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Visto che ormai siamo in fase di voto, penso sia più che ora di menzionare brevemente la mia ispirazione per questo componimento (ammesso che interessi a qualcuno ).
L'idea di base per l'Uomo come paradosso mi è venuta dalle reminiscenze dei miei studi di filosofia del liceo, in particolare di Blaise Pascal. Nello specifico, ho provato a sviluppare un concetto ben preciso del suo pensiero che condivido, quello della "canna pensante".
È pericoloso insistere nel far constatare all'uomo quanto è simile alle bestie, senza mostrargli la sua grandezza. Ma è anche pericoloso insistere nel fargli constatare la sua grandezza senza la sua bassezza. È ancora più pericoloso lasciarlo nell'ignoranza dell'una e dell'altra. Giova invece molto mostrargli sia l'una sia l'altra.. -
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Avrei dovuto accorgermene perché circa 10 o 12 anni fa comprai buona parte della raccolta dei "Classici del pensiero" che uscì con "Repubblica " o un altro giornale che adesso non ricordo di preciso. Tra i libri che uscirono c'era anche "I pensieri" di Pascal che tra l'altro lessi anche. In più al liceo avevo i testi di Nicola Abbagnano con il pensiero di tutti i filosofi, dai presofisti o presocratici fino ai giorni nostri. Erano tre testi ed al quarto anno , sul secondo tomo, studiai Pascal che è anche un precursore dell'esistenzialismo che portai all'esame di maturità con Heidegger . Per cui non essermene accorto che hai preso ispirazione da lui è stata una mia mancanza. Comunque ti faccio ancora tanti complimenti per la poesia! . -
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Complimenti Askar sei riuscito a realizzare un testo che oltre al contenuto interessante
e condivisibile ha anche una sua musicalità. Piaciuta.. -
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Un po' articolata in alcune strofe, ma sono io che invece predico la semplicità. La trovo che sia una buona poesia, e apprezzo molto il tuo seguire uno schema poetico!
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Accipicchia, proprio in fondo è mancato il doppio settenario ("della nostra umanità" è un ottonario); credo anche che Schroedinger (non sto a cercare la umlaut sulla tastiera: la "o" con i due puntini sopra di essa equivale a "oe") si pronunci in maniera sdrucciola e in quel caso nell'apposito emistichio andrebbe aggiunta una sillaba.
Comunque si tratta di una prova ben fatta, e che mi stupisce più per il riconoscimento dei tratti positivi nell'umanità che per quelli negativi, in considerazione dei pensieri che in più occasioni hai espresso sul livello culturale della nostra società. Se il tema in sè non è molto originale, tuttavia ci sono spunti che stupiscono in considerazione della provenienza da te come autore, come quando parli di una redenzione non solo tramite l'arte, ma anche tramite la fede e l'amore.. -
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Comunque si tratta di una prova ben fatta, e che mi stupisce più per il riconoscimento dei tratti positivi nell'umanità che per quelli negativi, in considerazione dei pensieri che in più occasioni hai espresso sul livello culturale della nostra società. Se il tema in sè non è molto originale, tuttavia ci sono spunti che stupiscono in considerazione della provenienza da te come autore, come quando parli di una redenzione non solo tramite l'arte, ma anche tramite la fede e l'amore.
Fede è inteso in senso lato, non esclusivamente religioso. Si può avere fede nell'umanità, o comunque avere una propria visione spirituale difforme dalle religioni organizzate (come il sottoscritto).
Quanto all'amore, se pensi che io non ci creda sei fuori strada... ritengo che sia l'umanità nel suo complesso a non sapere cosa sia realmente, ma che ne abbia un'idea abbastanza infantile ed egoistica. Come ho detto in altre discussioni, sono fondamentalmente un ibrido tra un romantico idealista e un cinico nichilista, è per quello forse che mi si addice tanto l'effigie di Giano, il dio bifronte.
Il fatto che viviamo in un mondo di merda, non significa che i valori non esistano in senso assoluto e ontologico, ma soltanto che le persone che li portano avanti sono ormai pochissime. Questo include anche la fede e l'amore.
Il fatto che io possa non condividere convinzioni religiose con qualcuno, per esempio, non significa che quel qualcuno non possa avere una grande statura morale.
Edited by Askar - 20/6/2023, 16:15. -
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Uomini
Sono proprio gli uomini il manifesto esempio
del vero paradosso: ossimori viventi,
cupi angeli e diavoli, il sacro sposa l'empio.
Come un parto mortuario, essi vivon morenti.
Animali brutali degni di nefandezze,
metaforici mostri grotteschi e misteriosi,
però protagonisti d'eroismi e di prodezze,
nobili paladini macchiati di necrosi.
Redenti dalla fede, dall'arte e dall'amore,
creatori del sublime tuffano il pio pennello
nell'anime cromatiche loro, come un pittore.
Vizi e virtù umane diventano acquerello!
Siam gatti di Schrödinger, passiamo l'esistenza
traendo dal cilindro poesie e bestialità,
paradossi di carne spirituale e coscienza:
fotosintesi plastica della nostra umanità.
Quanta verità! Grande Askar!. -
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La poesia è densa di immagini evocative e contrapposizioni che interpretano bene l'essenza complessa dell'essere umano.
L'affermazione inziale in cui gli uomini sono il "manifesto esempio del vero paradosso", introduce sin da subito la natura quasi dicotomica che li caratterizzano.
Gli uomini definiti come "ossimori viventi", (un gioco di parole che mi è piaciuto molto), restituiscono l'idea del paradossale e del grottesco.
Nella seconda strofa, i toni quasi danteschi descrivono gli uomini come "animali brutali" capaci di nefandezze, ma anche come "metaforici mostri grotteschi e misteriosi", dando quasi l'impressione che ci sia qualcosa di più profondo e complesso dietro la loro superficiale brutalità, un qualcosa di maligno.
Vengono definiti anche "nobili paladini macchiati di necrosi", un'immagine che ho trovato tanto orrida quanto veritiera.
Nella terza strofa, il poeta introduce il pensiero che gli uomini possano in un certo senso redimersi attraverso la fede, l'arte e l'amore.
Vengono descritti come creatori del sublime che trovano massima espressione attraverso la creatività (apprezzata l'immagine del pittore).
L'analogia finale del gatto di Schrödinger l'ho trovata :cool: e si sposa bene con l'ambiguità del tema scelto.
Il modo con cui gli uomini possono essere simultaneamente creature di poesia e bestialità, restituisce una chiusa quasi desolata alla poesia, con quella fotosintesi plastica che richiama l'immagine di un mondo consumista e pieno di contraddizioni.
Apprezzata, curata sia formalmente che contenutisticamente.
Stile inconfondibile e una pennellata d'acquerello qua e là che rende agrodolce il tutto.
Mi piace. -
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Non mi ero accorta di non aver ancora lasciato il like+ commento.
L'essere umano è un paradosso vivente, effettivamente quale esemplare migliore da portare in gara?
I miei complimenti per la forma e la maniera in cui hai espresso il contenuto portato. -
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È vero, siamo tutto questo. Aggiungo che ognuno di noi ha un aspetto solare e uno oscuro, ed è a seconda di quale prevale nei momenti importanti della vita che viene catalogato. Non credo nell'esistenza di persone solo buone o solo malvage, semmai c'è chi ragiona più in modo egoistico o più altruistico. A parte questa dissertazione, ho trovato il tuo un bel saggio in forma di poesia. Sei sempre più bravo. . -
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Davvero un'ottima prova Askar. Molto incisiva, ragionata, sia nel contenuto che nel suono. Anche questa poesia come le altre tue porta il suo messaggio con forza e carisma. Complimenti! .