Consapevolezza delle mie capacità di scrittore

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    Io ormai non sono neanche più sicuro se sono capace di scegliere cosa è meglio per la trama. Varie decisioni che avevo preso perché pensavo andassero bene sono state criticate e definite completamente sbagliate. Come faccio a sapere se la mia storia va bene se ormai tutti quelli a cui l'ho mostrata dicono che va male? Non posso più essere sicuro se sarà un buon libro se non me lo dice qualcuno. I miei provano a rincuorarmi dicendomi che sono bravo e vado bene, ma non so più se posso fidarmi del loro giudizio.
     
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    CITAZIONE (l.pallad @ 9/2/2020, 09:32) 
    Io ormai non sono neanche più sicuro se sono capace di scegliere cosa è meglio per la trama. Varie decisioni che avevo preso perché pensavo andassero bene sono state criticate e definite completamente sbagliate. Come faccio a sapere se la mia storia va bene se ormai tutti quelli a cui l'ho mostrata dicono che va male? Non posso più essere sicuro se sarà un buon libro se non me lo dice qualcuno. I miei provano a rincuorarmi dicendomi che sono bravo e vado bene, ma non so più se posso fidarmi del loro giudizio.

    I tuoi dubbi sono quelli di tutti... Siamo persone diverse e magari quello che piace ad uno non piace ad un altro (te lo dimostra anche il topic dove hai iniziato a farci leggere il tuo romanzo...) per questo è fondamentale che sia convinto lo scrittore di ciò che scrive. Se lui non lo è come fa a piacere a chi legge? Il mio consiglio è quello che ti ho già dato, cioè concederti del tempo. Ti faccio una domanda provocatoria. Scrivi per passione o perché vuoi guadagnare dal tuo futuro libro?
     
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    CITAZIONE (Laurachan86 @ 9/2/2020, 13:42) 
    CITAZIONE (l.pallad @ 9/2/2020, 09:32) 
    Io ormai non sono neanche più sicuro se sono capace di scegliere cosa è meglio per la trama. Varie decisioni che avevo preso perché pensavo andassero bene sono state criticate e definite completamente sbagliate. Come faccio a sapere se la mia storia va bene se ormai tutti quelli a cui l'ho mostrata dicono che va male? Non posso più essere sicuro se sarà un buon libro se non me lo dice qualcuno. I miei provano a rincuorarmi dicendomi che sono bravo e vado bene, ma non so più se posso fidarmi del loro giudizio.

    I tuoi dubbi sono quelli di tutti... Siamo persone diverse e magari quello che piace ad uno non piace ad un altro (te lo dimostra anche il topic dove hai iniziato a farci leggere il tuo romanzo...) per questo è fondamentale che sia convinto lo scrittore di ciò che scrive. Se lui non lo è come fa a piacere a chi legge? Il mio consiglio è quello che ti ho già dato, cioè concederti del tempo. Ti faccio una domanda provocatoria. Scrivi per passione o perché vuoi guadagnare dal tuo futuro libro?

    La passione decisamente ce l'ho. :) Ma vorrei anche avere la gioia e la soddisfazione di essere riuscito a creare qualcosa di mio, di bello che, piaccia. Di aver fatto appassionare, e che magari ci facciano anche un film o un cartone. Non è i soldi che mi interessano, ma la soddisfazione di avercela fatta.
     
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    Sapete, oggi ho parlato con i miei genitori, e loro, quando ho cominciato a leggere quel nuovo prologo che ho scritto lo hanno odiato perché pensavano che avessi rovinato la mia idea originale, perché appunto pensano che abbia solo dato delle spiegazioni noiose e messo cose che non centrano nulla con quello che sta succedendo. E che ho anche rovinato il fascino del mistero della situazione. In effetti per questo sto cominciando a riflettere sul fatto se forse dovrei oppure no purificarmi da qualunque consiglio e riscrivere tutto a modo mio senza più alcun consiglio o influenza esterna. Mi hanno detto che non sono abbastanza descrittivo, ma i miei pensano che invece lo sia troppo. Lo dico solo per parlare ovviamente. Non per lamentarmi. ;)
     
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    Non posso che accodarmi ai commenti altrui. Tanta lettura, tanta pratica. Io ho impiegato metà della mia vita a imparare a scrivere a un livello rispettabile. Per quanto riguarda il ghost writer... se lo facessi, ti darebbe davvero la stessa soddisfazione sapendo che hai commissionato il lavoro e non lo hai scritto di tuo pugno? Medita su questo, su quanto conta la tua storia per te.

    Io scrivo fiction perché amo farlo. Diventare famoso non fa schifo a nessuno, certo, ma non è per la fama o i soldi che i migliori scrittori fanno quel che fanno. Se scrivere per te è importante sul serio, troverai un modo.


    Ti consiglierei di fare pratica con racconti brevi o al massimo novelle. Il libro "On Writing" di Stephen King contiene un sacco di dritte utili ed è praticamente la mia bibbia, quindi non posso che consigliartelo. :D

    Per quanto riguarda la tua bozza, solo tu sei in grado di giudicare se si può correre ai ripari o se devi fare tabula rasa.
     
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    Prima di scrivere, leggi, leggi fino allo sfinimento, è un'ottima palestra. I consigli ascoltali, mettili insieme e correggi il tiro. Devi trovare il giusto equilibrio. E poi rileggiti a distanza di tempo, avrai la mente più lucida per guardare con oggettività il tuo scritto.
    Non pensare al futuro, concentrati su quello che puoi fare ora per migliorarti.
     
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    Non ti scoraggiare. Continua a leggere per imparare dagli altri. Leggi qualunque genere di libro: fantasy, gialli, saggi, poesia, testi scientifici, manuali, narrativa. Le idee migliori non si sa mai da dove possono giungere. Non aver paura di riscrivere dall'inizio se ció ti sembra necessario. Non considerarla una perdita di tempo. Riscrivendo anche il tuo stile migliorerà a poco a poco. Per trovare la propria voce, quella che attraverso le parole sa esprimersi in modo da rendersi unica in mezzo a tante altre, è necessario percorrere una lunga strada in salita, sovente costellata più da insuccessi che da vittorie.
     
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    CITAZIONE (l.pallad @ 14/2/2020, 18:15) 
    Sapete, oggi ho parlato con i miei genitori, e loro, quando ho cominciato a leggere quel nuovo prologo che ho scritto lo hanno odiato perché pensavano che avessi rovinato la mia idea originale, perché appunto pensano che abbia solo dato delle spiegazioni noiose e messo cose che non centrano nulla con quello che sta succedendo. E che ho anche rovinato il fascino del mistero della situazione. In effetti per questo sto cominciando a riflettere sul fatto se forse dovrei oppure no purificarmi da qualunque consiglio e riscrivere tutto a modo mio senza più alcun consiglio o influenza esterna. Mi hanno detto che non sono abbastanza descrittivo, ma i miei pensano che invece lo sia troppo. Lo dico solo per parlare ovviamente. Non per lamentarmi. ;)

    Odiare mi sembra una parola forte, perché non posti qualche frammento e ascolti i consigli degli utenti del forum? :)
     
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    CITAZIONE (Serènity @ 23/2/2020, 19:59) 
    CITAZIONE (l.pallad @ 14/2/2020, 18:15) 
    Sapete, oggi ho parlato con i miei genitori, e loro, quando ho cominciato a leggere quel nuovo prologo che ho scritto lo hanno odiato perché pensavano che avessi rovinato la mia idea originale, perché appunto pensano che abbia solo dato delle spiegazioni noiose e messo cose che non centrano nulla con quello che sta succedendo. E che ho anche rovinato il fascino del mistero della situazione. In effetti per questo sto cominciando a riflettere sul fatto se forse dovrei oppure no purificarmi da qualunque consiglio e riscrivere tutto a modo mio senza più alcun consiglio o influenza esterna. Mi hanno detto che non sono abbastanza descrittivo, ma i miei pensano che invece lo sia troppo. Lo dico solo per parlare ovviamente. Non per lamentarmi. ;)

    Odiare mi sembra una parola forte, perché non posti qualche frammento e ascolti i consigli degli utenti del forum? :)

    Quel prologo l'ho messo qui. https://inchiostrodiverso.forumfree.it/?t=77004693&st=30 E ci sono altri capitoli del mio libro postai nel forum, anche se non li ho ancora aggiornati con la versione più recente. Ammesso che lo abbia fatto.
     
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    CITAZIONE (l.pallad @ 16/12/2019, 19:50) 
    Ormai ho raggiunto la consapevolezza che non riuscirò mai a scrivere bene. :( Mi serve per forza un ghost writer se voglio che il mio libro sia abbastanza per valere qualcosa. Dovrò spenderci soldi per trovarne uno bravo. Ma non ho scelta a quanto pare.

    Come mai pensi che la tecnica non la puoi apprendere con la pratica? Ci vuole solo tanta pazienza e volontà di imparare. Poi certamente studiare quello che uno vorrebbe migliorare. Poi ricorda che più sbagli fai, più imparerai... :) non perdere la speranza e abbi fiducia in te - il tuo futuro è nelle tue mani, sei tu a decidere chi o cosa vuoi essere.
     
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    CITAZIONE (Askar @ 14/2/2020, 20:21) 
    Non posso che accodarmi ai commenti altrui. Tanta lettura, tanta pratica. Io ho impiegato metà della mia vita a imparare a scrivere a un livello rispettabile. Per quanto riguarda il ghost writer... se lo facessi, ti darebbe davvero la stessa soddisfazione sapendo che hai commissionato il lavoro e non lo hai scritto di tuo pugno? Medita su questo, su quanto conta la tua storia per te.

    Io scrivo fiction perché amo farlo. Diventare famoso non fa schifo a nessuno, certo, ma non è per la fama o i soldi che i migliori scrittori fanno quel che fanno. Se scrivere per te è importante sul serio, troverai un modo.


    Ti consiglierei di fare pratica con racconti brevi o al massimo novelle. Il libro "On Writing" di Stephen King contiene un sacco di dritte utili ed è praticamente la mia bibbia, quindi non posso che consigliartelo. :D

    Per quanto riguarda la tua bozza, solo tu sei in grado di giudicare se si può correre ai ripari o se devi fare tabula rasa.

    On Writing l'ho già letto. Nel mio topic di presentazione infatti ho scritto tutti i libri che ho letto per aiutarmi. Ecco qua. https://inchiostrodiverso.forumfree.it/?t=77003812

    CITAZIONE (j.darkblue @ 23/2/2020, 19:14) 
    Non ti scoraggiare. Continua a leggere per imparare dagli altri. Leggi qualunque genere di libro: fantasy, gialli, saggi, poesia, testi scientifici, manuali, narrativa. Le idee migliori non si sa mai da dove possono giungere. Non aver paura di riscrivere dall'inizio se ció ti sembra necessario. Non considerarla una perdita di tempo. Riscrivendo anche il tuo stile migliorerà a poco a poco. Per trovare la propria voce, quella che attraverso le parole sa esprimersi in modo da rendersi unica in mezzo a tante altre, è necessario percorrere una lunga strada in salita, sovente costellata più da insuccessi che da vittorie.

    Di libri ne ho letti tanti nel corso della mia vita. Anzi, ho la casa piena di libri. Ecco qualche foto, anche se vecchia, della mia libreria personale.



    E ne ho comprati e letti altri da allora. :)

    CITAZIONE (Yria Blackwood @ 26/2/2020, 23:45) 
    CITAZIONE (l.pallad @ 16/12/2019, 19:50) 
    Ormai ho raggiunto la consapevolezza che non riuscirò mai a scrivere bene. :( Mi serve per forza un ghost writer se voglio che il mio libro sia abbastanza per valere qualcosa. Dovrò spenderci soldi per trovarne uno bravo. Ma non ho scelta a quanto pare.

    Come mai pensi che la tecnica non la puoi apprendere con la pratica? Ci vuole solo tanta pazienza e volontà di imparare. Poi certamente studiare quello che uno vorrebbe migliorare. Poi ricorda che più sbagli fai, più imparerai... :) non perdere la speranza e abbi fiducia in te - il tuo futuro è nelle tue mani, sei tu a decidere chi o cosa vuoi essere.

    Perché io riesco a scrivere e ad andare avanti solo quando non mi preoccupo e lo faccio in modo spontaneo e naturale, pensando come mi viene viene. Però i beta reader del passato che ho cercato su internet, nel mio modo di scrivere hanno trovato un uovo pieno di peli. Mi hanno fatto sentire uno sbaglio vivente, come se io fossi geneticamente predisposto nello scrivere male se non faccio completamente, totalmente, e unicamente come dicono gli altri e che ogni mia decisione personale è sbagliata, e che solo chi spegne completamente il cervello può apprezzare quello che faccio. E se miglioro succede senza accorgermene, perché mi capita nell'inconscio, e quindi non posso saperlo. E tutte quelle critiche su ogni singola riga che scrivo, e su ogni mia scelta narrativa, e ripetermi di continuo "show don't tell", mi mette in ansia e agitazione, facendomi venire una paura matta di sbagliare, facendomi preoccupare di ogni singola parola che scrivo, e se l'ho scritta nel modo giusto. Infatti, per farvi un esempio, nel prologo di qui https://inchiostrodiverso.forumfree.it/?t=77004693 io non lo volevo descrivere l'ambiente né dire che le creature derubate erano draghi, per creare un po' di mistero, e perché così almeno quando qualcuno ci andrà per la prima volta, il lettore lo scopre insieme a lui. Ma purtroppo tutti mi hanno detto che invece ho sbagliato, e che devo addirittura farlo dettagliatamente. Uno mi ha addirittura detto che dovrei descriverlo come Lovercraft ha descritto Innsmouth. Ed io ci ho anche provato, ma il mio tentativo è stato un fallimento bocciato. Non lo ha trovato abbastanza descrittivo, anche se invece i miei genitori lo hanno trovato troppo. E quando ne ho parlato con un'amica su internet di quello che penso, lei mi ha risposto questo.

    CITAZIONE
    Secondo me tuo padre ha torto a dire che le descrizioni sono inutili, appesantiscono solo e tutto il resto. Io trovo che le descrizioni siano essenziali per far capire al lettore dove si svolge l'azione, come è fatto un personaggio, cosa prova, eccetera eccetera. Tra le tre versioni del prologo nuovo che mi hai mandato, ho preferito di gran lunga la prima. Non perché tu abbia seguito i miei consigli o roba del genere, semplicemente perché a me da lettrice piace sapere cosa cavolo mi devo immaginare e le descrizioni servono a questo. La seconda e terza versione le ho trovate più simili ad una telecronaca delle azioni del tipo incappucciato, senza le descrizioni oltre ad essere tutto più piatto e noiosetto capivo come fosse l'ambiente e cosa stesse succedendo solo perché prima avevo letto la versione con le descrizioni. Un nuovo lettore che legge solo quella rimarrà confuso e non saprà come immaginarsi luoghi e azioni, e se è tutto scritto così non empatizzerà nemmeno coi personaggi.

    Ora ho scritto un nuovo prologo seguendo la mia idea, ma non credo mostrerò più niente a qualcuno.
     
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    Quando scrivi segui il tuo istinto, ascolta i consigli di tutti, ma non credere che siano verità, cerca di prendere quello che per te è più utile da una critica. Alle volte i critici sono meno preparati di chi scrive, si sentono solo in dovere di giudicare, perché il ruolo li fa importanti. Io non mi affideri mai ad un beta reader per i miei lavori, ma farei leggere i miei scritti ad amici e parenti che si intendono di scrittura e tasterei i loro umori. Spesso pubblico frammenti di miei romanzi sul forum per vedere se possono piacere o meno. Comunque non ti scoraggiare.

     
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    Pallad, se hai letto On Writing allora ricorda:
    Prima stesura porta chiusa. Seconda stesura porta aperta.
    Questi cosiddetti "beta reader" sono probabilmente in gran parte imbecilli (specie se sono della stessa risma di "Gamberetta"). Si attengono alle regole come libri stampati (quando si atteggiano a grandi critici) e poi sono i primi a non seguirle (quando sono loro a scrivere).

    Non stare a pensare al giudizio degli altri, le tue energie mentre scrivi dovresti spenderle tutte in una cosa sola: il tuo testo.
    Se proprio vuoi preoccuparti della critica puoi farlo tranquillamente una volta revisionato il testo (da te), facendo leggere qualcosa ad amici o a persone valide come ha detto Ere (come la fauna di questo forum :D).

    I dubbi servono a non montarsi la testa, ma non bisogna diventarne schiavi.
    Mi sembra anzi che tu ne abbia pure troppi, ti serve un'iniezione di autostima. Ecco a te:
    Pensa che persino Paolo Brosio e Barbara D'Urso (e Moccia) hanno pubblicato libri. Se ci sono riusciti loro...
    :D
     
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    CITAZIONE (Erendal @ 8/7/2020, 09:41) 

    Quando scrivi segui il tuo istinto, ascolta i consigli di tutti, ma non credere che siano verità, cerca di prendere quello che per te è più utile da una critica. Alle volte i critici sono meno preparati di chi scrive, si sentono solo in dovere di giudicare, perché il ruolo li fa importanti. Io non mi affideri mai ad un beta reader per i miei lavori, ma farei leggere i miei scritti ad amici e parenti che si intendono di scrittura e tasterei i loro umori. Spesso pubblico frammenti di miei romanzi sul forum per vedere se possono piacere o meno. Comunque non ti scoraggiare.


    Questa in effetti può essere una buona cosa da sentire.

    CITAZIONE (Askar @ 11/7/2020, 00:26) 
    Pallad, se hai letto On Writing allora ricorda:
    Prima stesura porta chiusa. Seconda stesura porta aperta.
    Questi cosiddetti "beta reader" sono probabilmente in gran parte imbecilli (specie se sono della stessa risma di "Gamberetta"). Si attengono alle regole come libri stampati (quando si atteggiano a grandi critici) e poi sono i primi a non seguirle (quando sono loro a scrivere).

    Non stare a pensare al giudizio degli altri, le tue energie mentre scrivi dovresti spenderle tutte in una cosa sola: il tuo testo.
    Se proprio vuoi preoccuparti della critica puoi farlo tranquillamente una volta revisionato il testo (da te), facendo leggere qualcosa ad amici o a persone valide come ha detto Ere (come la fauna di questo forum :D).

    I dubbi servono a non montarsi la testa, ma non bisogna diventarne schiavi.
    Mi sembra anzi che tu ne abbia pure troppi, ti serve un'iniezione di autostima. Ecco a te:
    Pensa che persino Paolo Brosio e Barbara D'Urso (e Moccia) hanno pubblicato libri. Se ci sono riusciti loro...
    :D

    Diciamo che la mia fiducia in me stesso e nel mio libro ha cominciato a calare quando i beta reader a cui l'ho mostrato fuori casa hanno cominciato a demolirlo completamente per poi abbandonarmi. E a parte i miei genitori non ho nessuno in carne ed ossa a cui mostrarlo, visto che ho un amico che non legge molto, ed addirittura è estremamente prevenuto nei cartoni animati a tal punto da considerarli tutti all'unanimità per bambini. Anche se poi riesco a trovarne uno che gli piaccia, non gli fa cambiare idea in generale.

    Poi devo confessare di non sapere se posso compiere scelte audaci oppure no perché sono troppo sensibile. Infatti per esempio, ho mollato la serie TV di Arrrow perché mi ero stufato che ad ogni stagione tutti ce l'avessero con Oliver, lo incolpassero di tutto, gli dicessero sempre che era cattivo, e che in generale nella lotta al crimine non ci fossero mai dei risultati (dato che non mi è piaciuto che nella sesta stagione il cattivo di turno avesse corrotto l'intera forza di polizia a tal punto da usare la stazione stessa di polizia come base per le sue attività criminose (avrei potuto capirlo se fosse successo nelle prime stagioni, ma in una stagione avanzata proprio no, perché allora significa che non stanno andando da nessuna parte)). Anche per i fumetti in generale dei supereroi, non li leggo più di tanto, e leggo solo storie autoconclusive, perché mi sembra ormai che lì, i supereroi si limitino unicamente a limitare i danni ma senza ottenere dei veri risultati. Continuano in effetti a ripetere a parole che non si devono fare certe cose, ma con i fatti indirettamente dicono che si devono fare, dato che in ogni storia in cui si va nel futuro, quel futuro è sempre marcio e corrotto, ed anche se ci mostrano che le gesta degli eroi del passato hanno ispirato gli eroi del futuro a combattere quel marciume e quella corruzione, il semplice fatto che ci sia dimostra che gli eroi del passato hanno fallito dall'impedire che ci fosse quel marciume e quella corruzione. Infatti in Doomsday Clock Ozymandias critica Batman dicendo che lui e gli altri supereroi ignorano i veri problemi del mondo perché sono troppo presi dal mettere i supercriminali in prigioni dalle porte girevoli, ed io non posso fare a meno di dargli ragione. Infatti, nel videogioco Injustice, il superman del mondo parallelo ha fatto quello che ha fatto proprio perché è arrivato alla conclusione che i metodi classici non funzionano. Ed anche se so che aveva torto con il suo comportamento, allo stesso tempo aveva ragione sul fatto che i metodi classici non funzionavano e che bisognava cambiarli (anche se non con quelli nuovi stabiliti da lui). E questo vale sia con i DC che con la Marvel.
    Non ho neanche il coraggio di vedere Bojack Horseman, non perché penso sia brutto, anzi, ho letto cosa accade e mi piacciono certe scelte narrative, ma purtroppo temo di essere troppo debole per reggere certe crudeltà, e se lo vedessi, poi dovrei faticare per togliermi dalla testa certe scene crudeli. Ho mollato anche "the 100" perché non ne potevo più delle malvagità che c'erano lì. In generale mi spaventano le scene di ingiustizie, discriminazione, pregiudizio, razzismo, e bullismo, dove anche degli innocenti vengono accusati ed incolpati di qualcosa che non hanno fatto o di cui non sono responsabili. Oppure dove qualcuno ha commesso un errore involontario e tutti lo odiano comunque. Anche in Ash vs Evil Dead, l'episodio che mi fa più paura è il settimo della terza stagione, ma non per gli squartamenti e gli sbudellamenti. Quello che mi ha terrorizzato è che Ash venisse odiato ed incolpato per le azioni compiute dal suo sosia malvagio
    (infatti sono anche stato contento che il mondo fosse diventato post apocalittico alla fine della serie, perché così so che almeno Ash, non passerà il resto della sua vita a scappare dalle autorità e dalla legge per qualcosa che non ha fatto).
    Anche nel film di Avatar, di James Cameron, mi fa paura la parte in cui Jake rivela la verità a Neytiri, e lei si arrabbia con lui e gli urla "tu non farai mai parte del popolo" per poi cacciarlo via ed intimargli di non tornare più quando lo incolpa anche per la morte del padre e la distruzione dell'albero casa. Quando lo vidi al cinema mi spaventai a tal punto che mi tappai le orecchie fino ad arrossarmele perché non volevo sentire. Ed ogni volta che lo trasmettevano in tv, arrivati a quella parte, mi spaventavo e scappavo finché non era passata. Certo, il film mi è piaciuto e sono felice che si è risolto tutto per il meglio. Ma non riesco a fare a meno di provare paura ogni volta che c'è quella parte. Anche nella serie televisiva di Spartacus, la parte che mi fa più paura è quando Aurelia incolpa ingiustamente Spartacus per la morte di Varro e sprofonda in un odio totale puro ed assoluto nei suoi riguardi. Quando ho rivisto la serie con un mio amico, ho evitato tutte le scene in cui c'era lei che lo faceva, ed il suo comportamento infatti la rende per me il personaggio che odio di più in assoluto di quella serie.

    Non so se lo sapete infatti, ma George RR Martin, quando ha scritto il terzo libro, delle cronache del ghiaccio e del fuoco, quando è arrivato alla scena delle nozze rosse (che io ho visto una sola volta nella vita, e non intendo rivederla di nuovo, anche se la capisco e penso sia stata una scelta corretta), l'ha saltata, ha scritto il resto della storia, e poi, quando ha completato il resto del libro, è tornato indietro, scrivendo quella parte per ultima. E lo ha fatto perché quella scena lo faceva emotivamente soffrire e star male. Ci è rimasto male nel doverlo fare, e quindi lo ha rimandato finché ha potuto, ma poi lo ha fatto perché sapeva che era necessario farlo per il bene della storia. Ed io appunto non so se avrei avuto la stessa forza che ha avuto lui in quella circostanza. Infatti tra i libri che ho letto per aiutarmi, ho letto questo
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    Il libro si divide in tre parti. Nella prima l'autrice esplora le potenzialità terapeutiche della scrittura, prendendo come base le teorie dello psicologo Pennebaker, e sottolinea in particolare il ruolo importante che questa può svolgere per favorire quell'apertura verso l'esterno che è vitale per il superamento dei traumi emotivi, siano essi più o meno gravi. La seconda parte costituisce il nocciolo centrale del libro ed è una vera e propria guida alla scrittura come conoscenza di sé. Qui l'autrice divide il processo in sette fasi ben distinte (preparare, pianificare, germinare, lavorare, approfondire, modellare, ordinare, completare) fornendo per ciascuna particolari indicazioni pratiche e guidando il lettore passo dopo passo durante tutta l'esperienza della scrittura. L'ultima parte offre una panoramica di esempi, tratti dalla letteratura mondiale, di autori per i quali la scrittura è diventata strumento di superamento del dolore attraverso la conoscenza e l'accettazione di sé.
    Perché non so se posso scrivere qualcosa evitando le scene che mi fanno star male, o se invece posso trovare la forza per riuscire a farle quando è necessario farle. In effetti non sono sicuro se alcune cose le faccio accadere perché è giusto che accadano in questo modo o se invece è perché non ho la forza per far accadere altro.
     
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    Cavaliere di Corte

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    Se vuoi essere uno scrittore è tuo preciso dovere imparare a scrivere anche quel tipo di scene.

    Nel mio nuovo romanzo ho dovuto descrivere il sacrificio rituale di un bambino... mi ha fatto sentire sporco ed è stata tutto sommato un'esperienza spiacevole, ma era necessaria per lo sviluppo di uno dei protagonisti, quindi c'è e ci deve essere (serve anche a delineare le divinità di quel mondo e il loro modo di porsi rispetto ai mortali).

    Devi trovare un punto di incontro con la tua sensibilità senza per questo mentire su ciò che succede nella storia. Nel senso che non puoi edulcorare una scena solo perché non ti piace scriverla.
    Il mondo è pieno di schifo e se vuoi dare realismo al tuo devi essere onesto anche (e soprattutto) su questo punto: la natura umana.
     
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328 replies since 16/12/2019, 19:50   4367 views
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