Prosit

Non mi fermo davanti a nulla, ti pretendo.
E ti prendo, come voglio, quando voglio.
Scoppierai di me, farò salire il desiderio
fin sopra la tua passione.
Bramo parità, coraggio e indipendenza.
Lo senti e mi approvi,
non ti pieghi ma combatti
e come me non ti fermi, mi prendi.
Quando vuoi, come vuoi tu.
Scoppio anche io di te, della tua forza,
della tua prepotenza, della tua virilità.
Comprensione, fiducia e rispetto,
tra colossi ci s’intende;
tra colossi ci si ama selvaggiamente,
si spacca il mondo noi due,
uno sull’altra e viceversa.
Chi ci guarda non capisce,
non osserva.
Né schiavi, né regine,
né padroni a dettar parole.
Ma un amore che spacca il tempo,
la carne, la voglia, il desiderio.
Di noi è il mondo,
che sappiamo cavalcare
con l’arma letale della seduzione reciproca.
Prosit amore mio, che chiamar io amore
è un miracolo.

Sentire il tempo che scorre nelle tue vene non è sempre un buon segno, spesso mi dicevano: Irene tu pretendi troppo. Ma perché accontentarsi? – dicevo io, a ragion veduta. Se un uomo non può svuotare la mia psiche, perché accoppiarmi stabilmente? A larghe pretese corrisponde vanità, ma anche coraggio e testa. Saper scegliere solo il meglio è arte sopraffina, è indice di superiorità, è forza sovraumana. E non si ha da parlar di normalità, qui si esagera ogni giorno. Con te è ritornata l’avventura d’esser adolescenti, l’inconsapevole brivido della pazzia, il sole di mezzanotte, e la luna nel pozzo dei desideri. Sguardo nello sguardo, dominare ed essere dominati, ritornare in equilibrio, sentire la passione dell’eccitazione, tra leoni ci s’intende. Non ci si uccide se il territorio da governare è lo stesso. Lottare alla pari è lottare in due, è vincere la sfida. Io e te, prosit amore. Mi ubriaco di te e ti faccio scoppiare.