I giovani dicevano che la Fabbrica, con il suo inquinamento, divorava il loro futuro; i vecchi li schernivano, sentenziando che la Fabbrica dava lavoro e permetteva di portare a casa da mangiare. Ma, un giorno, il fumo che usciva dalla ciminiera della Fabbrica assunse la forma di un volto diabolico, e tutti si spaventarono a sentire il fumo scoppiare in una stridula risata. Migliaia di vaporosi tentacoli si dipanarono dalla nube infernale, avvinghiando ogni persona: i catturati furono sollevati in aria e inghiottiti nelle fauci di quella figura demoniaca. Nella città non rimase nessuno, restò solo una spettrale foschia.
È un incrocio tra un soggetto di un film (più mediometraggio che corto o lungo, e infatti lo vedo bene come un film degli anni Venti o Trenta tipo "Metropolis" che tratta temi analoghi) e un racconto orientale a metà tra l'apologo e l'horror, come ben rilevato da Fulci.
Grazie per i commenti! Purtroppo non conosco le opere di Junji Ito, mentre conosco Metropolis di fama pur non avendolo mai visto 😅...Ammetto la mia ignoranza sia in tema manga sia circa il cinema d'antan!
Niente male, ike. Sarà che, da carpenteriano e kinghiano DOC, ho un debole per nebbia e foschia. Il fumo che diventa un volto mi ha fatto pensare all'imperatore Ganishuka del manga Berserk, perché è capace di mutare a quel modo ed è piuttosto inquietante. Sei papabile per il voto, ma vedremo gli altri.
Quoto Kira. Piaciuto molto e ottima l'immagine della fabbrica che diventa personificazione della morte tramite il fumo prodotto dall'uomo stesso che ci lavora e che genera karma. Siamo fautori di ogni cosa, tutto ci è concesso dal libero arbitrio, e molto spesso cediamo al male e all'autodistruzione.
Grazie per i commenti! Giustamente Kira e Flegias hanno colto ed evidenziato la drammatica realtà rappresentata da questo racconto: quella Fabbrica può essere l'ILVA, può essere la SLOI, può essere il mondo intero così come lo stiamo riducendo noi esseri umani. E penso che questo sia più spaventoso di qualsiasi racconto...