Sogno di un tessitore di sogni

4° WitchInch

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    Avventuriero

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    Sogno di un tessitore di sogni



    Non so da quanto fosse passata la mezzanotte, sapevo solo che per l’alba c’era ancora parecchio da aspettare. Potevo starmene ancora un po’ tranquillo. Il mio intero corpo era madido di sudore che, notai con disgusto, si stava asciugando rendendo la mia pelle schifosamente appiccicaticcia. “Devo darmi una lavata”. Pensai, e dunque mi alzai. Trovavo incredibile la mia tranquillità di quel momento, ma forse semplicemente non avevo ancora realizzato tutto quel che era successo. Dopo essere atterrato elegantemente nei pressi di una cascata circondata da un fitto gruppo di alberi rigogliosi, mi tolsi la candida toga e mi infilai sotto il getto freddo. L’acqua scivolava dolcemente lungo il mio corpo, accarezzandomi la pelle e inumidendo le mie ali delicate. La doccia gelida mi permise di schiarirmi le idee e di valutare più lucidamente le mie azioni sconsiderate. “Cosa mi è preso?!“ Pensai, ancora incredulo e ormai alquanto agitato. Mio padre e Zeus sarebbero stati furiosi e al mio ritorno di certo non avrei trovato una calda accoglienza, ma ormai non c’era più nulla che io potessi fare. A quel pensiero il ricordo del volto rilassato di Cassandra mi invase la mente e subito provai un senso di sollievo. Immaginai poi l’espressione di stupore che quella dolce creatura avrebbe avuto al suo risveglio, trovando accanto al cuscino il papavero rosso che le avevo donato; già mi sembrava di scorgere il rossore diffondersi sulle sue guance e il luccichio compiaciuto nei suoi occhi verdi, messi in risalto dalla folta chioma corvina. Quanto mi sarebbe piaciuto poter essere lì con lei, accarezzare la sua pelle sericea, bearmi del suo sorriso e succhiare dalle sue labbra il nettare più dolce. Infastidito dal tono dei miei stessi pensieri, cercai di ritrovare un briciolo di contegno e di calmare i bollenti spiriti; uscii dal lago e scrollai la testa, lasciando che le piccole goccioline d’acqua schizzassero impazzite intorno a me. “Devi darti una calmata!” mi intimai, rivestendomi e riprendendo il mio lavoro. Sapevo bene che la cosa migliore sarebbe stata rimanere lontano da lei, almeno per un po’, almeno per qualche giorno. “Devi dimenticarla!” Troppe le notti passate nei suoi sogni intento a corteggiarla nascosto dietro un aspetto non mio, troppi i fiori con cui l’avevo omaggiata in quel mondo onirico, troppi i pensieri che le dedicavo quando non potevo vederla. Era giunto il momento di porre fine a quella storia insensata; non potevo certo permettere che Cassandra si innamorasse di un uomo che incontrava solo nei suoi sogni, sicuramente ne avrebbe sofferto. Mi rincuorai ripetendomi che era proprio per quel motivo che pochi minuti prima avevo preso l’avventata decisione di lasciarle uno dei miei papaveri: un piccolo pegno d’amore, un ultimo regalo d’addio. “Posso farcela” mi dissi e, accelerando l’andatura, sorvolai quella landa addormentata, avvolta dal manto stellato della notte.
    Ormai il sole stava per sorgere e i delicati petali dei miei fiori avevano sfiorato fin troppe palpebre chiuse; era giunta l’ora di tornare a casa. Volai in alto verso quella immensa sfera di fuoco che si stagliava appena sopra l’orizzonte, ma proprio non riuscivo a imbrigliare i miei pensieri, che correvano liberi incontro alla figura di quella bella fanciulla. La tentazione fu troppo potente e la mia forza di volontà non ebbe nessuna possibilità di uscire vincitrice da quello scontro.
    «Un’ultima volta, solo un’ultima volta”, sussurrai tra me e me e con un movimento repentino cambiai direzione, ripercorrendo la strada a ritroso. Sbirciai dalla finestra della sua camera: Cassandra era seduta sul letto e stringeva tra le mani il grazioso bocciolo vermiglio, avvicinandoselo al naso nel tentativo di sentirne il profumo. Quella era la prima volta che la vedevo sveglia; i nostri incontri avevano sempre avuto luogo nel mondo onirico che ogni notte creavo per lei, per noi. Sapevo di piacerle, l’avevo capito da come sorrideva quando le apparivo in sogno, nascondendo le ali e cercando di assomigliare il più possibile ad un ragazzo qualsiasi. Ma allo stesso modo ero consapevole che un amore tra un dio e una donna mortale avrebbe avuto solo conseguenze nefaste; sotto gli occhi avevo fin troppi esempi che provavano quella teoria.
    Mentre ancora ero immerso in quelle tormentate riflessioni, Cassandra si mosse, appoggiò il fiore sul suo comodino e si alzò per poi andare davanti ad una grande specchiera ed iniziare a spazzolare i suoi lucenti capelli scuri che le ricadevano sulle spalle in morbide onde sinuose. Seguii con attenzione quasi estatica ogni movimento della spazzola e per la prima volta provai una profonda invidia per quell’oggetto inanimato che aveva il permesso di sprofondare completamente in quella folta chioma e di godere del suo profumo.
    La voce di Fobetore interruppe la mia adorante contemplazione. «Morfeo, dobbiamo andare! Sbrigati o ti lasciamo qui! ». I miei fratelli mi stavano aspettando qualche metro più in là, squadrandomi da capo a piedi con cipiglio severo. Avevano ragione, dovevamo sbrigarci a fare ritorno altrimenti nostro padre ci avrebbe rimproverati. Poi però, proprio quando ero sul punto di allontanarmi dalla casa, realizzai che comunque sarei stato ripreso a causa del mio comportamento azzardato, quindi decisi di rendermi ancora più colpevole. Se ci avessi riflettuto qualche attimo in più di certo avrei cambiato idea, ma certe volte è meglio seguire l’istinto. Senza esitare, entrai di slancio nella camera di Cassandra, saltando sul letto e andando poi ad intrappolare la giovane tra le mie braccia. La guardai per un attimo negli occhi e poi posai le mia bocca sulla sua. La realtà superò le mie fantasie. Le sue labbra erano più morbide e carnose di quanto avessi potuto immaginare, la sua pelle perfino più liscia della seta. Mi lasciai trasportare da quel momento perfetto, approfittando di ogni istante che mi era concesso. Quando alla fine mi scostai dal suo viso, notai il rossore che le aveva imporporato le guance e il suo sguardo confuso; le sorrisi, cercando di rassicurarla, prima di alzarmi nuovamente in volo e dirigermi verso la finestra.
    «Ci vediamo questa notte », bisbiglia, uscendo e raggiungendo i miei fratelli, che attoniti avevano assistito alla scena.
    «Ora sì che sei nei guai! », esclamò Fantaso, sogghignando divertito, mentre Fobetore annuiva energicamente, confermando le sue parole.
    Io risi. «Ne valeva la pena! ».
    I mei fratelli scossero il capo, ma non aggiunsero altro e, anzi, mi diedero un’energica pacca sulla schiena, come a voler trasmettermi il loro tacito supporto.
    Senza più dire una sola parola, tornammo a casa.



     
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    Che spettacolo! Il mito di Morfeo (e dei suoi fratelli). Non solo lo stile è perfettamente leggero ed accompagna una lettura piacevole, ma hai riprodotto alla grande il mito secondo cui Morfeo si avvicina piano al dormiente grazie alle sue ali, poi rapidissimo entra nella sua mente assumendo la forma delle persone sognate.
    Ma quello che mi ha stupito di più è che hai perfettamente inserito l'elemento del papavero! Morfeo, si dice... credo, che porti sempre con sé un bouquet di papaveri con il quale tocchi lievemente gli occhi di chi è addormentato per donargli le illusioni realistiche che caratterizzano i suoi sogni.
    La chicca è rappresentata dai suoi fratelli, Phobetor (Fobetore) e Phantasos (Fantaso). Insomma, che dire? Connubio perfetto. Sarei molto felice se questo contest "Witchinch" venga vinto da te, poiché hai dimostrato oltre a grandissime doti di scrittura, anche altrettanti grandi doti di saperti calare meglio e dentro nel tema proposto, meglio di chiunque altro finora. Io per esempio ho la pecca di prendere solo lo spunto dell'incipit e poi di camminare da solo secondo la mia strada preferita. Tu invece ti sei sforzata di far incastrare bene anche l'elemento da inserire.
    Spero, e mi auguro, che pubblichi presto anche Deilantha, siete le scrittrici più brave del forum insieme a Sonoko!!!! :)

     
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    Avventuriero

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    Grazie Erendal, le tue parole mi lusingano! :wub: Sono molto contenta che il racconto ti sia piaciuto ed effettivamente questa volta l'idea mi è proprio venuta partendo dall'elemento da inserire, visto che l'incipit era molto generale e permetteva di sviluppare tantissimi argomenti diversi.

    Anch'io mi auguro di poter leggere presto i racconti degli altri, ma intanto mi accontento di leggere il tuo! :) Stasera spero di avere un po' di tempo per godermelo con calma.
     
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    Irene

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    Scrivere sul "classico" non è facile, tu ci sei riuscita benissimo. Anche io ho notato subito la perfetta interazione dell'elemento chiave con la storia, in sintonia con il tuo "modus scribendi" che è sempre piuttosto energico e pulito.

     
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    Grazie mille! :) Sono contentissima che il racconto ti sia piaciuto!
     
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    Bardo

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    Questo tuo racconto è davvero splendido! ^_^
    È piacevolissimo da leggere, la scrittura fluisce magnificamente!
    Complimenti! :D
     
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    Avventuriero

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    Grazie! :) sono molto contenta che ti sia piaciuto!
     
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    Da una porta segreta la trasparenza delle stelle.

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    Concordo con gli altri, un brano contenuto, ma che è un piccolo gioiello di buona scrittura e mito. ^_^ Il taglio è pulito, ti fa rimanere vigile e il personaggio di Morfeo è poetico! C'è solo un piccolo refuso qui: «Ci vediamo questa notte », bisbigliai, uscendo... :P Complimenti Ich!
     
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    Avventuriero

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    Grazie Kira :wub:
    Maledetti refusi! Per quanto io mi metta a rileggere con attenzione non riesco mai a correggerli tutti :( Grazie mille per avermelo segnalato, intanto l'ho già corretto nel mio documento word e alla fine del turno lo sistemerò anche qui ;)

    Grazie ancora!
     
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    Da una porta segreta la trasparenza delle stelle.

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    Anche a me sfugge sempre, ma sempre qualcosa! Per questo avere degli occhi esterni è molto utile! :P
     
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    Avventuriero

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    È vero, perché avendolo scritto ormai lo si legge in automatico e trovare i refusi è difficile xD Avere qualcuno esterno che legge è utilissimo!
     
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    Lo Staff del contest si congratula con l'autrice per avere vinto la prima edizione del Witchinch!!!

     
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    Eroe

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    Un bel brano, scritto con cura con termini appropriati, come quel preziosismo di "sericeo". Mii stupisce un po' l'irruenza di Morfeo nell'approcciarsi fisicamente a Cassandra. O, per meglio dire, non mi sembra politically correct nel senso in cui Cassandra appare solo come oggetto d'amore e non soggetto d'amore: non traspare la sua volontà nell'amare Morfeo e, anche laddove ci fosse, essa sarebbe stata forgiata dalla volontà del dio stesso che le appariva in sogno. Ciò non appare fuori luogo, tutt'altro: la mitologia greca è colma di esempi in cui il dio fa suo il proprio oggetto d'amore indipendentemente da quel che ne pensa l'essere umano. Però non saprei se un mito greco scritto oggi debba adeguarsi al modo di sentire d'oggigiorno (ammesso e non concesso che la letteratura debba rispecchiare un modo di percepire contemporaneo) o invece vada inserito in una mentalità dell'epoca come un pregiato falso d'antiquariato.
     
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12 replies since 12/6/2016, 14:57   247 views
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