Il sogno di Giuda

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    Entrò nel tempio, con passo lento,
    un uomo solo col proprio tormento.
    Gettò con rabbia, sul pavimento,
    trenta denari in pezzi d’argento.
    Si volsero i volti dei sacerdoti,
    quei volti torvi che gli erano noti:
    dentro quei ghigni vide lo scherno
    di chi sapeva che allora e in eterno
    lui avrebbe avuto un posto all’inferno.

    Corse quell’uomo verso un podere;
    là si fermo, si mise a sedere.
    Là ripensava a quegli anni trascorsi,
    a tutti i rimpianti e a tutti i rimorsi;
    là ripensava che stava finendo
    quel tempo assurdo, glorioso, stupendo;
    là ripensava che mai alcun oblio
    avrebbe celato il gesto d’addio
    d’un bacio donato al Figlio di Dio.

    E fu l’inverno nella primavera,
    e quel mattino fu subito sera.
    Sulla radura un sole rossastro
    spargeva luce fin sul siliquastro.
    Sangue parevano i campi di grano,
    sangue grondava dalla sua mano:
    l’albero allora gli parve chinarsi
    e tra quei rami di fiori cosparsi
    s’arrampicò per poter impiccarsi.

    Là tra le fronde, al cielo vicino,
    l’uomo sognava il perdono divino.
    Con dentro il cuore colpe mortali
    si lanciò in volo senza aver ali.
    La corda al collo truce si tese
    e solo allora infine comprese
    che avrebbe avuto il peccato rimesso
    nella misura in cui egli stesso
    mite perdono avrebbe concesso.

    E la notte ormai discesa
    tutto piano ricoperse:
    una figura appesa
    ed occasioni perse
    cullate dentro il vento
    senza più alcun futuro
    restavano in quel momento
    all’ombra d’un cielo scuro.

    E l’anima terminò la vita
    senza auspicare giustizia
    e si presentò contrita
    al Suo amore ed alla Sua amicizia.
     
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    Può non piacere a Fert per l'uso della rima, ma piace senz'altro a me perché per stile, contenuto e ambientazione sembra una canzone di Fabrizio De André.
     
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    Le rime affondano nei versi e danno enfasi. Ho vissuto il dolore interiore di Giuda con gli occhi.
     
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    A dire il vero, come Fert nemmeno io vado matto per le rime baciate e le uso di rado, a meno che non siano alternate ad altro tipo.
    La metrica mi è sembrata variabile perciò non ci ho capito molto.
    Quanto al contenuto non mi è dispiaciuta, una visione molto romanticizzata di Giuda Iscariota... comunque da non credente non entro nel merito. :laugh:

    CITAZIONE (ikebanacka @ 5/9/2023, 23:49) 
    E fu l’inverno nella primavera,
    e quel mattino fu subito sera.

    Quasimodo? :sciglia:
     
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    A me invece è piaciuta, esprime tutto il tormento di un Giuda disperato che alla fine... Sappiamo com'è finita.
     
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    Sulla rima ha ragone Pecco (:


    Il metro è particolare, doppi quinari ed endecasillabi; avevo fatto una cosa simile nel Signore dei Versi con i deca, però; in ogni caso a me la soluzione ritmica è piaciuta. Seguono poi settenari.

    A livello espressivo mi piace l'alternarsi simmetrico di tempi iterativi e "aoristici", rende molto l'eterno rieccheggiare delle azioni di Giuda (nel JCS Caifa gli dice, con involontaria ironia, "Sarai ricordato per sempre per questo!") e in generale apprezzo molto l'equilibrio tra l'aspetto narrativo della poesia e quello lirico, cosa che non è mai facile.


    Il contenuto è complesso e va ben ponderato.
    Partiamo da ciò che non mi ha convinto:

    CITAZIONE
    Si volsero i volti dei sacerdoti,
    quei volti torvi che gli erano noti:
    dentro quei ghigni vide lo scherno
    di chi sapeva che allora e in eterno
    lui avrebbe avuto un posto all’inferno.

    Ora, è vero che i sacerdoti ritenevano impuro il denaro dato a Giuda in quanto "di sangue", ma dal loro punto di vista Giuda aveva cooperato ad arrestare un sovversivo, per questo trovo il ghigno sì poeticamente antifrastico, ma forse un po' troppo.

    Al di là di questo, il messaggio parte dalla moderna teologia sul ruolo e sul peccato di Giuda: l'Iscariota è un traditore come Pietro, che rinnega Cristo tre volte, ma Pietro non si suicida perché confida comunque nel perdono, Giuda no.
    Giuda tradisce Cristo nel senso non solo umano di consegnarlo ai suoi nemici, ma tradisce anche l'insegnamento di Dio sulla Sua volontà e facoltà di perdonare CHIUNQUE voglia essere perdonato.
    Nella poesia c'è, però, una piccola divergenza da questo pensiero: dapprima Giuda intende il perdono come un pareggio di conti (Là tra le fronde, al cielo vicino, l’uomo sognava il perdono divino) e poi comprende "che avrebbe avuto il peccato rimesso nella misura in cui egli stesso mite perdono avrebbe concesso."

    Le due strofe contrappongono la sorte del corpo e dell'anima di Giuda, quest'ultima contrita e, per puro amore, pronta ad essere assolta; così mi fa intendere la chiusa.

    Rimane il dubbio: Giuda traditore o Giuda collaboratore del disegno divino? Nel dubbio io seguo il precetto del non giudicare per non essere giudicato, non sono nella testa di Giuda, ancor meno sono nella testa di Dio.

    In ogni caso, a bilancio, mi è piaciuto il modo in cui è stato declinato il tema, anche a livello ritmico ed espressivo (musicalmente no (: )
     
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    Un Giuda molto umano.
    E devo dire che ormai, grazie al racconto di Borges, il personaggio di Giuda mi appare il più interessante fra gli apostoli.
     
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    CITAZIONE (Pecco73 @ 6/9/2023, 12:06) 
    Può non piacere a Fert per l'uso della rima, ma piace senz'altro a me perché per stile, contenuto e ambientazione sembra una canzone di Fabrizio De André.

    Pecco, sei sempre un passo avanti! Questa poesia, infatti, si collega a una canzone di De Andrè, "Il sogno di Maria": ho cercato di fare in modo che il testo del mio scritto potesse sovrapporsi, anche secondo ritmo e musica, alle parole che De Andrè canta nella canzone.



    Naturalmente, il fatto di tirare in ballo De Andrè non rileva in nessun modo ai fini del contest: vorrei evitare che la discussioni si sposti dal mio testo alla figura di De Andrè o alle sue canzoni; mi piacerebbe che anche i prossimi commenti siano sui versi scritti da me e non commenti del genere "De Andrè mi piace/non mi piace/è un genio/è sopravvalutato" eccetera.

    Il collegamento alla canzone di De Andrè rappresenta più che altro, per me, una evidenziazione del lato opposto della medaglia, del dark side of the moon. Maria e Giuda come i due vertici estremi dell'umanità: l'una è creatura perfetta e celestiale, l'altro è autore del peccato per antonomasia. Sono le due persone per mezzo delle quali Gesù Cristo "traditus est", cioè "è stato consegnato": Maria lo consegna al mondo permettendo la sua nascita, Giuda lo consegna alla malvagità del mondo consentendo la sua morte.


    Grazie a tutti per i commenti: cercherò man mano di riscontrare i feedback ricevuti!
     
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    Cumulo in un unico commento i miei ringraziamenti a Storm, Askar, Regina d'Autunno, Fert e ArianoGeta per i preziosi riscontri espressi. Mi aspettavo che, considerato il tema religioso, non fossero in molti a considerarlo interessante e ad apprezzarlo, invece mi stupisco positivamente nel vedere diversi commenti positivi. Forse parte della curiosità è dovuta alla figura di Giuda, che è sicuramente complicata e suscita interesse: stiamo parlando di una persona che non è semplicemente un nemico di Gesù Cristo, stiamo parlando piuttosto di una persona che ha vissuto appieno la predicazione di Gesù Cristo, che - come gli altri undici apostoli - ha annunciato il Vangelo compiendo miracoli e scacciando demoni, che godeva comunque di una certa fiducia tra gli apostoli dato che era il detentore della cassa comune, che da Gesù Cristo è stato chiamato "amico" anche nel momento del tradimento. Non c'è da meravigliarsi, quindi, del forte tormento interiore che questo personaggio rappresenta, laddove invece i sacerdoti erano solo preoccupati di mantenere lo status quo terreno, sprezzanti verso qualunque dilemma morale. Quale poi sia stata la sorte di Giuda nell'aldilà, nessuno di noi può saperlo: è già tanto se riusciamo a capirci qualcosa dell'aldiqua, prima che arrivi in un batter d'occhio la sera della nostra vita, citando Quasimodo ben ricordato da Askar.
    Come dicevo nella precedente risposta a Pecco, questa poesia è stata strutturata prendendo a modello una canzone di De Andrè, quindi la scelta della rima baciata è legata alla musicalità di quella canzone, così come pure lo schema metrico, per quanto abbia cercato di renderlo maggiormente ordinato in conformità con un testo di poesia.

    Mi pare del resto che Fert, durante lo scorso turno, avesse affermato che avrebbe provveduto a eliminare dal contest la prossima persona che avrebbe utilizzato la rima baciata, e allora mi è sembrato doveroso consentirgli di realizzare la sua profezia :lol:
     
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    Mi pare del resto che Fert, durante lo scorso turno, avesse affermato che avrebbe provveduto a eliminare dal contest la prossima persona che avrebbe utilizzato la rima baciata, e allora mi è sembrato doveroso consentirgli di realizzare la sua profezia :lol:

    Non intendevo dalla League (:

     
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    CITAZIONE (ikebanacka @ 10/9/2023, 23:41) 
    Cumulo in un unico commento i miei ringraziamenti a Storm, Askar, Regina d'Autunno, Fert e ArianoGeta per i preziosi riscontri espressi. Mi aspettavo che, considerato il tema religioso, non fossero in molti a considerarlo interessante e ad apprezzarlo, invece mi stupisco positivamente nel vedere diversi commenti positivi. Forse parte della curiosità è dovuta alla figura di Giuda, che è sicuramente complicata e suscita interesse: stiamo parlando di una persona che non è semplicemente un nemico di Gesù Cristo, stiamo parlando piuttosto di una persona che ha vissuto appieno la predicazione di Gesù Cristo, che - come gli altri undici apostoli - ha annunciato il Vangelo compiendo miracoli e scacciando demoni, che godeva comunque di una certa fiducia tra gli apostoli dato che era il detentore della cassa comune, che da Gesù Cristo è stato chiamato "amico" anche nel momento del tradimento. Non c'è da meravigliarsi, quindi, del forte tormento interiore che questo personaggio rappresenta, laddove invece i sacerdoti erano solo preoccupati di mantenere lo status quo terreno, sprezzanti verso qualunque dilemma morale. Quale poi sia stata la sorte di Giuda nell'aldilà, nessuno di noi può saperlo: è già tanto se riusciamo a capirci qualcosa dell'aldiqua, prima che arrivi in un batter d'occhio la sera della nostra vita, citando Quasimodo ben ricordato da Askar.

    Senza risultare prolisso, spiego in poche righe il motivo molto prosaico per cui ho sviluppato un leggero interesse per la figura di Giuda Iscariota (pur non essendo credente).
    In poche parole, perché la rivisitazione dell'ormai famigerata figura di Dracula nella trilogia horror di Wes Craven fa risalire le sue origini a molto prima del conte Vlad:
    (spoiler per chi volesse vedere i film in questione)

    In pratica, Dracula era originariamente Giuda Iscariota e tradendo Gesù e impiccandosi, finiva per morire e risorgere come una creatura del male. Da ciò, nonostante Dio stesso lo avrebbe perdonato (anche in quanto suo strumento necessario al sacrificio di Cristo), Giuda/Dracula decide invece di non volere quel perdono e da allora comincia a odiare Dio, perché si sente usato. Da lì si spiegano vari elementi classici dei vampiri: non sopporta croce e acqua santa perché legati a Dio, mentre odia l'argento perché gli ricorda i trenta denari ricevuti per tradire Gesù. Infine, non compare negli specchi perché la sua vista offenderebbe Dio (questa forse è un po' più campata in aria).


    Ho ritenuto che qualcuno potesse trovare interessante il parallelismo. Comunque bella poesia.
    Ora mi taccio. :cappello:
     
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    Mi è piaciuta moltissimo. Giuda per me rappresenta il tutto e il contrario di tutto; il tradimento, ma anche il rimorso e il pentimento. Nel suo caso estremo, ma quanti di noi avranno provato le stesse sensazioni sulle pelle, in tono ovviamente diverso e minore?

     
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  13. Sakura999
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    Spettacolare a dir poco.
    Mi prende sul personale, perché io adoro letteralmente la “Buona Novella” di De André, e questa poesia sembra il perfetto finale, dopo “Il Testamento di Tito” magari. Ci starebbe benissimo.
    Vari elementi ricordano “Il sogno di Maria”, una delle mie preferite se non la mia preferita con “Le Tre Madri”.

    Detto questo … la tua poesia è così splendida perché non hai imitato De André, hai preso un po’ spunto ma alla fine è tutta farina del tuo sacco.
    Si sente la musica, si sente l’atmosfera, sembra quasi di essere lì, di essere Giuda nei suoi ultimi momenti. Si sente la fragranza dei campi, il fresco della sera, ogni cosa. Si sente il cuore di Giuda che batte nel tormento.
    Splendida, assolutamente alla pari di De André, la strofa:
    là ripensava che mai alcun oblio
    avrebbe celato il gesto d’addio
    d’un bacio donato al Figlio di Dio.

    che mi riporta al finale immenso del brano “Le Tre Madri”.
    Poi apprezzo la descrizione delicata e velata degli eventi, lo stesso suicidio è in qualche modo accennato è reso poetico, non esplicito.

    Riassumendo, ho apprezzato moltissimo la poesia in sé, significato e descrizione, il tema (in passato ho fatto approfondimenti sul “Gesù storico” e la “teoria delle visioni”, quindi in generale m’intriga) e il fatto che tu ti sia buttato con un testo così particolare.

    Veramente bravo!
     
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    Bardo

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    La ripresa di De André non può non essere un motivo di confronto: forma e musicalità sono già preconfezionate, mentre hai lavorato sul contenuto, eliminando i riferimenti a Maria e declinando il testo della canzone al tuo scopo, certamente un'azione ingegnosa e difficile. Tuttavia, permane durante la lettura il ritmo cantilenante della canzone e difficilmente riesco a non canticchiarla. E non so se sia un bene o un male: da una parte mi fa sommo piacere, perché le prime liriche erano accompagnate da strumento musicale - è un ritorno alle origini - dall'altra sono un po' stordito, perché avrei preferito che ritmo e musicalità si avessero per giustapposizione di accenti e figure retoriche di suono più che alla fissità del decasillabo ricalcato su un modello già precostituito (spero di essere stato chiaro).
    Anche nel contenuto, a dirla tutta, non riesco a comprendere. Il tema è stato centrato, su questo alcun dubbio, ma la lirica è una mera cronistoria degli ultimi istanti di Giuda. Se c'è da ricercare un messaggio, questo sta nell'esegesi della figura attraverso studi secolari, che hanno tentato di dare un posto al suo gesto. La parte più autentica, invece, è racchiusa nelle ultime due strofe, perché introduci il tuo pdv, immetti dei tuoi giudizi, come "occasioni perse", "senza auspicare giustizia" e l'aggettivo possessivo "suo/sua" con riferimento a Gesù è una vera prelibatezza. Una lirica che mi ha lasciato spiazzato, col giudizio sospeso. Di certo ho preferito altri tuoi lavori.

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    Bardo

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    Secondo me hai fatto un uso adeguato della metrica e delle rime in particolare. Ma ciò che ha colpito maggiormente è il contenuto. Io sono deista ma non disprezzo la letteratura che ha per oggetto temi religiosi, anzi la rispetto e spesso la lodo. Mi ha colpito molto la tua visione romanticizzata di Giuda Iscariota, un personaggio di cui come ha scritto Violett@, molti di noi hanno provato simili sensazioni sulla propria pelle. Credo che ti voterò!
     
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18 replies since 5/9/2023, 22:49   716 views
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