Nel credo e non credo

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    Nel credo e non credo, sono io scisso,
    nel mentre fremo per questa amarezza,
    in una mano tengo un crocifisso
    e nell'altra i dubbi dell'incertezza.

    E nella ricerca della certezza,
    sprofondo nei meandri dell'abisso:
    crocifisso da quel quesito fisso
    che mi inchioda in una grande tristezza.

    Rimango immobile in questa dubbiezza,
    mentre aduno i resti della coscienza
    scissa dalle crisi dell'esistenza.

    Edited by Xx98 Vynx - 26/3/2024, 18:32
     
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    Tutti ende di quinta o a minore, tranne uno a maiore:


    CITAZIONE
    sprofondo nei meandri dell'abisso

    Per quanto riguarda questo verso:

    CITAZIONE
    Resto io immobile in questa dubbiezza

    Con diverse sinalefi si può ottenere un ende a minore, però visto che c'è un accumulo di "o" e di "i" che per me non è proprio armonico a livello sonoro, suggerirei di togliere "io" e sostituire "resto" con "rimango", che offre anche come bonus la consonanza con le "m" di immobile, addolcendo il verso e smorzando così la durezza di quella doppia "z" alla fine. Mio parere, ovviamente.
    Visto il mio retroterra di "prosatore", in poesia non amo molto le ripetizioni della stessa parola, preferisco assonanze, consonanze, allitterazioni o al massimo asticci con parole diverse. Detto ciò, non te la sei cavata male dal punto di vista metrico e la scelta di usare ende a minore, alternati a ende non canonici con toniche (perlopiù) in sede 5,7, nel complesso mantiene il ritmo abbastanza costante.

    Dal punto di vista contenutistico, si tratta di un chiaro rimando ai dubbi esistenziali e alle Grandi Domande, tema che ho affrontato anch'io nella mia poesia Abisso nell'ultima League. E per citare Voltaire: "Il dubbio è scomodo, ma solo gli imbecilli non ne hanno".
    Per quanto si espongano considerazioni condivisibili dal punto di vista del messaggio, come le tue altre poesie purtroppo ci vedo più una dimensione di puro e semplice esercizio, nel senso che ti limiti a fare pratica poetica. Il che non è che sia un male, ma secondo me parte della pratica è anche l'approfondimento e la scoperta della propria poetica e della propria autorialità. Nella tua composizione continua a mancare questo aspetto fondamentale, che permetta di distinguere un semplice esercizio creato ad hoc da un insegnante per una lezione, da un'opera vera e propria. E continua a mancare anche il confronto con gli altri poeti del forum, purtroppo... potenziare e allenare le proprie capacità ermeneutiche rispetto ai componimenti altrui è altrettanto importante, secondo me, perché aiuta a capire meglio anche il proprio lavoro. Lo dico da persona estremamente carente da questo punto di vista, che sta cercando di migliorare proprio per questo. :D
    In due parole, "lasciati andare". La forma è importante, ma senza contenuto è una bella confezione vuota. Potenzia un po' la retorica. :proprio:

    :bye:
     
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    Grazie sempre delle dritte, Askar.

    Ho corretto quel verso perché in effetti è ridondante quell'"io". E grazie per avermi fatto notare alcune ripetizioni evitabili.

    Per quanto riguarda il contenuto, hai ragione. Oltre a tutto ciò che hai scritto, penso sia anche legato al mio "timore" di osare un po' di più sotto questo punto di vista. Tendenzialmente scrivo un maggior numero di strofe, però poi tendo a cestinarle perché spesso alcune non mi convincono, ad esempio l'impiego di certe immagini o di alcune figure retoriche. Forse è anche per questo che lascio quel senso di incompletezza sul piano contenutistico. Probabilmente dovrei prendermi più tempo per rifinirle piuttosto che lasciare solo le stanze che, tutto sommato, trovo "accettabili". Mi dispiace comunque che ti lasciano spesso una sensazione di mero esercizio poetico, soprattutto per il tempo che dedichi nel fornirmi consigli che trovo non utili ma di più, molto di più. Ti ringrazio tantissimo di avermelo fatto notare :), poiché è una cosa su cui dovrò porre maggiore attenzione e di migliorarla (quantomeno ci provo). Grazie anche per i consigli sul potenziare la retorica e confrontarmi un po' di più con gli altri, d'altronde il confronto con chi ne sa di più è sempre un bene. Dal canto mio, quando posso, leggo e commento anche altre poesie, ma come giustamente dici dovrei farlo un po' di più.

    P.s scusami se ho risposto solo adesso, ma in questi due giorni ho avuto poco tempo. Grazie di nuovo: come scritto altre volte, apprezzo sempre la tua schiettezza e al tempo stesso garbatezza nelle osservazioni e nei suggerimenti che mi dai. :)
     
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    CITAZIONE (Xx98 Vynx @ 26/3/2024, 18:35) 
    Grazie sempre delle dritte, Askar.

    Ho corretto quel verso perché in effetti è ridondante quell'"io". E grazie per avermi fatto notare alcune ripetizioni evitabili.

    Per quanto riguarda il contenuto, hai ragione. Oltre a tutto ciò che hai scritto, penso sia anche legato al mio "timore" di osare un po' di più sotto questo punto di vista. Tendenzialmente scrivo un maggior numero di strofe, però poi tendo a cestinarle perché spesso alcune non mi convincono, ad esempio l'impiego di certe immagini o di alcune figure retoriche. Forse è anche per questo che lascio quel senso di incompletezza sul piano contenutistico. Probabilmente dovrei prendermi più tempo per rifinirle piuttosto che lasciare solo le stanze che, tutto sommato, trovo "accettabili". Mi dispiace comunque che ti lasciano spesso una sensazione di mero esercizio poetico, soprattutto per il tempo che dedichi nel fornirmi consigli che trovo non utili ma di più, molto di più. Ti ringrazio tantissimo di avermelo fatto notare :), poiché è una cosa su cui dovrò porre maggiore attenzione e di migliorarla (quantomeno ci provo). Grazie anche per i consigli sul potenziare la retorica e confrontarmi un po' di più con gli altri, d'altronde il confronto con chi ne sa di più è sempre un bene. Dal canto mio, quando posso, leggo e commento anche altre poesie, ma come giustamente dici dovrei farlo un po' di più.

    :cappello:

    Puoi vederla anche all'inverso (e cioè non ciò che puoi imparare tu ma ciò che può imparare chi legge il tuo intervento): a prescindere dall'esperienza, ciò che conta molto è l'onestà del commento di chi legge, perché un commento onesto (e magari anche un pochino articolato nei propri limiti) può spesso essere molto utile anche per capire altre cose che non riguardano necessariamente il metro utilizzato o la forma in generale. Un autore per esempio può capire se il messaggio è arrivato o il componimento risultava troppo criptico, se le immagini che ha usato erano efficaci e così via. Quindi non sentirti in soggezione se pensi di non avere gli strumenti. Pure io non è che sia una cima, e talvolta con dei miei commenti ho fatto certe figure che non ti immagini... del tipo, "non c'hai capito una fava!" :laugh:

    CITAZIONE (Xx98 Vynx @ 26/3/2024, 18:35) 
    P.s scusami se ho risposto solo adesso, ma in questi due giorni ho avuto poco tempo. Grazie di nuovo: come scritto altre volte, apprezzo sempre la tua schiettezza e al tempo stesso garbatezza nelle osservazioni e nei suggerimenti che mi dai. :)

    Figurati. Comunque sei uno dei pochi, forse perché in poesia ne so troppo poco per rompere... se ti cimentassi nella prosa, probabilmente mi troveresti molto più pedante e sgradevole.
    Sono certo che alcuni utenti abbiano cominciato segretamente a detestarmi dopo aver "subìto" le mie analisi. :laugh:
     
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    CITAZIONE (Askar @ 26/3/2024, 19:32) 
    :cappello:

    Puoi vederla anche all'inverso (e cioè non ciò che puoi imparare tu ma ciò che può imparare chi legge il tuo intervento): a prescindere dall'esperienza, ciò che conta molto è l'onestà del commento di chi legge, perché un commento onesto (e magari anche un pochino articolato nei propri limiti) può spesso essere molto utile anche per capire altre cose che non riguardano necessariamente il metro utilizzato o la forma in generale. Un autore per esempio può capire se il messaggio è arrivato o il componimento risultava troppo criptico, se le immagini che ha usato erano efficaci e così via. Quindi non sentirti in soggezione se pensi di non avere gli strumenti. Pure io non è che sia una cima, e talvolta con dei miei commenti ho fatto certe figure che non ti immagini... del tipo, "non c'hai capito una fava!" :laugh:

    Sono totalmente d'accordo. ^^ Tra l'altro è una prospettiva interessante, non avevo mai pensato di guardarla sotto questo punto di vista.



    CITAZIONE
    Figurati. Comunque sei uno dei pochi, forse perché in poesia ne so troppo poco per rompere... se ti cimentassi nella prosa, probabilmente mi troveresti molto più pedante e sgradevole.
    Sono certo che alcuni utenti abbiano cominciato segretamente a detestarmi dopo aver "subìto" le mie analisi. :laugh:

    Guarda, Askar, per quello che può valere il mio parere, che è come sai bene quello di un profano e quello di uno che non ha grandi pretese, non trovo sia un difetto essere pedanti/esigenti verso di sé e verso gli altri; personalmente, lo considero un pregio, come considero un pregio la schiettezza. La critica è un diritto e quindi a parer mio è giusto sia farla che riceverla, a maggior ragione se si è dotati di spirito critico e se si è esigenti, sia come lettori che come scrittori/poeti. Chiaramente se è fatta con cognizione di causa e con un intento benefico verso il prossimo, esattamente come fai tu. Tutto un altro paio di maniche, banalmente, sono le critiche fine a se stesse e con scopo denigratorio. Ecco, in quel caso lo potrei capire... potrei capire il poco piacere nel riceverle; ma, per l'appunto, non è il tuo caso, visto che oltre a fare osservazioni intelligenti e utili, dai anche degli ottimi suggerimenti su come poter fare meglio :) .

    Nel caso di analisi sì critiche ma utili, come le ho ricevute io da te e da altri utenti (e, come sempre, vi ringrazio), o come visto nei topic relativi ai componimenti/racconti altrui, sono dell'idea che riceverle sia una cosa positiva e bisogna abbracciarle piuttosto che respingerle. Sbagliare è fondamentale per appendere e fare meglio (ecco, questa è una delle pochissime cose di cui sono sicuro), e se c'è qualcuno più esperto che fa notare gli errori o magari determinati aspetti che potrebbero essere migliorati, a mio avviso sta cercando di aiutare, non di distruggere.
    Motivo per cui considero la schiettezza e la meticolosità dei bei, bellissimi pregi: sono delle qualità che spronano la propria persona e gli altri a fare meglio.

    Capisco poi il piacere di ricevere apprezzamenti - piacciono anche me d'altronde, penso che sia normale e che in generale piaccia un po' a tutti. Ma trovare qualcuno più esperiente, bravo e con un'occhio più vigile che suggerisce le lacune del proprio scritto, prosa o poesia che sia, è una manna dal cielo, specie agli inizi.
    Poi sono tutte considerazioni personali di uno che di poesia, e ancora meno di prosa, ne sa davvero poco, tuttavia la penso in questo modo.

    Apprezzo i tuoi interventi anche perché non si limitano ad una semplice osservazione su ciò che è sbagliato. Li apprezzo anche e soprattutto perché si estendono nel fare un bilancio sia sulle cose che funzionano e sia su quelle che non funzionano. :)
    È vero che ognuno ha il proprio carattere e le proprie idee, però se si ha una forte passione verso qualcosa, per me, è fondamentale essere autocritici, meticolosi ed esigenti. In sostanza, secondo me sono delle belle qualità quelle che hai tu.

    Poi, come ho già detto, le mie sono solo delle semplici osservazioni su questo discorso. A me piace ricevere delle osservazioni critiche, perché mi aiutano a capire in cosa sono carente e pertanto in cosa posso migliorare. Per tal motivo, grazie di nuovo per le dritte. :)

    P.s scusami se sono stato forse un po' prolisso. :)

    Edited by Xx98 Vynx - 27/3/2024, 02:27
     
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