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Falene grigie
attratte dal lampione –
luce accecante. -
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Non so perché ma mi viene involontariamente da accostare le tue falene ai bachi da seta di Nozomi del precedente turno! Ma probabilmente le tue falene non sono giapponesi. Da dove trae ispirazione il tuo haiku? Mi sarei aspettata qualcosa di più colorato del grigio di una falena, ma probabilmente è la forza del tuo haiku: il contrasto tra il grigio (cupo) della falena e il bianco (accecante) del lampione.
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Non so perché ma mi viene involontariamente da accostare le tue falene ai bachi da seta di Nozomi del precedente turno! Ma probabilmente le tue falene non sono giapponesi. Da dove trae ispirazione il tuo haiku? Mi sarei aspettata qualcosa di più colorato del grigio di una falena, ma probabilmente è la forza del tuo haiku: il contrasto tra il grigio (cupo) della falena e il bianco (accecante) del lampione.
Il mio haiku ha origini amatriciane, stavolta. Il lampione è quello che sta fuori dalla porta della casa di montagna: una scena semplice che però mi è rimasta impressa: il volo disordinato delle falene verso la luce accecante, il rumore della scossa ed il loro mesto cadere. Il mio haiku ha infatti come contrasto proprio l'effetto colore, ma anche quello di vita/morte.
Le falene corrono verso la luce che le attrae, e così facendo trovano una "morte" felice.. -
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Ci vanno a sbattere contro il vetro che copre il lampione, e insistono, alle volte penso: ma non gli fa male le testa? di giorno c'è tanta di quella luce senza dover prendere quelle botte.
Ma sembra che per loro sia impossibile rinunciare...
Poi se la lampada è una di quelle elettriche appena toccano il filo schioccano e cadono stecchite...
Seduto sotto il portico le sere d'estate spesso sto a guardare quella loro frenesia.... -
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Le falene sono più stupide di me, loro sono grigie mentre io nero. . -
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Erendal, che differenza c'è tra le falene e gli esseri umani? . -
.Erendal, che differenza c'è tra le falene e gli esseri umani?
Forse... probabilmente... la stessa poca importanza che si da alla vita. Anche noi, al pari delle falene, ci buttiamo verso la morte, e lo facciamo attratti dalla luce dell'ego.. -
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Una scena spesso osservata nelle sere d'estate, quando ci si sofferma all'esterno a godersi la frescura della sera. L'idea di morte non è presente nei versi della poesia, ma nell'immaginario del lettore il quale conosce gli effetti del calore sui poveri insetti: questo haiku però non parla della caduta delle falene, ma della loro rincorsa verso una luce totalizzante, che le acceca e da cui sono irresistibilmente attratte, senza voler pensare alle conseguenze. Anche gli esseri umani a volte gettano verso un'idea, verso un obiettivo incondizionatamente, lasciandosi abbagliare: a volte fanno bene, a volte fanno male, dipende dalla meta che si è scelti. Fatto sta che spesso questi obiettivi sono, come nel rapporto falene-lampione, posti più in alto di noi e, per avvicinarci abbastanza, noi piccoli insetti, siamo costretti a bruciarci le ali come Icaro. . -
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La luce non sempre è segno di vita!!!! . -
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Le falene sono creature notturne. Il primo ku, introducendole nella scena, conduce per forza il lettore dentro l'oscurità della notte. Il sentimento che lo accompagna è quello del mistero, lo YUGEN. L'oscurità tuttavia non deve essere totale; altrimenti l'osservatore esterno non potrebbe accorgersi che le falene sono grigie. Al contrario, qualora mancasse uno spiraglio luminoso grazie a cui distinguere i colori, il grigio delle ali resterebbe una loro peculiarità intrinseca ma ancora celata. Nel ku seguente le falene vengono attratte da un lampione. Attraverso l'attrazione degli insetti, nel lettore si risveglia l'attenzione ( lo WABI).
Ancora non sappiamo quanto il lampione sia distante dalle falene che supponiamo in volo; o seppure esso sia acceso oppure no. Ammettendo che lo sia, l' aggettivo che caratterizza le falene (il grigio, appunto), diventa un colore in netta contrapposizione con quello emanato dalla luce.
A confermare quest'ipotesi interviene il kireji che, inserito a ridosso di un elemento centrale dello haiku, permette
il salto dell'immaginazione necessario per riempire la distanza fra le falene e il lampione; fra il buio di prima, soltanto supposto, e una luce successiva finalmente dichiarata che giunge nel ku finale. Questa si propaga con una forte intensità tanto che viene definita accecante. La luce dissolve il buio in cui il lettore ha immaginato muoversi le falene. Il sentimento della morte (SHIORI) suscitato dall'ombra in cui esse hanno vagato, svanisce. Ma solo per un attimo. Subito dopo ci rendiamo conto che l'aggettivo, con cui viene definita la luce, implica un'altra interpretazione, del tutto agli antipodi.
"Acceccante"significa rendere ciechi. La luce è troppo forte; è insostenibile. Quasi certamente obblig herà le falene a fuggire di nuovo nel buio. Ecco che il sentimento della morte, poc'anzi allontanato, si riaffaccia prepotentemente nel lettore, abbagliato da quella stessa luce a cui deve porre fine.. -
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Ed anch'io ringrazio i giurati per questo award!
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