Lentezza e Memoria/Velocità e Oblio

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    Questa settimana sta procedendo a razzo? A me non sembra di essere quasi a metà settimana, è scorsa come acqua tra le dita!
    Condividendo sul Paperwall un contenuto, mi sono anche accorto che tra pochi mesi giocheranno i Giochi Olimpici e ho pensato al concetto di velocità, tanto presente in questo evento e a Milan Kundera che scrisse ne "L'insostenibile leggerezza dell'essere":

    CITAZIONE
    C'è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio. Prendiamo una situazione delle più banali: un uomo cammina per la strada. A un tratto cerca di ricordare qualcosa, che però gli sfugge. Allora, istintivamente, rallenta il passo. Chi invece vuole dimenticare un evento penoso appena vissuto accelera inconsapevolmente la sua andatura, come per allontanarsi da qualcosa che sente ancora troppo vicino a sé nel tempo.
    Nella matematica esistenziale questa esperienza assume la forma di due equazioni elementari: il grado di lentezza è direttamente proporzionale all'intensità della memoria; il grado di velocità è direttamente proporzionale all'intensità dell'oblio.



    Viviamo in una realtà frenetica, è indiscutibile, non si fa altro che correre e non solo per attività fisica, per tutto, così si fatica a evocare un ricordo, a tenerlo stretto nella memoria, infine a comprendere. Si fa presto a dimenticare, tanto c'è altro...

    In questo periodo si parla tanto di lentezza, il periodo della quarantena ha sollevato questo tema come mai prima, eppure non credo che in pratica sia così tangibile la messa alla prova.
     
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    Non so esattamente da dove partire, ma in primis vorrei esprimere il mio più totale apprezzamento nei confronti di questo post scritto da te, in quanto nata nel mezzogiorno, quindi amante della chiacchiera anche se non quella vuota, del prendere il caffè con calma seduti, anche banalmente un bicchiere d'acqua, ma da amante anche di queste piattaforme, è proprio perché posso leggere e scrivere con calma che le prediligo, piuttosto che i vari social network, dove tutto è fin troppo "istantaneo" per me.

    Trovo che al giorno d'oggi si miri eccessivamente alla quantità rispetto alla qualità, ed è qualcosa che sta sfuggendo tanto di mano sempre più, questo succede in diversi ambiti e tutto consta perlopiù nella richiesta che viene fatta: pensate al campo alimentare (senza andare nei dettagli), come vengono distribuiti i gruppi nelle palestre/strutture di riabilitazione (grandi masse seguite da un solo operatore), gli stessi social di cui parlavo prima, l'obsolescenza programmata dei vari dispositivi, elettrodomestici e così via...

    Tutto ciò, crea il terreno adatto in realtà per diverse problematiche, patologie, disturbi e sindromi, ma soprattutto a livello umano a mio avviso almeno, non ci si gode la vita, non viviamo nel-il momento, non poniamo la giusta attenzione verso noi stessi e tutto ciò che ci circonda e purtroppo è un circolo vizioso che ci stiamo creando e stiamo alimentando sempre più.

    Il mio consiglio che do anche a me medesima, è quello di tentare per quanto possibile di creare la giusta via di mezzo, ovvero, laddove è possibile prendersela con calma e gustarsi il momento es. un bel tramonto sulla riva del mare in dolce compagnia, una semplice passeggiata sotto i raggi solari di un clima mite d'aprile e così via, e dall'altra quella di stare al passo con la società attuale, perché purtroppo serve per sopravvivere, ma la prima parte per vivere effettivamente.

    Ritengo che, se tutti fossero un po' più elastici e morbidi con le tempistiche e i modi di vivere, riusciremmo a rallentare questi ingranaggi forsennati e riusciremmo un po' tutti a goderci la quotidianità, la quale sembra sfuggirci dalle mani.
     
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    Noi Liguri gestiamo il tempo come il denaro: con parsimonia.

    Viviamo nella via di mezzo descritta da Defector, ma in un’ottica di questo tipo.

    Ci prendiamo i nostri tempi e siamo decisamente meno frenetici dei Milanesi, ma abbiamo anche il concetto del “trabaggio già faeto” per cui accettiamo un po’ di frenesia oggi per avere più calma domani.

    Detto questo, bisogna avere rispetto del tempo altrui: ho espresso in modo colorito (“Benvenuti all’OPA per l’acquisto delle sigarette alla Borsa di Valleggia” o una cosa del genere) le mie doglianze in autogrill perché una ispanica ci metteva 20 minuti a scegliere le sigarette bloccando la fila. La cassiera ha davvero apprezzato e mi ha rivolto uno splendido sorriso.
     
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    Da una porta segreta la trasparenza delle stelle.

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    Grazie Frank per questo spunto di discussione, avevo condiviso quel passo di Kundera qualche tempo fa nel topic delle citazioni. :)
    È un passo che sottende il desiderio, molto spesso inconscio, di fuggire da sé stessi, da ciò che non vogliamo vedere, affrontare, riempiendo la propria vita di frenesia. Ad esempio l'idea della nostra mortalità. Spesso non accettiamo che ci sia una fine, così ci sembra di perdere tempo, di sprecarlo, e lo riempiamo all'inverosimile nel tentativo di sfuggire a determinate consapevolezze, di sfuggire alla paura.
    Questo un altro suo passo in proposito:

    La nostra epoca si abbandona al demone della velocità, ed è per questo motivo che dimentica tanto facilmente se stessa. Ma io preferisco rovesciare questa affermazione: la nostra epoca è ossessionata dal desiderio di dimenticare, ed è per realizzare tale desiderio che si abbandona al demone della velocità.

    La velocità è anche quella che, più in grande, ci impone la società. La velocità è diventata la misura di tutte le cose, lo stare fermi è considerato quasi peccato, così come la noia, il silenzio, e i nostri ritmi naturali ne sono sempre più stravolti. Ci sentiamo in colpa se non abbiamo fatto abbastanza durante il giorno, ci riempiamo la vita di tabelle di marcia per tenere le fila di tutto.
    Siamo pieni di stimoli da ogni parte, così tanto che in realtà non riusciamo ad assaporarne nessuno, perché non abbiamo tempo di legare ad essi il pensiero, la riflessione, l'elaborazione. Non possiamo goderne e viviamo in un presente in un certo senso vuoto. Tutto questo porta a stress e a burnout, ad essere schiavi delle proprie aspettative.
    Bisognerebbe provare ad abbracciare l'idea della nostra fragilità, nutrire il silenzio e i momenti di noia, per essere più consapevoli, per dare alle cose un senso più profondo e per riavvicinarsi al proprio io. Una bella sfida al giorno d'oggi.
     
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    Spunto interessante...
    Quindi io, che da sempre ho un passo sveltissimo, tendo a volermi allontanare dal mio presente? Ha senso, vista la vita di merda che ho vissuto finora. :laugh:
     
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    Infatti è uno spunto, non una verità assoluta, che mi rende anche curioso di sapere se è un comportamento osservabile, non solo righe di inchiostro per affascinare le menti.

    Io mi ci ritrovo perché rallento il passo per ritrovare qualcosa nella mia memoria e, spesso, le passeggiate sono una panacea; ho fatto caso anche al passo più svelto per dimenticare, per esempio dopo una figura magra, svolto non solo per sfuggire alla vista dell'altra persona.

    Approvo molto la risposta di Defector, difatti è chi sta sulle masse che ci vuole a velocità sempre più folli per poter guadagnare un profitto sempre maggiore, soltanto che non veniamo sfruttati brutalmente come nella rivoluzione industriale ma, in breve, obbedendo al sistema di ricompensa.

    Grazie a te, Kira, per l'ulteriore condivisione! "L'insostenibile leggerezza dell'essere" è un romanzo meritevole.
    Mi piace molto anche il tuo pensiero!

    Mi fa specie leggere "Valleggia" adesso che la conosco bene :asd:
     
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    Mi fa specie leggere "Valleggia" adesso che la conosco bene :asd:

    A me fa incredibile che un foresto conosca Valleggia :nascosto: cosa ci fai in quel posto dimenticato da Dio? :solitude:

    Se sei da quelle parti, visita Noli che vale la pena, anche Castelbianco e Zuccarello. L’entroterra savonese è bellissimo. Savona è una merda e chi la abita ancora di più :laugh:
     
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    CITAZIONE (Tulit-Fert-Feret @ 18/4/2024, 19:56) 
    Se sei da quelle parti, visita Noli che vale la pena, anche Castelbianco e Zuccarello. L’entroterra savonese è bellissimo. Savona è una merda e chi la abita ancora di più :laugh:

    Tira aria da derby... :laugh:
     
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    Vogliamo assomigliare alle macchine, avere livelli alti di efficienza. Ma noi non siamo macchine.
    E comunque la noia batte la frenesia, perché stimola la creatività.
     
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8 replies since 17/4/2024, 18:43   132 views
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