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Avete mai pensato alla possibilità di salvaguardare i suoni?
Nel 1996 l'allora ministro dell'ambiente decide di stilare la lista dei “Cento suoni del Giappone” nella quale vengono indicati come a rischio di "estinzione" tutti quei suoni che più simboleggiano l’identità culturale giapponese. Un patrimonio fragile e impagabile, qualcosa che vuole cercare di mantenere inalterata la capacità dell'essere umano di ascoltare la natura che lo circonda e raccontare i luoghi attraverso i suoni che li caratterizzano. Nella lista c'è il suono prodotto dal vento che passa tra le canne di Bambù nella foresta di Kyoto, i cui alberi protendono verso il cielo, il suono delle assordanti cicale di Yama-dera, lo "scricchiolio" del ghiaccio che naviga lentamente sulla superficie del gelido mare di Okhotsk, la “sabbia sonora” della spiaggia di Kotobikihama che produce un suono particolarissimo quando viene calpestata, o ancora il suono prodotto dai grilli di Osaka. Nella lista figurano anche i suoni caratteristici dei festival giapponesi, parte integrante di questa cultura, come la melodiosa armonia delle conchiglie “Matsu-no-Kanjin”, suonate in particolari occasioni come fossero flauti.
Anche i suoni prodotti dagli uomini hanno una loro importanza: basti pensare ai pendagli sonori (“wind chimes”) appesi fuori dalla stazione ferroviaria di Oshu, o ai telai delle fabbriche tessili di Showa, o agli artigiani che intagliano il legno a Nanto.
Trovo che sia un'iniziativa assolutamente meravigliosa e affascinante, importantissima in un mondo che corre sempre di più e non ha quasi mai tempo per soffermarsi sulle piccole cose più semplici, un'opportunità per fermarsi un attimo e respirare, ascoltare la natura e attraverso di essa, ascoltare se stessi.
Informazioni reperite da: latitudeslife.com. -
Axell Phineas.
User deleted
Concordo pienamente. Perché non lo fanno in Italia? . -
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Idea fantastica, e hai ragione Axell. Noi in Italia siamo meno sensibili su questo genere di iniziative. . -
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Che idea meravigliosa hanno avuto creando la lista dei “Cento suoni del Giappone”!
Siamo sempre più tartassati da rumori di ogni genere, assordati da un inquinamento acustico che ci rende insensibili ai lievi suoni della natura.
Sarebbe bellissimo se un'analoga iniziativa venisse caldeggiata anche da noi. Ma è poco probabile che lo sia, secondo me.. -
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Anche secondo me è molto improbabile che un'iniziativa simile possa concretizzarsi in Italia. Abbiamo una sensibilità diversa, siamo molto più concreti e quasi totalmente immersi nella frenesia. I giapponesi invece, per quello che ho avuto modo di apprendere e per fare un esempio, nonostante abbiano degli orari di lavoro anche assurdi, svolgono le loro mansioni in modo molto più lento e riflessivo, studiandone fino alla nausea i vari dettagli... giungendo molto lentamente ad una conclusione. Questo aspetto della loro personalità, se da un lato può apparire a noi occidentali snervante, dall'altro porta anche a liste come questa dei Cento suoni, che io trovo davvero poetica! *__* . -
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Il Giappone é anni luce davanti a noi italiani e occidentali. Hanno una popolazione numericamente simile alla nostra, ma un pil che cavalca l'onda da anni, perché la corruzione e le leggi sul conflitto di interessi fanno parte del loro passato, mentre da noi un presente intramontabile. Sono sensibili verso la natura e il patrimonio culturale, da noi basti pensare a Pompei...non aggiungo altro. Così come gli haiku, così il loro modo di essere e viceversa. Così la nostra civiltà cosi la nostra cultura degenerata e degenerante e viceversa. Parliamo del 1996...in Italia per la tutela del patrimonio culturale di Pompei ci sono discussioni propagandistiche da quando sono nato. Per il bene comune non ci sono partiti.
Non volevo entrare nella politica ma così é...se vi pare!
Dru. -
.Il Giappone é anni luce davanti a noi italiani e occidentali. Hanno una popolazione numericamente simile alla nostra, ma un pil che cavalca l'onda da anni, perché la corruzione e le leggi sul conflitto di interessi fanno parte del loro passato, mentre da noi un presente intramontabile. Sono sensibili verso la natura e il patrimonio culturale, da noi basti pensare a Pompei...non aggiungo altro. Così come gli haiku, così il loro modo di essere e viceversa. Così la nostra civiltà cosi la nostra cultura degenerata e degenerante e viceversa. Parliamo del 1996...in Italia per la tutela del patrimonio culturale di Pompei ci sono discussioni propagandistiche da quando sono nato. Per il bene comune non ci sono partiti.
Non volevo entrare nella politica ma così é...se vi pare!
Dru
Vero, ma è altrettanto vero che in Occidente si è molto distratti e si presta poco orecchio ai suoni e alla loro armonia..