, le mie belle penne colorate usate a metà, alcune delle quali ormai inutilizzabili perché l’inchiostro si è seccato nel disuso e mi capita di aver nostalgia di quei tempi in cui una persona lontana la sentivi davvero lontana e cercavi di avvicinarla con la carta e l’inchiostro.

    Cara lettera, so che nel mondo in continuo mutamento bisogna adattarsi per non soccombere, ma a volte mi chiedo se sia così giusto andare sempre e solo avanti, mettendoci alle spalle dettagli di vita del passato che recavano con sé delle belle emozioni. Forse sono solo una persona che fa fatica ad adattarsi ai cambiamenti, o che ama troppo il passato per apprezzare il futuro, ma credo che la nostalgia di te mi terrà compagnia ancora per molto, perché più trascorre il tempo, più i ricordi ci restano dentro con tenerezza come le cose migliori della nostra vita.

    Ti auguro ancora tanta salute, o che almeno siano in molti a ricordarti con affetto come faccio io.

    Un bacio grande


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    Che bello, ho trovato un'anima affine! :)
    Quando scrivo lo faccio sempre su carta; se è solo per me con la mia morbida HB, altrimenti con penne colorate e profumate alla frutta. Ho la scrivania sempre piena di fogli a quadri da 4mm e dai colori più vari, con una predilezione per quelli azzurri! :P
    Inutile dire che mi è piaciuta moltissimo la tua "Epistola all'epistola"! :D
     
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    Questa epistola mi ha affascinato! :) E ti ringrazio tanto, ogni volta che ti affacci sul nostro forum lo fai sempre con racconti stupendi. Scrivere una lettera alla lettera io non ci avrei mai pensato. Quanta nostalgia dietro le tue parole... infatti oggi abbiamo la tecnologia dalla nostra parte e le distanze si sono azzerate (con Skype o WhatsApp tutto avviene in tempo reale, anche con persone che si trovano dall'altra parte del mondo). Una volta invece non era così, e c'era l'attesa, e c'era l'odore, e c'erano i colori, e c'era la grafia. Siamo così sicuri che la tecnologia, a cui io oggi sono tanto caro e che per me è irrinunciabile, sia poi così migliorativa? Forse i rapporti umani tra le persone si sono logorati anche per questo...

     
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    CITAZIONE (lonelyone @ 5/1/2016, 06:26) 
    Che bello, ho trovato un'anima affine! :)
    Quando scrivo lo faccio sempre su carta; se è solo per me con la mia morbida HB, altrimenti con penne colorate e profumate alla frutta. Ho la scrivania sempre piena di fogli a quadri da 4mm e dai colori più vari, con una predilezione per quelli azzurri! :P
    Inutile dire che mi è piaciuta moltissimo la tua "Epistola all'epistola"! :D

    Grazie lonelyone :D Belle le penne profumate! *_* Ne ricordo un paio che annusavo continuamente prima di scrivere: quella rosa alla fragola e quella gialla alla banana :wub: La tua scrivania sarà bellissima, così piena di fogli e penne colorate (bello l'azzurro, è uno dei miei colori preferiti!) :woot: , siamo proprio anime affini! :D


    CITAZIONE (Erendal @ 5/1/2016, 09:52) 

    Questa epistola mi ha affascinato! :) E ti ringrazio tanto, ogni volta che ti affacci sul nostro forum lo fai sempre con racconti stupendi. Scrivere una lettera alla lettera io non ci avrei mai pensato. Quanta nostalgia dietro le tue parole... infatti oggi abbiamo la tecnologia dalla nostra parte e le distanze si sono azzerate (con Skype o WhatsApp tutto avviene in tempo reale, anche con persone che si trovano dall'altra parte del mondo). Una volta invece non era così, e c'era l'attesa, e c'era l'odore, e c'erano i colori, e c'era la grafia. Siamo così sicuri che la tecnologia, a cui io oggi sono tanto caro e che per me è irrinunciabile, sia poi così migliorativa? Forse i rapporti umani tra le persone si sono logorati anche per questo...


    Signor elfo sei sempre troppo gentile :D Due giorni fa ho iniziato a scrivere due diverse lettere, tra le varie a cui avevo pensato, e poi mi è giunta l'illuminazione di scrivere direttamente alla lettera, in memoria dei vecchi tempi :D Io sono totalmente a favore della tecnologia: tante volte Skype, Messenger, WhatsApp e simili si sono rivelati delle grandi invenzioni per mantenere i contatti con chi è lontano (primo fra tutti mio cugino che è stato in Australia), però da nostalgica cronica a volte ripenso a quei piccoli dettagli che davano delle sensazioni diverse e mi mancano. Credo che un po' di lentezza ogni tanto non ci farebbe male. :D
     
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    Da una porta segreta la trasparenza delle stelle.

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    Bellissima lettera sorellina Vivy! ❤ E sono davvero contentissima che possano apprezzare anche qui il tuo modo di scrivere, che a me rapisce sempre, qualsiasi genere di brano tu stia scrivendo! Scrivere una lettera alla lettera è qualcosa di davvero originale e simpatico, forse neanche io ci avrei mai pensato. Quelli che hai espresso sono tutti sentimenti che condivido tanto anche io (tengo ancora delle piccole agende o dei quaderni dove ogni tanto appunto a mano qualche pensiero), c'era l'odore della carta, l'inchiostro, l'attesa... Il semplice sentirsi vicini attraverso la grafia unica e particolare dell'altro. Era tanto romantico! *__*
    Anche io adoravo le penne in gel colorate!

    Hai detto la parola giusta, "lentezza". Oggi tutto intorno a noi si muove troppo freneticamente e non c'è più il tempo per godere delle piccole cose, per "sentire" davvero i momenti che costituiscono la nostra vita. Servirebbe proprio tanto un pò di lentezza in questo mondo che corre...

    Complimenti Vivy!
     
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    CITAZIONE (Kira__ @ 5/1/2016, 14:13) 
    Bellissima lettera sorellina Vivy! ❤ E sono davvero contentissima che possano apprezzare anche qui il tuo modo di scrivere, che a me rapisce sempre, qualsiasi genere di brano tu stia scrivendo! Scrivere una lettera alla lettera è qualcosa di davvero originale e simpatico, forse neanche io ci avrei mai pensato. Quelli che hai espresso sono tutti sentimenti che condivido tanto anche io (tengo ancora delle piccole agende o dei quaderni dove ogni tanto appunto a mano qualche pensiero), c'era l'odore della carta, l'inchiostro, l'attesa... Il semplice sentirsi vicini attraverso la grafia unica e particolare dell'altro. Era tanto romantico! *__*
    Anche io adoravo le penne in gel colorate!

    Hai detto la parola giusta, "lentezza". Oggi tutto intorno a noi si muove troppo freneticamente e non c'è più il tempo per godere delle piccole cose, per "sentire" davvero i momenti che costituiscono la nostra vita. Servirebbe proprio tanto un pò di lentezza in questo mondo che corre...

    Complimenti Vivy!

    Grazie sorellina! hug Tu ed Erendal avete sempre belle parole per me, mi viziate. <3
    È bello prendere appunti su carta, è come se ci fosse un contatto più diretto persino con i nostri pensieri: quando non riesco ad avere ispirazione, la mia ultima risorsa è proprio quella di prendere il quadernone e iniziare a scribacchiare a mano, per aiutarmi nella concentrazione. Forse è il fatto di coinvolgere i vari sensi a renderci la scrittura a mano più ricca e romantica, un po' come per la lettura del cartaceo rispetto a quella del digitale.
    Io sono una grande sostenitrice della lentezza, perché da bradipo cronico, pignola e pigra quale sono, nei tempi così frenetici in cui viviamo faccio molta fatica a tenere il passo; sono troppo contemplativa per poter correre. :P
    Allora siamo a quota tre di anime affini, adoratrici delle penne colorate e a gel. :wub: hug
     
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    Da una porta segreta la trasparenza delle stelle.

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    Grazie sorellina! Tu ed Erendal avete sempre belle parole per me, mi viziate. <3

    hug

    E' vero, la scrittura a mano, così come la lettura su carta, coinvolge tutti i sensi. L'odore della carta, il tatto, ma nel mio caso anche la vista. Sono miope ma da vicino ci vedo benissimo e mi piace osservare anche le imperfezioni della carta.. :wub:

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    Io sono una grande sostenitrice della lentezza, perché da bradipo cronico, pignola e pigra quale sono, nei tempi così frenetici in cui viviamo faccio molta fatica a tenere il passo; sono troppo contemplativa per poter correre. :P

    A chi lo dici! :P
     
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    CITAZIONE (Kira__ @ 6/1/2016, 09:09) 
    E' vero, la scrittura a mano, così come la lettura su carta, coinvolge tutti i sensi. L'odore della carta, il tatto, ma nel mio caso anche la vista. Sono miope ma da vicino ci vedo benissimo e mi piace osservare anche le imperfezioni della carta.. :wub:

    Ho scoperto da poco di essere anche io miope, oltre che astigmatica. *le ho tutte* :gioia: <_<
    È bello vedere le imperfezioni della carta, la grana che a volte sembra la trama di tessuto... E immancabilmente immagino l'effetto che la matita potrebbe farci su, se fosse un foglio bianco :wub:

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    Io sono una grande sostenitrice della lentezza, perché da bradipo cronico, pignola e pigra quale sono, nei tempi così frenetici in cui viviamo faccio molta fatica a tenere il passo; sono troppo contemplativa per poter correre. :P

    A chi lo dici! :P

    Siamo due bradipine! :lol:
     
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    Ma che brava che sei, lo sai? Il tuo racconto, pardon la tua lettera, mi ha tenuta viva dall'inizio... alla fine. ^^ Io sto rivedendo più volte il mio scritto perché non mi soddisfa, invece tu sei stata molto abile a trovare l'argomento giusto. Io non ho mai veramente apprezzato l'arte di scrivere lettere, perché qualche anno fa non ne scrivevo, e forse avrei dovtuto. Ho sempre iniziato a correre, e magari fare la "bradipina" un po' mi avrebbe giovato. Ma che ci posso fare? Se non altro ho avuto l'occasione di apprezzare questa tua, un po' di rivivre le tue sensazioni davanti alla carta e alle penne profumate. Quella in fondo penso proprio sia la tua bella calligrafia!
     
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    Grazie, Miss! blush2 Sono stata due giorni a scribacchiare e cancellare, perché non ero convinta delle mie idee, poi tra una lettera e l'altra, è saltato fuori il "Cara lettera" e il resto è venuto da sé; è probabile che capiti anche a te qualcosa del genere, perché quando non si è molto convinti di ciò che si scrive, spesso è perché non è ancora arrivata l'idea giusta (a parte i casi di insoddisfazione cronica, ovviamente). :D
    Io ho iniziato a scrivere lettere per tenermi in contatto con una cugina che vive lontano e che vedevo solo per un paio di settimane in vacanza ed è diventata una consuetudine per molti anni; ma non è detto che sia una pratica che vada bene per tutti: evidentemente sei più portata per la corsa. ^_^
    Sì, quella a fine brano è la mia firma (grazie per averla definita "bella") :P
     
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    Cara Deilantha, invidio la tua colorosità, perché dal tuo racconto si capisce che sei una persona dalle mille sfumature profumate, la tua calligrafia mi lascia pensare ad una ragazza ordinata, intelligente e soprattutto fedele. Il tuo sapere apprezzare l'odore e l'attesa, la tua scrivania piena di penne e il cassetto con le carte fanno di te la brava scrittrice che oggi tu sei. Allegherei anche io la mia firma, se mi ricordassi come si tiene in mano una penna.

    Un tuo ammiratore di scrittura.
     
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    Grazie Eleven! :D La mia colorosità ha avuto picchi selvaggi molti anni fa, ma ora è molto smorzata, anche se i colori non li abbandono mai perché sono pieni di vita. :D Per quanto riguarda la mia grafia, hai fatto una bella analisi, considerato che la base è povera di lettere: sull'ordine hai visto bene, perché normalmente tendo a essere precisa e ordinata, soprattutto quando scrivo. Sull'intelligenza e la fedeltà non saprei, non sta a me giudicare. :lol: Grazie per avermi dato della brava scrittrice, sono onorata! blush-anim-cl
    Dai, fai uno sforzo e scrivi la tua firma a mano :woot:
     
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    quante cose si perdono per strada, quante, in una vita intera!...
    se ti fermi a riflettere, sono soprattutto le cose inutili che vengono abbandonate, le superate, le superflue...
    Ti pare giusto e logico, e quelle cose le abbandoni senza rimpianti...
    finché ti accorgi che il "superfluo" è più prezioso del necessario, l'inutile più tuo del funzionale, il superato più saporoso dell'attuale.

    Consumismo. Una lebbra che ci è entrata nella vita, che ci permea il corpo, che ci ha stravolto l'anima.
    Ci fu un tempo in cui ogni parola costava un tempo lungo di scrittura, il consumo di costoso materiale, e fatica.
    Ed ogni parola veniva meditata a lungo, prima di essere scritta.
    Ci fu un tempo in cui ad ogni parola si associava uno svolazzo, l'idea di un pensiero, una attenzione Calligrafica.
    Calligrafia significa letteralmente "bella scrittura", ed era importante "scrivere bello", ne andava del tuo essere...
    Quanto alla lettera poi, alla lettera privata, personale, c'era l'ansia di trasmettere al destinatario quanto più possibile
    di rapporto umano, attraverso quel foglio. non potendosi vedere ed ascoltare di persona,
    la lettera portava fisicamente le tue carezze, il tuo fiato, i tuoi afrori e talvolta, il segno di una lacrima colata giù sul foglio
    marchiandolo di te.

    Tutta condivisibile la tua nostalgia per la lettera, Deilantha, e nelle tue parole me l'hai fatta assaporare tutta.
    quasi mi sembrava di toccare quel foglio, sentire il fruscio lieve della matita sulla carta, l'odore del legno di cedro
    e degli inchiostri.

    Grazie, amica,
    Lucio Musto 8 gennaio 2016

    ---------------------------------------------------------------------

    credevo di aver pubblicato il mio commento prima di uscire, ma non l'ho ritrovato, per cui lo pubblico di nuovo
    sperando di non fare guai, ma ci devo aggiungere un paragrafo:

    Pensavo al tuo lavoro, mentre facevo la spesa, e mi son rifiutato di comprare le clementine.
    Ho preteso i mandarini, quelli con un sacco di buccia, la pelle tosta ed i semi dentro...
    ma che profumano di mandarino, e di Natale.

    Ancora grazie!
     
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    Cavaliere di Corte

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    Grazie a te Lucio! hug Sei riuscito a rendere più bello e poetico quello che ho scritto, le tue parole sono sempre una gioia per chi le legge. :wub:
    Viva i mandarini :gioia: :D
     
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    Bardo

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    CITAZIONE (Lucio Musto @ 8/1/2016, 12:00) 
    quante cose si perdono per strada, quante, in una vita intera!...
    se ti fermi a riflettere, sono soprattutto le cose inutili che vengono abbandonate, le superate, le superflue...
    Ti pare giusto e logico, e quelle cose le abbandoni senza rimpianti...
    finché ti accorgi che il "superfluo" è più prezioso del necessario, l'inutile più tuo del funzionale, il superato più saporoso dell'attuale.

    Consumismo. Una lebbra che ci è entrata nella vita, che ci permea il corpo, che ci ha stravolto l'anima.
    Ci fu un tempo in cui ogni parola costava un tempo lungo di scrittura, il consumo di costoso materiale, e fatica.
    Ed ogni parola veniva meditata a lungo, prima di essere scritta.
    Ci fu un tempo in cui ad ogni parola si associava uno svolazzo, l'idea di un pensiero, una attenzione Calligrafica.
    Calligrafia significa letteralmente "bella scrittura", ed era importante "scrivere bello", ne andava del tuo essere...
    Quanto alla lettera poi, alla lettera privata, personale, c'era l'ansia di trasmettere al destinatario quanto più possibile
    di rapporto umano, attraverso quel foglio. non potendosi vedere ed ascoltare di persona,
    la lettera portava fisicamente le tue carezze, il tuo fiato, i tuoi afrori e talvolta, il segno di una lacrima colata giù sul foglio
    marchiandolo di te.

    Tutta condivisibile la tua nostalgia per la lettera, Deilantha, e nelle tue parole me l'hai fatta assaporare tutta.
    quasi mi sembrava di toccare quel foglio, sentire il fruscio lieve della matita sulla carta, l'odore del legno di cedro
    e degli inchiostri.

    Grazie, amica,
    Lucio Musto 8 gennaio 2016

    ---------------------------------------------------------------------

    credevo di aver pubblicato il mio commento prima di uscire, ma non l'ho ritrovato, per cui lo pubblico di nuovo
    sperando di non fare guai, ma ci devo aggiungere un paragrafo:

    Pensavo al tuo lavoro, mentre facevo la spesa, e mi son rifiutato di comprare le clementine.
    Ho preteso i mandarini, quelli con un sacco di buccia, la pelle tosta ed i semi dentro...
    ma che profumano di mandarino, e di Natale.

    Ancora grazie!


    Abbraccio anche io questo commento, e cosa posso dire di più? :) Deilantha, hai scritto una cosa stupenda dal punto di vista dei "ricordi".

     
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