Tra i flutti

Tra i flutti

Tra i flutti del tempo percorso c’è un volto che sempre riconosco, un’icona di sole tra le pendici del cuore. Mi sorride da dietro il bancone d’un negozio, sembra una perla tra gusci di ostriche. Preziosa, umile, quasi nascosta. Introvabile, forse per molti, non per tutti. Mi smuove dall’apatia, dall’ozio, dal nulla. È un riverbero di speranza tra catene di nebbia. Così esco con la pioggia per ritrovare il suo sguardo, è fiamma tra i fari, Mi abbaglia, confonde. Silenziosa come una montagna, da ammirare con la testa rivolta verso l’alto. I suoi occhi... ne ho bisogno come ad un pendolo i suoi rintocchi. Anche la sua voce è calda, e mi riscalda. Come un soffio di brezza marina, si lascia respirare. Tutto è tranne ciò che realmente traspare.
Tra i flutti del tempo percorso c’è un volto che sempre riconosco. Mi sorride sul pontile d’una nave, è d’una felicità che al vento sembra farla volare; ed anche io ho la sensazione di trovarmi sopra ad un’astronave. Tocchiamo la costa e siamo in un altro Paese. I suoi capelli al vento colorano il cielo, dall’alto d’una sacra guglia scattano per sempre la fotografia della giovinezza, che non invecchia né ingiallisce. Icona di bellezza, perenne impressa tra i canali del ricordo.
Tra i flutti del tempo percorso c’è un volto che sempre riconosco. Mi sorride in una chiesa immersa tra i monti, dove un sottile velo da sposa la rende di quel giorno l’unica regina. Una musica risuona tra le navate e nel cuore, un canto d’amore s’intona con voce solenne. E come le note danzano fra le vette del pensiero, diventiamo uniti finché morte non ci separi.
Tra i flutti del tempo percorso c’è un volto che sempre riconosco. Mi sorride dentro un battello che attraversa il fiume blu tra i sogni e le speranze d’una coppia che cresce e che sogna, ma che non conosce ancora il suo futuro. Non sanno che d’ora in poi sarà duro, che voltata la pagina del cuore spensierato s’aprirà dinnanzi a loro la via della vita vera. Non più solo cinguettii e passeggiate, ma rovine di case crepate e desideri sbattuti, per sempre caduti nel viale del tramonto. Un paese che è finito, colato a picco come l’improvvisa furia che l’ha distrutto. E poi di nuovo il sole, ad illuminare i resti e l’agonia. Tutto. Tutto diverso da com’era prima.
Eppure tra i flutti del tempo ancora da trascorrere c’è sempre. Un volto che sempre riconosco, e che sempre accanto so che a me resterà. Mi sorride ancora e sempre, tra le pieghe d’un letto divenuto più stretto. Accanto nuovi occhi, frutto dell’unione, una bocca che di vita ha fame e non ne conosce i confini. Non ha voce né ali, ha solo l’imbarazzo d’una crescita lenta e faticosa. Ma ha il coraggio di volare con la forza del sogno. Con l’amore, come una barca che veleggia in un futuro forestiero oltre le colonne del compreso. Un fiore germogliato, acerbo nei contenuti, ma dal succo originale e saporito. Un fiore vivo, spontaneo, leggero come una farfalla. Un fiore unico, unico come la donna che l'ha partorito.
E ora è ora.
Ora mi domando, ma quanto è infinito questo mare? Quanto si ha ancora da navigare? Lo racchiudo in un barattolo di cercate verità, mi perdo nella vastità delle sue infinite gradazioni. E se scendo giù, proprio in fondo, non respiro nel suo profondo. Ma tanto lo so, in fondo al mare sempre per me ci sarà il suo frutto speciale, il volto che più degli altri ho visto e rivisto davanti ai miei occhi.
Tra i tanti flutti.