Rinascita

storia con un protagonista un po' particolare

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    Per compensare la mia assenza del turno precedente in questo ho pensato di postare anche una seconda storia. Avevo in animo di scrivere su questo argomento da un po', ma non sapevo come impostare la trama, poi ho pensato che questo tema fosse perfetto.
    Ho tratto minima ispirazione (non per la storia ma per un aspetto di essa) da un vecchio film di animazione purtroppo poco noto del 1994, Pagemaster - L'avventura meravigliosa, diretto da Pixote Hunt, Maurice Hunt e Joe Johnston.
    Spero che il risultato sia decente, anche se per rispettare la scadenza ho scritto tutto di getto in un paio di giorni.



    Rinascita

    C'era una volta un libro, che riposava tranquillo su uno scaffale di un'enorme libreria, insieme a tanti suoi simili. Simili per modo di dire, perché in quella libreria, dagli scaffali tutti stracolmi, si trovavano libri di ogni genere: libri scolastici, classici, romanzi d'amore, d'avventura, di fantascienza e tanti altri generi.
    La proprietaria, la figlia dei padroni di casa, aveva sempre amato leggere, e così col passare degli anni la sua collezione era diventata sempre più ricca e variegata. Ad un certo punto gli inevitabili problemi di spazio avevano portato alla necessità di spostare periodicamente i libri già letti in posti più in alto e quindi meno facilmente raggiungibili, ma al nostro protagonista andava bene così. Non gli dispiaceva cambiare aria, venire in contatto con nuovi amici e guardare la stanza da nuove prospettive, ed anche per i suoi compagni era la stessa cosa. Certo, se solo quella ragazza (dopo 10 anni che la conosceva era ormai divenuta una ragazza!) sempre più impegnata e distratta avesse dedicato loro qualche minuto anche solo per eliminare un po' di polvere di tanto in tanto sarebbe stato magnifico, ma pazienza...
    Un giorno la ragazza tornò nella stanza portando con sé una scala ed un piumino: finalmente la speranza di una maggiore pulizia era stata esaudita! Ovviamente essendo un libro non poteva correrle incontro per ringraziarla e magari per riuscire ad essere spolverato per primo, con un piumino non ancora intaccato dalla polvere che ricopriva gli altri, perciò non gli rimaneva che attendere pazientemente il suo turno al suo posto: aveva atteso per anni, che differenza avrebbe potuto fare qualche altra ora?
    Ben presto però si rese conto che qualcosa non andava: la ragazza, che di solito maneggiava lentamente e con delicatezza ogni singolo volume, come se avesse avuto paura di sciuparlo, di ferirlo, ne stava afferrando due o tre alla volta, portandoli giù e poggiandoli in fretta sul pavimento, su una fredda carta di giornale, qualcuno addirittura con mal grazia. Il piumino era ancora lì, sulla sua scrivania, intatto, e dopo appena un'ora la libreria era stata privata di buona parte dei suoi numerosi ospiti.
    Il nostro libro era sconcertato: cosa stava facendo la loro proprietaria ai suoi amici? E come mai altri non erano stati toccati? Aveva appena iniziato a porsi queste domande che sentì le sue mani ormai impolverate afferrarlo!
    La situazione peggiorò drammaticamente quando fu messo in una grande busta, soffocato fra tanti altri libri, tutti smarriti come lui. Come se non bastasse la busta, sovraccarica, dava preoccupanti segni di cedimento e rischiava di rompersi. La ragazza, reggendo quella ed un'altra busta altrettanto piena, camminava in fretta, riposandosi di tanto in tanto solo per qualche istante, e dopo che ella fu andata via per poi tornare e lasciare altre due buste piene inquietanti nuvoloni grigi iniziarono a riempire il cielo...

    L'aveva fatto: le più nere previsioni del libro a lui più vicino nella busta, Ultime lettere di Jacopo Ortis, si erano avverate, erano stati abbandonati!
    Fino all'ultimo momento non aveva voluto crederci, perché il suo compagno di sventura non era certo noto per il suo ottimismo, perché aveva sempre avuto fiducia nella loro padrona e poi perché un libro di favole e fiabe come lui sapeva bene che in ogni buona storia che si rispetti alla fine vivono tutti felici e contenti...
    Ma a questo punto doveva rassegnarsi, dare ragione a lui ed ad altri, che sapevano bene che la vita reale è ben diversa e che spesso anche l'amicizia è ricambiata con il tradimento!
    "Lo dicevo io che non bisogna mai fidarsi troppo degli altri!" sentenziò ad un certo punto Il conte di Montecristo, che si era sempre vantato di essere particolarmente informato sull'argomento.
    "Io avrei dovuto aspettarmelo, non mi ha letto mai!" si lagnò di rimando Le confessioni di Rousseau: il poveretto era stato donato alla loro ormai ex-proprietaria otto anni prima da una zia, che evidentemente non si era preoccupata nemmeno di ipotizzare che un libro del genere non potesse piacere per niente ad una bambina di dieci anni. Ma, cosa che ovviamente nessuno degli altri libri aveva mai avuto cuore di far notare pubblicamente, l'espressione che lei aveva sul viso quando aveva scartato il pacco era stata fin troppo esplicita a riguardo.
    Il nostro libro, costretto in quella scomoda posizione da alcune ore, avrebbe voluto piangere, e proprio in quel momento sentì una goccia che gli scorreva fra le pagine: stava iniziando a piovere, era davvero giunta la fine?
    Con grande tristezza ripensò a quando era stato acquistato dieci anni prima da quella vivace bimba con i codini accompagnata dal suo papà, giunti gocciolanti d'acqua (anche quel giorno pioveva!) nel negozio dove era esposto, una piccola bottega vicino alla scuola elementare del quartiere che purtroppo non reggendo alla crisi economica aveva chiuso qualche anno prima. Quanto entusiasmo aveva allora! Aveva letto e riletto le sue storie senza mai stancarsi, ed a lui non era importato se si era anche divertita a colorare le sue immagini in bianco e nero perché a suo avviso non erano abbastanza vivaci così com'erano! Poi col tempo lo aveva ripreso più raramente, più spesso per atteggiarsi a mammina con i cugini più piccoli, per poi dimenticarlo quasi del tutto fino a quella terribile mattina.
    "Ma sì, che la pioggia metta fine a questo strazio!" concluse. Avrebbe potuto essere regalato a quelle due piccole pesti, ma il modo con cui avevano strappato le pagine de L'isola misteriosa, lasciato incautamente sulla scrivania in occasione della loro ultima visita, lo indusse a concludere che quella sorte sarebbe stata notevolmente peggiore.
    E rimase inerte, rassegnato ad attendere che l'acqua facesse il suo effetto e riducesse in poltiglia le sue pagine.
    "Ahi, ahi!" soffriva già visibilmente il libro posto orizzontalmente in cima alla pila, la cui copertina iniziava ad imperlarsi di gocce, mentre gli altri che fino a poco prima avevano continuato ad impartire indesiderate perle di saggezza tacevano.
    La pioggia continuava a cadere, senza aumentare di intensità, quasi impercettibilmente, come a prolungare al massimo quella già lenta agonia, quando all'improvviso ci fu uno scossone, e la busta si sollevò.
    "Non c'è motivo di agitarsi, saranno gli spazzini venuti a ripulire la strada dai rifiuti come ora siamo anche noi!" spiegò tristemente Momo*, sicuro del fatto suo.
    Ma fu subito contraddetto da una mano che in quel momento si intrufolò nella busta: che motivo ci sarebbe stato?
    "Quanti libri!" esclamò una voce, la voce di un bambino, che sollevò L'isola del tesoro, che era finito di sbieco a lato della pila formata dai suoi compagni.
    "Non posso crederci, li hanno gettati via, e così tanti?!?" intervenne un'altra voce, una bambina, che vedendo Momo esultò, perché aveva proprio voglia di leggere il libro da cui era tratto un cartone animato che aveva recentemente visto in TV.
    "Chi è stato così scemo?" un terzo bambino, ed afferrò proprio il nostro protagonista.
    Dopo di che altri bambini: era passata l'una, ed il libro di favole e fiabe, ormai fuori da quella che sembrava destinata ad essere la sua tomba, riconobbe immediatamente il luogo dove si trovava: era proprio nelle vicinanze della scuola, quella stessa scuola che tanti anni prima frequentava colei che l'aveva acquistato. L'aveva portato lì apposta oppure era stato solo un puro caso, uno scherzo del destino? Chissà, comunque non importava poi tanto...
    Il gruppetto di nuovi venuti aveva svuotato velocemente le buste, ed i bambini presero a contendersi i libri, alcuni dei quali, quelli non contesi da aspiranti lettori così giovani, erano stati poggiati sul marciapiede umido.
    "Ma guarda questi piccoli ignoranti: non serve certo leggere un testo come me per sapere che non bisogna mai mettere i libri sul bagnato!" brontolò L'enciclopedia della scienza, ma nessuno degli altri ci badò: sapevano fin troppo bene che si dava sempre tante arie come se fosse stata opera di chissà quale premio Nobel.
    Effettivamente L'enciclopedia della scienza aveva ragione, ma anche se gli altri avessero dato man forte alle sue parole i loro interlocutori non li avrebbero certo sentiti. Per fortuna ci pensò una maestra, che nel frattempo aveva raggiunto i bambini incuriosita dal fatto che si fossero radunati proprio in vicinanza dei cassonetti dell'immondizia.
    "Bambini, cosa fate? Smettetela di litigare, non vedete che tutti questi bei libri si stanno bagnando?" e propose loro di aiutarla a portarli via, in un luogo asciutto e riparato "E' orribile che le persone si disfino dei loro vecchi libri così, spesso anche se si trovano ancora in ottimo stato... Per fortuna loro sono salvi: che ne dite di aggiungerli alla nostra biblioteca, così tutti potrete leggere quelli che vi interessano, a turno?"
    La proposta fu accolta con entusiasmo, ed i libri abbandonati, nessuno dei quali fortunatamente aveva subito grossi danni, furono collocati in un'altra libreria nella biblioteca della scuola. Era meno bella della precedente, non fatta di un legno pregiato come la loro vecchia casa, ma dava molta allegria, arricchita dai colori aggiunti fantasiosamente dagli scolari. Quelli che non erano stati considerati molto adatti a bambini delle elementari erano stati adottati dalla maestra e da qualche sua collega.
    Il nostro libro di favole e fiabe era di nuovo felice, rinato ad una nuova vita. Ora lui ed i suoi amici sarebbero rimasti per sempre in quella modesta ma vivace biblioteca, dove avrebbero potuto rallegrare tanti bambini, per nulla intimiditi da qualche scarabocchio o da pagine un po' ingiallite dal tempo.
    E, "come in ogni buona storia che si rispetti", per dirla come lui, vissero per sempre felici e contenti.

    Morale: Non gettate via i vostri libri, non abbandonateli mai come rifiuti... Anche se siete certi che non abbiano più nulla da dare a voi non è detto che non abbiano nulla da offrire ad altre persone, perciò invece di distruggerli per sempre consentite loro di rinascere a nuova vita!



    Note:

    * Le confessioni è un libro di Rousseau: certamente non è un libro da regalare un bambino, ma a me da piccola capitò davvero che una zia me lo regalò per il compleanno... Ammetto di non averlo mai letto, ma ovviamente non l'ho nemmeno buttato. Si troverà in una delle mie librerie da qualche parte o forse l'ho usato in un bookcrossing, non ricordo più.

    * * In Momo, romanzo di Ende, uno dei personaggi principali è Beppo, uno spazzino.

    Edited by Sonoko - 5/12/2016, 18:15
     
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  2. phàntasma
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    Molto, molto simpatica.
    Leggermente superflui alcuni dei commenti dei libri, ma il fatto che il loro carattere sia perfettamente in linea con la storia in essi contenuta è un piccolo contributo ulteriore.
     
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    Beh, il fatto che il loro carattere fosse perfettamente in linea con i loro contenuti mi pareva d'obbligo! :D
    Ho voluto farli parlare per cercare di mostrare i sentimenti di qualcuno che, sebbene oggetto inanimato, si sente abbandonato e tradito da colui (o colei, come in questo caso) di cui si fidava ciecamente. E li ho immaginati capaci di interagire fra loro, un po' come i giocattoli de Il soldatino di piombo.
    Comunque grazie per aver letto e commentato! ^_^
     
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    Condivido. Storia-favola molto carina ed istruttiva... ma mica solo per i bambini della scuola!...

    Anche per i vecchi nonni!... e mi spiego:
    Per queste ultime forti scosse di terremoto la mia vecchia casa ha tremato parecchio, ma non ha subito gravi danni... anzi quasi nessuno.
    Solo nella mia stanza, dove ho i computer, i poliedri, qualche ricordo e molti libri una mensola
    evidentemente sovraccarica per il peso di molti libri ha ceduto ed è venuta giù... la mia collezione di
    volumi di Asimov ed altri grandi della Fantascienza... che da tanto tempo non sfogliavo più.

    Ma non è caduta!... i miei libri sono persone a modo e molto educati... la mensola sottostante, quella dei libri di matematica ricreativa e misteri archeologici la ha sorretta, ed il crollo è stato evitato...

    Ma quanta polvere si era accumulata su quei libri inutilizzati!... ricordo che l'ultimo che ho avuto in mano
    è stato una raccolta di Lovercraft della quale mandai la prefazione ad Erendal... anni fa!

    Qui le prove di tanta sciatteria ed incuria... ma la domanda è: "A cosa serve conservare così dei libri?
    non sarebbe meglio donarli a chi ancora li leggerebbe volentieri?... imbecille cupidigia umana!"

     
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    Grazie, sono particolarmente felice che ti sia piaciuta, perché so che sei un giudice abbastanza severo! ;)
    Per quanto riguarda la tua domanda... chi lo sa? Per l'accumulo dei libri i giapponesi hanno coniato un termine preciso, tsundoku (積ん読), che indica il fenomeno per cui si acquistano libri senza però poi trovare il tempo e/o la voglia di leggerli, lasciandoli così tristi e soli in preda alla polvere e, in alcuni casi, all’oblio. Anch'io tendo un po' ad accumulare, perché se un libro mi interessa molto non riesco facilmente a lasciarlo sullo scaffale della libreria, ma poi leggo sicuramente tutto ciò che compro, anche se a volte passano mesi o anni, e non li lascio mai in balia della polvere.
    Comunque io penso che la cosa peggiore sia gettarli via per strada, destinandoli al macero o alla distruzione, dall'acqua o da altro. Proprio per questo motivo non sopporto nemmeno l'idea, e se mi capita di trovare libri abbandonati li salvo: quelli che mi interessano davvero li leggo, gli altri li destino a scambi o ad eventuali donazioni.
     
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    i libri sono persone vive e possono esserti amici (raramente, anche nemici, io ne ebbi uno).
    Purtroppo a me accade di non essere più in grado di leggere un libro. Eè una facoltà che ho perso, come altre, ma non perché non sappia più leggere, come accade talvolta per demenza senile, ma perché non riesco a tener ferma l'attenzione per più di pochi minuti... ed allora un racconto si un romanzo no,
    un trafiletto si, un ponderoso saggio no, una intuizione si, una complessa dimostrazione matematica non più. Ma non lagno. Anche queste gravi limitazioni dovute all'età hanno un loro interesse, come studio
    all'adattabilità umana alle possibilità disponibili.
    Davvero quella umana è una specie superbamente opportunista!
     
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    Un libro tuo nemico? E quale? La cosa mi incuriosisce! A me verrebbe da pensare a qualcosa di particolarmente ostico imposto per motivi di scuola o di lavoro...

    Comunque l'hai detto, sono persone vive: anche per questo, per rispondere a phàntasma, nella mia storia li ho fatti parlare fra loro della loro terribile situazione!
     
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    naturalmente!... "Le veglie di Neri" di Renato Fucini (Neri Tanfucio).
    Lo leggevamo alle medie... credo in seconda... e io non riuscivo a capirlo!
    Oggi una mamma chiamerebbe uno psicologo, o mi farebbe visitare dal logopedista, non so...
    certo fu un blocco assoluto. Io quelle novelle non riuscivo a leggerle...
    eppure ero un lettore appassionato della fornita biblioteca di casa.
    Sia dei classici di mio padre scrittore (oltre che pianista) sia di mia madre
    insegnante di scienze.
    Quelli mi andavano giù come acqua... Kierkegaard e Shakespeare si, Platone si... ma Renato Fucini...no.
    Non ho mai scoperto il perché, e certo non vado ad indagare ora
     
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    Le veglie di Neri, mai sentito... Però sono andata a sbirciare su Google e si direbbe l'equivalente toscano delle novelle di Verga (scrittore che non mi è mai dispiaciuto). Però se Fucini somiglia in qualche modo a Verga io credo che semplicemente sia un po' troppo pesante per un bambino delle medie.
    Alle medie la mia prof. d'italiano aveva organizzato una piccola biblioteca da cui ogni due settimane ognuno di noi alunni prendevamo in prestito un libro per leggerlo e commentarlo (con le famose "schede", unica nota dolente di queste letture). Si trattava però di storie per ragazzi, dai classici intramontabili come Piccole donne ad autori oggi meno noti ed introvabili (per es. Giana Anguissola), e grazie a questo ho avuto modo di leggere anche libri oggi praticamente spariti dalle librerie. Ma soprattutto noi sceglievamo di volta in volta cosa leggere, non ci veniva assegnato! Età e gusti a parte, un libro imposto può diventare odioso anche se valido... Non so se a te capita, ma a me capitano momenti in cui inizio a leggere un libro ma mi blocco e non riesco ad andare avanti, così sono costretta ad interromperlo; poi però lo prendo in un altro momento della mia vita e leggo quello stesso libro tutto d'un fiato. Sono convinta che ogni libro vada letto in un particolare momento, proprio per questo un libro imposto ipuò risultare indigesto: non perché sia un brutto libro, ma perché non è il momento giusto per leggerlo!
     
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    io "le veglie di Neri" di Renato Fucini non ce l'ho più in biblioteca... ma nemmeno la curiosità
    di sapere se mi piacerebbe leggerlo adesso.... tanto ora non leggo più niente!... e sono giustificato.

    Ma certo, non ci piangerò ancora su!...
     
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    CITAZIONE (Sonoko @ 16/11/2016, 23:16) 
    Sono convinta che ogni libro vada letto in un particolare momento, proprio per questo un libro imposto può risultare indigesto: non perché sia un brutto libro, ma perché non è il momento giusto per leggerlo!

    Sono decisamente d'accordo con te!

    La tua storia è geniale e istruttiva! Brava! ^_^
     
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    Grazie! :D
    Era da tanto che volevo scrivere una storia su questo tema che mi sta molto a cuore, l'abbandono dei libri, ma solo qualche giorno fa ho trovato ispirazione sufficiente per realizzarla! :D
     
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    Finalmente qui a commentare. Dico subito, che peccato non averla letta prima! Mi sono perso qualcosa... di veramente bello! :) Far parlare i libri, che idea stupenda che hai avuto. C'è sempre molta dolcezza in ogni tuo scritto (quasi sempre... escludo Gloomy Sunday che era bellissima comunque). Ho trovato la tua favola molta bella soprattutto nella morale. Mi hai strappato una lacrima... Brava quando dici: "Sono convinta che ogni libro vada letto in un particolare momento, proprio per questo un libro imposto può risultare indigesto: non perché sia un brutto libro, ma perché non è il momento giusto per leggerlo!"
    Io m isarei preso "L'isola misteriosa" strappandolo alle grinfie della pioggia...!

     
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    Purtroppo L'isola misteriosa (poverino! :() aveva fatto quella brutta fine in mano ai cugini anni prima, dunque non credo che abbia potuto essere insieme agli altri: la ragazza o più probabilmente la madre l'avranno purtroppo gettato via in quell'occasione... Non ho dato quel titolo al libro sfortunato per un motivo particolare, mi è venuto così, a differenza degli altri titoli, scelti appositamente per dare loro certe battute.
    Comunque grazie per il commento, sono felice che tu abbia apprezzato! :)
     
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    Che mi prenda un colpo, applauso a scena aperta. E non dico altro.
     
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