Delirio demenziale: il naso e il cellulare.

All’inizio del nuovo millennio avevo un cellulare che sembrava un mattone, con un’antenna lunga più del mio braccio, la usavo per togliermi le caccole dal naso. Mi sono sempre chiesto se le radiazioni delle onde radio emesse dall’antenna mi fossero salite al cervello. Non che sia differente, cioè anche se fosse stato così non se ne sarebbe accorto nessuno. Scemo sono, scemo rimango, ma il naso a patata sì, quello mi è venuto a furia di infilare l’antenna nelle narici. Era diventato un vizio, una barbara ossessione.
Quando mi infilavo il cellulare nella tasca dei pantaloni ne andavo fiero, sembrava che avessi il pisello più grande. Non che mi sia mai lamentato del mio, ma vedere le ragazze per strada che mi fissavano in mezzo ai pantaloni, mi piaceva assai. Spesso mi atteggiavo, mi grattavo con la mano per suscitare le loro reazioni. Non che abbia funzionato, non ho mai abbordato una ragazza in quel modo. Forse il gesto non piaceva, mi prendevano soltanto in giro.
Poi i cellulari sono iniziati a cambiare, e sono comparsi quelli che si aprivano a libretto con il display e l’ora davanti. C’era ancora in alcuni l’antenna, solo che il display esterno era sempre sporco e appiccicoso. Poi qualche furbo ha pensato che il bello è compatto, più piccolo è meglio. Strano concetto di base, e mi sono comprato un Nokia di quelli addensati e sottili che chiamavano slim. L’antenna non c’era più, e così ho pensato di infilarmi su per il naso l’intero cellulare. Al giorno d’oggi non lo posso più fare nonostante abbia una narice smisurata e gigantesca, perché i nuovi cellulari (che oggi chiamano smartphone, perché ci sta internet dentro) sono anche superiori ai cinque pollici. Avete mai provato ad infilarvi uno smartphone su per il naso? Io sì.
Adesso la questione non è più sulle radiazioni da onde radio, c’è persino il wireless che fa anche più male. Ma il mio dolore più forte è dato dal fatto che non riesco più a sfilare lo smartphone da dentro il mio povero naso. Dovrei andare al Pronto Soccorso, ma mi vergogno un po’.
Era meglio quando ero bambino, i cellulari non esistevano e non potevo mettermi una cabina telefonica intera dentro al naso. All’epoca mi accontentavo del dito, a scavetto funzionava benissimo; avevo sempre le narici libere, specialmente quando non mi facevo le unghie: quella del mignolo era la mia preferita, la più lunga, la più utile e sottile. Sottile quanto bastava per liberare anche le pareti più ruvide e pietrose.
L’ho sempre detto io: era meglio quando non avevano inventato il cellulare. C’era più rapporto umano, più rispetto per se stessi, più armonia. Ancora oggi mi viene da ridere se penso a Irene che prova a scaccolarsi con la vecchia antenna del cellulare: mi sono sempre chiesto dove cavolo la faceva entrare l’antenna con un naso così fine!
Spero di non avere offeso nessuno, perché un demente per natura non ha mai malizia nelle sue parole, solo verità: quello che pensa, lo dice sempre. Diffidate di chi ha un’eccessiva cura del proprio viso, perché nasconde le sue crepe.
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