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Un tempo strambo, fatto d'altri tempi per mano prese il giorno e fu la notte; memorie come crepe nella mente e dall'oblio a ciel sereno i lampi. Da parte a parte il mare, scura patria, fu d'impressioni il grembo; nella nebbia le intermittenti luci d'oltremare che mai riuscii davvero ad afferrare.
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CITAZIONE (Kira~ @ 7/2/2024, 20:10) Un tempo strambo, fatto d'altri tempi per mano prese il giorno e fu la notte; memorie come crepe nella mente e dall'oblio a ciel sereno i lampi. Da parte a parte il mare, scura patria, fu d'impressioni il grembo; nella nebbia le intermittenti luci d'oltremare che mai riuscii davvero ad afferrare. pEccola, in piena zona Pecco... 🤗
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Seguo le tue orme
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Una immagine molto poetica per rappresentare un déjà vu. Un tempo forse mai vissuto, ma nei nostri ricordi.
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Lo stile criptico mi piace molto, dice e non dice, lascia intendere e libera l'interpretazione. Mi dispiace solo che la tua bellissima poesia stia passando un po' inosservata.
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Poesia che bisogna rileggere più volte per ca(r)pirne appieno il senso o almeno dare una interpretazione non banale. Confezionata molto bene, con figure retoriche che non risultano mai fini a sé stesse (oltre all'iperbato ho trovato il poliptoto e il chiasmo al primo verso, l'allitterazione al secondo con una credo involontaria citazione di De André -"E fu la notte" è stata una delle sue prime canzoni- e tante altre a seguire), il punto di forza è il fascino evocativo che in pochi versi sei riuscita a trasmettere. C'è un connubio di fenomeni atmosferici ed elementi legati al tempo esteriore ed interiore che ha assieme un effetto sul tuo animo e un potere oserei dire fecondativo, per la capacità di generare dal giorno la notte, e poi i ricordi che squarciano assieme l'oblio come crepe e il sereno come lampi, e, quando si aggiunge il mare, chiamato originalmente "scura patria", quel potere fecondativo è esplicitato dal "grembo" che accoglie le impressioni del titolo. Mi sono piaciute infine le luci nella nebbia, intermittenti e inafferrabili quasi per definizione, che hanno quasi una valenza spirituale (quell'oltremare più che al blu mi richiama una dimensione insondabile, al di là). Nel complesso mi hai fatto pensare molto al Battiato maturo.
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Belin che commento Pecco!
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Effettivamente è un po' ermetica la poesia e bisogna leggerla attentamente più volte per comprenderne a pieno il significato. Comunque trovo che si tratti di una delle migliori prove di Kira. Pecco ha scritto tutto sulla forma ed io non mi sento di aggiungere uno iota al suo commento. Complimenti sinceri a Kira!
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Pecco, grazie per il bellissimo commento, è un'analisi davvero attenta e che mi fa davvero felice! (paragonarmi a Battiato è un complimentone ) La citazione è stata del tutto involontaria, è vero. Credo che a volte tutto quello che sentiamo e leggiamo ci resti in testa ed esca poi senza ricordarne la paternità.
Grazie mille Dangel!
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Ciao kira. È una poesia bellissima che arriva al cuore.Ti lascio la mia interpretazione.
Ho letto il primo verso: il tempo fatto di altri tempi a me ha fatto subito pensare a un tempo frammentato, un tempo che si dipana per segmenti spezzati senza seguire una linea di continuità. In questo senso ho anche avvertito la presenza di una sorta di tempo della memoria che va a ripescare i ricordi a caso, in modo imprevisto attraverso associazioni "strambe", imprevedibili, che sembrano slegate l'una dall'altra. Andando avanti nella lettura, la mia supposizione ha trovato una sua conferma nelle "crepe della mente e nell'oblio".
Tuttavia, quando mi sono trovata di fronte al tempo che, prendendo per mano il giorno crea la notte, ho pensato altresì a un tempo differente, ossia al tempo ciclico, che si ripete all'infinito, si chiude su se stesso e resta immutabile. Qui non c'è presente, passato e futuro.
Nella nebbia le intermittenti luci che non riesci ad afferrare mi hanno rimandato l'immagine di un futuro di cui scorgi i profili.
Ma intorno a te c'è il mare, (ecco l'elemento dell'acqua, simbolo della nascita; tu sei nel grembo: devi ancora venire alla luce, per questo le luci d'oltremare ( che sono destinate a chi é fuori dal grembo) sono intermittenti e sono avvolte nella nebbia. Il tuo tempo è ancora quello dell'attesa prima di venire al mondo. Tu sei dentro il limbo del grembo (materno o universale?) . Il grembo è un luogo oscuro di per sé, no?
C'è un tempo ancora diverso, adesso. È un tempo soltanto presente, prima della vita, quindi prima del passato e del futuro.
A livello fonico mi è piaciuto il gioco di assonanze e allitterazioni.
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Chissà Ganittore come celebrerà la tua vittoria! 😘
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Grazie Gioia per questo bel commento Allora, quella "notte" ho voluto interpretarla come una notte della mente. Prima era giorno, le cose erano chiare, distinguibili, ma poi il "tempo del dejavu" fa calare l'oscurità, la confusione, un senso di smarrimento, e rende tutto meno chiaro.
Le intermittenti luci invece sono proprio i ricordi che danno la sensazione di dejavu. Quando sperimentiamo un dejavu, abbiamo l'impressione che siamo lì lì per capire da dove venga quel determinato ricordo che è apparso improvvisamente, ma al tempo stesso ci sfugge. Quindi ho pensato fosse come una luce che si accende e si spegne. Una luce che vediamo ma non riusciamo ad afferrare. È una luce "oltremare" perché si lega pur sempre a ricordi che sembrano provenire dall'esterno.
Il grembo è un luogo oscuro, ma l'ho inteso come la mente stessa, che è grembo di ricordi e pensieri e molte volte noi stessi non riusciamo a decifrare i suoi meccanismi.
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Mi piace molto il vero significato che c'è dietro i tuoi versi. Le immagini sono ben raccordate fra loto.
La mia interpretazione era troppo psicanalitica
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Già sviscerata, perciò mi limito a dire che, almeno tra quelle che ho letto, secondo me è la tua poesia migliore finora.
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Dosi parole e immagini con una tale delicatezza che è musica.
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