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Oggi il cielo è grigio, o no?
Le foglie rigogliose crescono,
sì...questo è ormai quel che credo.
Quel che mi circonda ora è morto.
I miei occhi guardano uno sfondo,
rassegnandomi ad una società
ove i valori sono smarriti,
rendendo schiavi le nostre menti.
Volevamo questo fin dall'inizio?
Lo scorrere veloce, scandito
e inesorabile del tempo
rende tutto ancor più amaro,
condannandoci alla fine.
Senza volto e senza voce son
le emozioni che trasmettiamo
da quel gran vetro illuminato.
Sembra così sconfitta la morte,
non sapendo che ella rimane
sempre nel buio ad aspettare.
Ma poi rialzo il mio stanco sguardo
e vedendo tali oscenità,
rimetto la testa sullo schermo
facendo finta di aver vissuto.. -
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Il mondo è così brutto e opaco da preferire l'evasione virtuale? Forse non hai guardato bene. il mondo è pieno di fanciulle, di colore, di sapori, di emozioni. . -
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Purtroppo mi devo ripetere, non mi piace questo modo estremamente negativo di affrontare il tema. Non per le considerazioni, più o meno condivisibili, ma per la struttura su cui queste vengono messe. E' un po' come dire che si stava meglio quando si stava peggio: si può dire, ma con originalità, riferimenti, immagini suggestive, metafore ricercate, giochi di parole o di suoni. Se questi elementi non ci sono, personalmente, a fine lettura non mi rimane nulla, non mi sento stimolato. Inoltre trovo questo testo molto prosastico. . -
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ovviamente questa poesia è un mio punto di vista e non necessariamente deve essere la verità. Se risulta leggermente prosatica è perché è voluta come cosa, fatta per renderla più dura e aggressiva. Non so se sono riuscito o meno nell'intento, ma questo è quello che ho scritto e mi fa molto piacere che venga discusso anche se negativamente. . -
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E' un peccato rimettere la testa sullo schermo... bisogna saper guardare. Averne voglia, soprattutto, vincendo la negatività che ci attanaglia, il vuoto ragionare, l'immobilità del torpore mentale, emozionale e fisico che spesso ci portiamo dentro. E' un atto coraggioso e di follia! Allora finalmente scorgi anche "le fanciulle, il colore, i sapori e le emozioni" e ne senti la forza.
"Sembra così sconfitta la morte,
non sapendo che ella rimane
sempre nel buio ad aspettare."
Mi sono piaciuti molto questi versi. -
.E' un peccato rimettere la testa sullo schermo... bisogna saper guardare. Averne voglia, soprattutto, vincendo la negatività che ci attanaglia, il vuoto ragionare, l'immobilità del torpore mentale, emozionale e fisico che spesso ci portiamo dentro. E' un atto coraggioso e di follia! Allora finalmente scorgi anche "le fanciulle, il colore, i sapori e le emozioni" e ne senti la forza.
"Sembra così sconfitta la morte,
non sapendo che ella rimane
sempre nel buio ad aspettare."
Mi sono piaciuti molto questi versi
Ti ringrazio mille per il tuo commento. Vorrei approfittarne per spiegare un attimo il significato della poesia. Il mondo non è grigio o cosa, in realtà non si sa, perché siamo tutti concentrati a guardare uno schermo e si suppone come sia il mondo esterno. Quando rialziamo gli occhi e vediamo che è tutto perso, nel senso che le persone hanno perso i valori, non provano emozioni vere e via discorrendo, ci rassegnamo. E sconfitti rimettiamo lo sguardo sullo schermo. Questo è il significato da me attribuito, poi può essere interpretata a proprio piacimento, ovviamente.... -
.ovviamente questa poesia è un mio punto di vista e non necessariamente deve essere la verità. Se risulta leggermente prosatica è perché è voluta come cosa, fatta per renderla più dura e aggressiva. Non so se sono riuscito o meno nell'intento, ma questo è quello che ho scritto e mi fa molto piacere che venga discusso anche se negativamente.
Se ho capito bene, premetto che la poesia in prosa a me piace ed è piaciuta anche questa tua poesia, preferisci la fuga nel virtuale che il mondo reale perché pieno di cose brutte? Preferisci un mondo senza volto, ad uno privo di emozioni positive. Visione molto pessimistica, tipica di alcuni giovanissimi. Il problema è la paura di un futuro che non c'è.. -
.Se ho capito bene, premetto che la poesia in prosa a me piace ed è piaciuta anche questa tua poesia, preferisci la fuga nel virtuale che il mondo reale perché pieno di cose brutte? Preferisci un mondo senza volto, ad uno privo di emozioni positive. Visione molto pessimistica, tipica di alcuni giovanissimi. Il problema è la paura di un futuro che non c'è.
Grazie per il tuo commento😄
Diciamo che non è proprio così la mia visione. Io credo che in una società dove tutte le persone guardano uno schermo, seguono uno stile di vita "assente" ma sempre continuando ad usare il loro tempo vitale. In questo modo si spreca la propria vita, ma non ce ne accorgiamo e ci scordiamo della morte, visto che la società attuale è positiva e cerca di annientarla. Quindi noi sprechiamo le nostre vite mortali davanti ad un cellulare, non accorgendoci neanche com'è il mondo esterno, riporto:
"Il cielo è grigio, o no?
Le foglie rigogliose crescono,
si...questo è ormai quel che credo.
Quel che mi circonda ora è morto."
Io non so se è inverno, se è primavera, se ci sono le foglie, se piove, io non lo so! Perché sono distratto stando al telefono.
Ora riporto la fine:
"Ma poi rialzo il mio stanco sguardo
e vedendo tali oscenità,
rimetto la testa sullo schermo
facendo finta di aver vissuto."
Io qui voglio far capire che ognuno di noi si rende conto della propria finta esistenza (il titolo della poesia), quando rialza lo sguardo; però essendo ormai rassegnati al proprio destino, decidiamo di tornare a ciò che stavamo facendo, convincendoci di aver fatto una vita al massimo.
Spero di essere stato chiaro nella spiegazione
p.s. ho scritto di fretta, scusa in anticipo per possibili errori. -
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Il senso è per me molto chiaro, quando il mondo non ci piace, ci rifugiamo in un altro mondo all'apparenza migliore, un mondo nel quale possiamo scegliere chi essere, spesso creandoci un'alternativa fasulla e rinchiudendo la bellezza in uno schermo. Ne siamo consapevoli, ma nonostante questo siamo talmente annichiliti dal disincanto da scegliere la certezza all'incertezza. In realtà l'incertezza della vita è quanto di più arricchente possa esserci per l'uomo. Combattere, essere noi stessi in primis il frutto di quel cambiamento che vorremmo vedere nel mondo, anche se sembra una frase fatta, è la scelta migliore, cercando di riportare alla mente il concetto che la vita ha un inizio ed una fine e per questo ogni giorno merita di essere goduto e sfruttato a pieno.
La forma è un po' prosastica, è vero, ma scrivendo e riscrivendo, nel tempo, leggendo tanto per capire cosa e dove
ti piacerebbe arrivare, sperimentando immagini nuove, si può solo che migliorare. Comunque un bell'esordio nella League!. -
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A mio parere è un buon componimento, anche ben argomentato nelle sue spiegazioni dall'autore come vedo nei commenti che mi precedono.
Da un punto di vista metrico, ci siamo abbastanza: prevalenza di novenari e decenari, comunque uno stile metrico omogeneo, senza versi troppo lunghi a fronte di versi troppo corti. Rime assenti, anche se dai primi due versi me le sarei aspettate con quel gioco di omofonie "grigio-o-no"-"crescono".
Noto che i contenuti di Enzo Amato1 sono solitamente improntati ad un certo pessimismo, ma non trovo che questo sia indice di ripetitività o di banalità: la visione del mondo che una persona si dà influisce su quello che si scrive, ma non penso che il lettore debba giudicare una poesia giudicando il vissuto personale dell'autore, arrivando a volerlo distogliere dalla schiera di coloro che "rimettono la testa sullo schermo" indicandogli un diverso modo di affrontare la vita. Questo semmai è un consiglio da amici, non da "critici"!
Ritengo comunque anch'io che battere troppo su parole come "morte" o "fine" risulti pesante per il lettore se tali riferimenti emergono estemporaneamente dalla poesia. Pi osservava come il tono sembrasse da "si stava meglio quando si stava peggio": ok, è vero, parlare di crisi di valori non è molto originale, però non mi sento neanche di condannare chi scrive semplicemente questo dato di fatto senza ricorrere ad immagini ricercate se non le si sente nelle proprie corde. Un ultimo appunto: nella strofa conclusiva non capisco la ragione del "ma" avversativo, io avrei tenuto anche il primo verso al gerundio come il secondo.
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ti ringrazio infinitamente della tua analisi e del modo in cui hai affrontato l'argomento.
Il significato generale del componimento è vero che può sembrare banale, ma è anche vero che la poesia è una sorta di esagerazione con lo scopo di denunciare l'eccessivo utilizzo della tecnologia. Detto questo, ti spiego anche il perché degi argomenti che tratto solitamente; è vero sono solito trattare la morte, la tristezza e via discorrendo...ma lo faccio perché è nel mio stile e mi sento a mio agio trattandoli. Lo so, può essere una limitazione, però credo che sia soltanto l'inizio di un percorso che mi porterà alla capacità di saper trattare anche altri argomenti. Comunque, il ma avversativo si riferisce al fatto che nonostante tutto riesco lo stesso ad alzare lo sguardo; invece se avvessi messo il gerundio, la frase avrebbe assunto la semplice funzione di temporale.. -
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Credo sia una buonissima prova. Mi trovo d'accordo su molte cose anche se non credo che le persone nel mondo siano così schiave della rete come si dice, ma potrebbe essere un mio pensiero sbagliato. molto suggestiva l'immagine dell'internauta che quasi non sa se fuori è inverno o estate, che non si cura più del mondo che lo circonda, ma questo è un problema anche dei poeti e degli studiosi in generale, oltre che di chi lavora, non solo degli internauti: se non mi sbaglio fu Gozzano a dire che la vita o la si vive o la si scrive. . -
.Se ho capito bene, premetto che la poesia in prosa a me piace ed è piaciuta anche questa tua poesia, preferisci la fuga nel virtuale che il mondo reale perché pieno di cose brutte? Preferisci un mondo senza volto, ad uno privo di emozioni positive. Visione molto pessimistica, tipica di alcuni giovanissimi. Il problema è la paura di un futuro che non c'è.
Grazie per il tuo commento😄
Diciamo che non è proprio così la mia visione. Io credo che in una società dove tutte le persone guardano uno schermo, seguono uno stile di vita "assente" ma sempre continuando ad usare il loro tempo vitale. In questo modo si spreca la propria vita, ma non ce ne accorgiamo e ci scordiamo della morte, visto che la società attuale è positiva e cerca di annientarla. Quindi noi sprechiamo le nostre vite mortali davanti ad un cellulare, non accorgendoci neanche com'è il mondo esterno, riporto:
"Il cielo è grigio, o no?
Le foglie rigogliose crescono,
si...questo è ormai quel che credo.
Quel che mi circonda ora è morto."
Io non so se è inverno, se è primavera, se ci sono le foglie, se piove, io non lo so! Perché sono distratto stando al telefono.
Ora riporto la fine:
"Ma poi rialzo il mio stanco sguardo
e vedendo tali oscenità,
rimetto la testa sullo schermo
facendo finta di aver vissuto."
Io qui voglio far capire che ognuno di noi si rende conto della propria finta esistenza (il titolo della poesia), quando rialza lo sguardo; però essendo ormai rassegnati al proprio destino, decidiamo di tornare a ciò che stavamo facendo, convincendoci di aver fatto una vita al massimo.
Spero di essere stato chiaro nella spiegazione
p.s. ho scritto di fretta, scusa in anticipo per possibili errori
la poesia non mi ha particolarmente colpito in sé, ma il senso sì. Ho trovato interessante lo sviluppo di pensiero e l'accostamento dello scordare la morte.. -
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Mi sento abbastanza in linea con il commento dato da ikebanacka. Lo sviluppo è omogeneo lungo tutta la poesia, il pessimismo è ciò che caratterizza il periodo temporale o lo stato d'animo in cui vengono scritti i versi, se in quel momento la visione è nera, così saranno i versi che escono dalla penna. È la linea diretta tra pensiero e foglio di carta o tastiera. . -
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Nascondersi nel mondo virtuale perchè il mondo reale non ci piace. Certo, talvolta la tentazione è forte, ma la vita è altro da uno schermo. I colori, i profumi i suoni della realtà non possono trovare nessun surrogato all'interno di un pc.
Poesia ricca di spunti anche la tua, Enzo..