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Credevamo che fossimo noi a crescerti
e invece sei già andata oltre;
credevamo di esser pronti ad accudirti
e invece sei già andata oltre;
fantasticavamo il futuro in programma
ma ogni progetto tu lo superi.
Quante cose sai che non sai di sapere
né sai che sapere vorrai;
quanti passi farai verso direzioni
che nessuno ti ha mai indicato;
quanti sogni lascerai volare liberi
come palloncini nel cielo.
Forse un giorno (forse no) potrà rincrescerti
un consiglio non ascoltato,
una frase non detta, come emozioni
che il cuore ha lasciato nel gelo,
però tua sarà la vita, tuo il volere
per tutti gli anni che verranno.
Ci chiamerai “papà”, ci chiamerai “mamma”,
e poi più non ci chiamerai
quando il mondo dintorno vorrà blandirti
e darai fiducia alla gente,
quando solo ricordi che sbiadiranno
saremo un giorno e tu il presente.. -
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Ma che bella poesia, la nascita di un figlio è un evento speciale... è il miracolo della vita che si crea. Un attimo e si è subito oltre... s'immagina l'imminente presente, ma si teme il futuro in cui tutto sarà compiuto e ci sarà l'inevitabile. Si stacca il cordone ombelicare e si vola via, verso una vita che forse donerà a sua volta altra vita.
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Poesia che va al cuore della vita, quella della figlia, ma anche quella dei genitori. Nonostante sia scritta in buono stile, è il contenuto il suo punto di forza, nonché la sua semplicità, che la rende fruibile a tutti e per questo, oltre che per il messaggio insito, universale. . -
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Mi ricordo le nascite dei miei figli, il loro aspettarmi la sera quando rientravo dal lavoro per giocare e ridere a crepapelle sul divano, le prime parole, i primi perché, le richieste, le mie prime apprensione quando uscivano da soli e moltissime altre...
Adesso (39 e 33 anni) si preoccupano che noi stiamo bene... come cambia la vita.
Poesia che riscalda il cuore.. -
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Grazie mille per i vostri commenti! La mia bimba è nata meno di un mese fa, però mi rendo conto di come sia vero quando si dice che i neonati nascono già competenti, in grado di esprimere le proprie esigenze, pieni di emozioni e di interesse per questo nuovo mondo in cui si trovano catapultati! . -
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Ike... ma che bella notizia! Passerò a commentare la tua poesia, ma intanto tantissimi auguri e benvenuta alla tua piccola . -
.Grazie mille per i vostri commenti! La mia bimba è nata meno di un mese fa, però mi rendo conto di come sia vero quando si dice che i neonati nascono già competenti, in grado di esprimere le proprie esigenze, pieni di emozioni e di interesse per questo nuovo mondo in cui si trovano catapultati!
Lo avevo intuito che la poesia fosse autobiografica... 😀
Benvenuto nel fantastico mondo, neo papà!!! Fare il genitore è un'esperienza piena di emozioni e scoperte.. -
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Niente da dire, sento che è qualcosa di molto personale e ancora lontano per me giustamente.
Quindi taccio per rispetto se non dicendo: auguri, per questa nuova esistenza che possa risplendere.. -
Sakura999.
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Anzitutto mille felicitazioni per il lieto evento (presumo sia autobiografica …)
La poesia che hai scritto è meravigliosa, si vede che hai usato il cuore.
Trovo che la gioia nei confronti della figlia si amalgami bene con una lieve vena di malinconia, che viene accettata ed espressa in modo profondamente struggente dal finale.
Ma ciò che traspare di più è la consapevolezza che la figlia presto diventerà autonoma, anzi è già autonoma in un certo senso, e che andrà “oltre” trovando da sola il proprio futuro.
Complimenti, una poesia davvero delicata e sentita. -
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Grazie per i vostri commenti! Vero, questa poesia nasce dalla mia esperienza diretta, tant'è che inizialmente si trattava di una poesia in versi liberi appuntata al cellulare in ospedale nei giorni in cui mia moglie era ricoverata per il parto e la nostra piccola lanciava le sue prime occhiate tutt'intorno. Da quella base in versi liberi, ho sistemato la poesia in un'alternanza di dodecasillabi e novenari in collegamento tra loro. . -
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Ti faccio tanti auguri per la tua bambina! Le auguro il meglio dalla vita!
La poesia mi è molto piaciuta perché ci hai messo molto sentimento e trasporto emotivo. Al di là della forma che forse è inferiore ad altre della gara, la tua poesia ha una marcia in più secondo me, perché narra dell'amore di un padre per la propria figlia con la forza e la purezza di chi veramente ha vissuto quest'esperienza che è una delle cose più belle che possano accadere nella vita. Per questo motivo ho deciso di votare la tua poesia.. -
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Oltre che per i commenti, ringrazio anche per gli auguri!
Mi fa piacere che molti di voi abbiano apprezzato il contenuto e il sentimento che anima la poesia; anche chi non ha vissuto l'esperienza della paternità (o della maternità), ha vissuto comunque l'esperienza di essere figlio, quindi anche chi sente lontano da sè il momento di diventare genitore può comunque leggere questa poesia in modo speculare, ossia "io, come figlio, ho percepito tutto questo?": del resto è anche la mia forma mentis principale, perchè io sono un padre da solo un mese, ma sono un figlio da quasi trentaquattro anni.
Il commento di Dangel mi spinge a dire qualcosa di più sulla forma. Come dicevo, si tratta di quattro sestine in un'alternanza di dodecasillabi e novenari. In apparenza, i versi sono sciolti, senza rima, ma in realtà, se notate, ogni verso ha un suo corrispondente con cui forma una rima pur in posizione molto distante, pure tra prima e ultima strofa (come programma-mamma, o accudirti-blandirti): le due particolarità sono le rime univoche in "oltre" (ma lì si tratta della ripetizione dell'intero verso che rappresenta, oltre che il titolo della poesia, anche il concetto fondamentale della stessa) e l'assonanza "superi-liberi" (e qui si tratta di due concetti, quello del "superare" e quello di "libertà", che vanno a infrangere qualsiasi vincolo e catena, per cui ho ritenuto di evidenziare questa loro forza non stringendoli in alcuna rima).
Già in altre occasioni ho utilizzato versi "falsamente sciolti", in cui più che rime è opportuno parlare di rimandi laddove versi terminanti nello stesso modo si trovano posizionati a gran distanza tra loro, come ad esempio nel secondo turno del contest "Il signore dei versi". Anche in quell'occasione, come in questa, nella poesia si parla di scelte e di libertà, e trovo che questa struttura poetica si presti bene a rappresentare una considerazione di sottofondo: noi ci pensiamo liberi, come liberi ci sembrano questi versi senza rime evidenti, ma in realtà ci troviamo a seguire un sentiero delimitato dalle nostre esperienze, dal luogo e dal tempo in cui viviamo, dalle persone che conosciamo, in primis coloro che non ci siamo scelti ma che rappresentano le persone che ci hanno accolto nella loro famiglia nel rapporto genitori-figli. Eppure, allo stesso tempo, tagliato il cordone ombelicale, ci si rende conto che un figlio va per conto proprio, non è sottoponibile a un controllo che faccia di lui il risultato di ciò che i genitori fanno per lui: inevitabilmente diventa lui il presente che sarà futuro e i genitori guardano con trepidazione, e con anche un po' di incertezza e rassegnazione, questa crescita e questa indipendenza fino a quando si faranno definitivamente da parte lasciando di loro solo il ricordo.. -
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Contenuto apprezzabile oltre ogni logica e struttura metrica, probabilmente qualche anno fa avrei apprezzato di meno questi versi; oggi li trovo meravigliosi, sinceri e attuali. Poesia che respira di vita nuova. . -
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Che bellissima notizia, Ike! Millemila auguri di cuore per il lieto evento
La poesia è davvero incantevole. Ammetto che ho avuto un debole per quelli che sono stati i tuoi versi più sperimentali in questa League, ma, seppure in modo diverso, anche questi versi sono riusciti a toccare le corde giuste per me.
Ho appena commentato un altro componimento in cui ho scritto di non essere un fan di anafore ed epifore, ma nel tuo caso le ripetizioni (anche di interi versi) non mi sono dispiaciute. Penso che tu abbia replicato certe espressioni nel modo e nella misura più giuste, senza cadere nel tranello dell'esagerazione.
I versi sono molto forti, hanno un doppio valore. C'è la forza della vita, l'impeto della crescita, ma c'è qualcosa che va a scemare, una presenza (genitoriale) che va mano a mano a farsi più piccola, che tende ad un più non ci chiamerai. Credo che la figura retorica che meglio si sposa col contenuto dei tuoi versi sia quella dell'ellissi: l'omissione di un elemento del discorso come l'omissione dei genitori. Per questo motivo mi hanno colpito tantissimo due versi, proprio dove c'è l'ellissi:CITAZIONEperò tua sarà la vita, tuo il volere
[...]
saremo un giorno e tu il presente
In entrambi i versi viene omesso una voce del verbo essere. Nel primo caso, sia per suono che per contenuto c'è un rafforzativo, si evidenzia il tu poetico, creando un parallelismo tra vita e volontà. Qui già si potrebbe sottintendere qualcosa di oscuro: se tua sarà la vita, allora cosa sarà mio/nostro?
Nel secondo caso si risponde alla suddetta domanda, creando un'antitesi (anti-parallelismo) tra il tu ed il noi, tra il passato ed il presente. Ecco quindi che l'organizzazione sintattica acquista significanza, diventando l'allegoria di qualcosa di molto profondo: la voce verbale, l'essere che viene a mancare, non è più un semplice verbo, ma la presenza dei genitori. C'è da interpretare forse in questo punto, intendendo la presenza come termine di vicinanza/partecipazione o in termini di presenza terrena, ma sono più propenso alla prima ipotesi.
L'unica cosa che reputo negativa sono i primi due versi della seconda strofa: lì la poesia si trasforma quasi in uno scioglilingua, oltre ad avere troppo il sapore di una citazione, cosa che per me si sposa male con il resto del componimento.. -
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Io commosso.
Non aggiungo niente, bella poesia e tema azzeccato..