Inchiostro diVerso - Forum di scrittori e arte

  1. Askar vs Alan S. - intervista doppia sulla "NARRATIVA"
    [Sotto lo sguardo della Miss]

    By Miss Loryn il 21 Nov. 2022
     
    +6   +1   -1    22 Comments   408 Views
    .

    Sotto lo sguardo della Miss



    MISS_INTERVISTE_0




    INTERVISTA DOPPIA sulla "NARRATIVA", verranno messi a confronto gli stili dei due narratori intervistati (ma non solo).

    PARTECIPANTI:
    Askar, Alan S.




    STILI A CONFRONTO

    1) Qual è il tuo stile? Cosa ti piace di più scrivere? E di meno?

    Askar: Ho impiegato più di vent'anni a raggiungere la maturità stilistica, anche se come ho detto in altra sede non mi sono mai preoccupato della forma fino a qualche anno fa, quando ho pubblicato il romanzo breve d'esordio.
    In primo luogo, affronterei la questione di quella che mi piace definire “la vena autoriale”, e che concerne più strettamente i contenuti e le sovrastrutture del mio pensiero. Tendo a perseguire un realismo graffiante che rifiuta in toto l'infantile visione dualistica della morale, e che punta a raffigurare i propri personaggi come individui con le loro luci e le loro ombre, come accade per le persone reali. Potete considerarla una sorta di guanto di sfida lanciato a Thomas Hardy, che un tempo parlò di “mucchi d'ossa”. In tale contesto approfondisco molto la loro psicologia, la loro etica ed eventuali filosofie di vita, avvalendomi del flusso di coscienza di joyciana memoria (anche se secondo me fu la Woolfe a usare successivamente tale tecnica in modo più estensivo).
    Aborro il lieto fine, e con lieto fine intendo il classico “e tutti vissero felici e contenti”: ciò non significa che tutti i finali debbano essere tragici o pessimistici, ma da ragazzino ho subìto una profonda influenza dai miti classici e dalla tragedia greca, perciò tendo ad avere una predilezione per quell'impostazione, che a mio avviso è la più consona a presentare realisticamente il mondo deviato e malsano in cui viviamo. In tal senso rispetto molto (e condivido) l'impostazione generale scelta da Martin nelle Cronache del ghiaccio e del fuoco. Trovo che anche i finali “positivi” andrebbero sempre mitigati da avvenimenti negativi, così da non proporre una conclusione da fiaba che, nella narrativa moderna, risulta nel migliore dei casi irrealistica e anacronistica, adeguata al massimo ai lettori più giovani. In questo contesto, nei miei contenuti si palesa spesso l'esistenza di valori che assai di rado vediamo nel mondo reale, ma privi dell'idealizzazione cieca che in passato li ha resi poco credibili, per esempio le virtù cavalleresche. Nelle mie storie vi sono in genere questioni etiche e dilemmi morali spesso dirimenti, sui quali il lettore è libero di speculare e anche giudicare, se crede, l'operato dei personaggi. Non pretendo di dare lezioni a nessuno, anche perché ritengo che nelle proprie opere lo scrittore debba essere un fantasma: il mio solo scopo è di stimolare la riflessione e lasciare che la storia si racconti da sé. Naturalmente non tutto ciò che produco contiene dei messaggi o dei temi di “narrativa impegnata”, alcuni brani sono semplicemente volti allo svago e all'intrattenimento (es. Discesa nelle tenebre). I romanzi invece, devono per forza avere delle tematiche importanti e profonde che li sostengano, altrimenti (almeno per me) non vale la pena sobbarcarsi tanto lavoro.
    Concludo con alcune considerazioni dal punto di vista formale. Tendo ad adeguarmi il più possibile al tipo di opera (racconto breve, lungo, novella o romanzo) al quale mi approccio, così come al suo genere specifico. In base alle esigenze di ogni storia, quindi, opero diverse scelte come il PoV, il modo in cui tagliare le scene, il tono (cupo o meno, enfatico o più sbrigativo, ecc.), la gestione dei paragrafi e delle frasi, talvolta perfino la punteggiatura. Quasi tutte queste scelte sono in genere istintive, in rari casi alcune sono più ragionate, pianificate in anticipo e/o valutate in fase di revisione (è stato il caso di L'altopiano di Leng). Per esempio, se l'idea che ho in testa prevede un solo punto di vista e non necessito di spostare l'azione altrove, opto spesso per la prima persona perché è più d'impatto e coinvolgente per il lettore. Come dissi a Ivano in una discussione del forum, è un po' come per un fotografo scegliere un diverso tipo di obiettivo e di filtro per una macchina fotografica, a seconda delle esigenze dello scatto. Nonostante ciò, ho notato con piacere che anche in un turno in anonimato di Racconti sotto la Luna, i lettori più attenti hanno comunque riconosciuto la mia mano, principalmente forse per via degli aspetti contenutistici e/o per le pochissime cifre stilistiche immutabili dei miei lavori (come la gestione dei dialoghi).
    Come gli utenti ormai sapranno scrivo opere molto differenti, ma chiaramente ciò che mi appassiona di più sono il fantasy e in seconda battuta l'horror, che sono i generi con i quali sono cresciuto. Al terzo posto c'è la fantascienza, tuttavia la intendo in una connotazione moderna, in quanto non riesco ad appassionarmi allo stile di Asimov e dei suoi contemporanei, che trovo troppo prolisso e, talvolta, eccessivamente politico. Quelli che proprio non digerisco sono il genere rosa (rischiano di provocarmi un attacco diabetico :laugh:), quello erotico (per me è e resta una sfera personale perché sono un tipo molto riservato) e i gialli (approfondirò il perché in una domanda successiva).

    Alan S.: Cominci con una domanda bella tosta! Sarà meglio prendere un coltellino e dividerla in due parti.
    - Stile: tendo a modificarlo in base alla storia e al tono di quest’ultima, ma potrei definirlo ordinato, privo di grassi aggiunti (cioè acrobazie linguistiche) e un po’ antico. Mi piacciono le incidentali - specialmente quelle fra i trattini, come questa - e devo sempre impormi di non abusarne; amo il punto e virgola, perché trovo che permetta di conferire una cadenza elegante alla lettura, una sorta di musicalità. Ciò che scrivo deve suonarmi bene in testa, come se lo recitassi ad alta voce.
    - Cosa mi piace di più scrivere: commedie, suppongo... ma mi piace scrivere di tutto, purché i personaggi funzionino e purché riesca a iniettare un briciolo di umorismo. L’umorismo è il profumo della vita, per parafrasare quel poeta coi baffi! Ecco, potrei dire che non mi diverte descrivere scene cruente, quindi non sono il candidato ideale al genere horror (a meno che non sia un orrore più sottile e psicologico).

    2) Descrivi lo stile del tuo partner di intervista: cosa ti piace di più? C'è qualche consiglio che vorresti dare?

    Askar: Alan non ha mai fatto mistero di essere un estimatore degli autori americani ottocenteschi (in particolare Mark Twain), perciò ama spesso avere dei “piccoli” protagonisti ed è sicuramente molto bravo nell'entrare nella loro testa, penso per esempio alla fanfiction Newt. Gli aspetti che apprezzo di più sono però quelli che abbiamo in comune: il labor limae, la cura nei dettagli (con eventuali ricerche), la scorrevolezza generale e l'importanza dei dialoghi nella narrativa che, troppo spesso, vengono sottovalutati.
    Da un punto di vista prettamente formale, dato che lui stesso si considera uno scrittore amatoriale, se dovessi vederlo con tale etichetta, direi che è a un passo dal livello professionale. Ho notato in rari casi qualche piccolo scivolone (PoV ballerino e un personaggio un po' troppo sopra le righe per esempio in Col fiato sospeso), ma nel complesso non mi sento di dare consigli. Almeno per quanto riguarda la forma, non credo ne abbia bisogno. E poi, nel corso di quasi tre anni su questo forum, ho cambiato posizione e maturato la stessa idea di McCarthy e di Bukowski in merito al confronto con altri scrittori, perché ognuno di noi è un microcosmo a parte… approfondirò la questione in una domanda successiva.
    L'unico consiglio che mi sento di dargli (ma non è legato alla composizione), è di cercare leggere e commentare di più i brani altrui, perché ritengo che per gli autori più competenti del forum sia in un certo senso un “dovere”. Altrimenti rischiamo di dare l'impressione di star qui su Inchiostro solo per farci pubblicità e metterci in mostra. ^_^

    Alan S.: Mi metti in difficoltà... prima di rispondere, dovrei leggere qualcosa. Nah, scherzo, scherzo. Procedo tentoni, sia chiaro, ma lo descriverei come uno stile rigoroso, scorrevole, più moderno del mio e forse più denso di similitudini e metafore, in parte a causa del tipo di storie che racconta: il fantasy attira similitudini e metafore come il miele le mosche. Mi piace la sua pulizia formale e ammiro la sua mostruosa etica lavorativa (come disse George R.R. Martin a Stephen King: how the f*ck you write so many books so fast?); non mi azzarderei a dare consigli... se non quello di affrontare i pochi generi che non mi risulta abbia mai trattato, come la commedia o l’erotismo, e vedere l’effetto che fa. Io mi sono lanciato nel fantasy serio, ora tocca a lui stupirmi!


    DIECI DOMANDE

    1) Tu? Che tipo di scrittore sei?

    Askar: Il primo aggettivo che mi viene in mente a caldo è: “moderno”, il secondo, “istintivo”. Moderno nel senso che, pur avendo subito le influenze della mitologia greca (durante l'infanzia) e di un autore come Lovecraft (durante l'adolescenza), ritengo che ogni scrittore dovrebbe puntare a sviluppare un proprio stile in linea con i gusti della sua epoca, o addirittura avanguardista (cosa in cui secondo me riescono solo i veri geni). Rifarsi troppo ai vecchi stilemi è un'arma a doppio taglio, perché significa ricevere il plauso e l'interesse dei nostalgici e di chi è amante di cifre stilistiche antiquate, tuttavia la stragrande maggioranza dei lettori moderni ha ormai gusti diversi. Sono obiettivamente meno pazienti, hanno una durata dell'attenzione media più bassa e in genere sono stati influenzati moltissimo da altri media interattivi. Se si vuole abbracciare un vasto pubblico, è qualcosa da prendere in considerazione.
    Siamo nell'era in cui molti lettori fruiscono anche di film, di anime e di videogiochi perciò, portando l'esempio del fantasy, un autore come Terry Brooks, per quanto valido, risulta in un certo senso “antiquato” per un lettore odierno. Io stesso da ragazzino sono sempre rimasto deluso dalle scene di azione di Brooks e talvolta un po' infastidito dalla sua pedanteria descrittiva, mentre trovo molto più moderno e fruibile un Sanderson. Quest'ultimo infatti, pur portando avanti alcuni capisaldi del fantasy, allo stesso tempo si è distaccato dal passato modernizzando in parte il genere. Di conseguenza, direi che anch'io mi situo in quello stesso alveo che cerca di svecchiare la scrittura in generale, purtuttavia senza snobismi di sorta e senza mancare di riconoscere la grandezza e l'importanza dei nostri illustri predecessori in tutta la letteratura. Anche se nel mio caso preferisco parlare, assai più modestamente, di narrativa impegnata… altrimenti significherebbe pormi sullo stesso piano di un Dostoevskij o di uno Shakespeare, e non mi pare il caso di insultarli. :laugh:
    Quanto al mio essere istintivo, scrivo senza seguire schemi, perché per me la scrittura creativa (e nello specifico il narrare) è un'arte e, come tale, soffre se ingabbiata in troppe regole. Potrebbe suonare spocchioso (spero di no), ma per fare un parallelo musicale, Jimi Hendrix non ha mai studiato solfeggio e non sapeva nemmeno leggere un maledetto spartito, eppure ancora oggi è considerato uno dei chitarristi con le palle più grosse di sempre. Analogamente, Stephen King è un autore di incontestabile abilità e di fama mondiale e, pur essendo un professore di inglese, non ha mai menzionato nemmeno per sbaglio lo studio della narratologia come uno strumento imprescindibile per scrivere buone storie. La mia posizione coincide con la sua: può essere utile e interessante conoscerne i rudimenti, ma asserire che tutti si debba conoscerla e applicarla a menadito come il teorema di Pitagora è una posizione che considero a dir poco talebana e settaria. L'arte non è matematica, e c'è da esserne contenti, altrimenti saremmo macchine.
    Esistono certamente persone che non sono istintive come me o King e che necessitano di linee guida, schemi e sovrastrutture, lungi da me negargliele, ma affermare che tutti debbano conformarsi a un unico metodo per essere considerati dei professionisti è un'immane cazzata. Una che soltanto gli accademici che vivono nelle loro torri d'avorio della letteratura e i loro pappagalleschi profeti e seguaci (che purtroppo sono tanti) potevano partorire.

    Alan S.: Uno nato nell’epoca sbagliata, forse, visto che il mio punto di riferimento è la narrativa europea e americana tra Ottocento e primi del Novecento. Sono un po’ esterofilo: non in forma acuta, ma ammetto un interesse speciale per gli USA.
    Sono ossessivo nelle riletture, spietato nell’eliminare il superfluo e provo un amore sviscerato per i dialoghi: mi diverto moltissimo a cucirli addosso ai personaggi, frugando nel baule del lessico per trovare la stoffa adatta a caratterizzarli. Forse in questo c’entra la mia passione per il cinema (ricordo molti film quasi a memoria, soprattutto le commedie brillanti, e spesso devo fare attenzione a non rubacchiare involontariamente qua e là).
    Mi affascinano gli archi narrativi che descrivono la crescita o la redenzione di un personaggio tormentato, imperfetto: trovo sia profondamente liberatorio, per chi scrive e chi legge.
    Le frasi “scrivo per me stesso” o “l’importante è che piaccia a me” sono bandite dal mio repertorio. Ciò che scrivo deve piacere al maggior numero possibile di lettori, altrimenti ai miei occhi diventa un’operazione del tutto sterile. Anche un personaggio ben concepito non è vivo finché non entra nell’immaginazione e nel cuore di almeno un lettore.
    Non do mai per scontato il fatto di essere letto, e ancor meno di ricevere giudizi: quando succede lo trovo quasi miracoloso. Il tempo libero di una persona è merce preziosissima, e cosa puoi dire a qualcuno che lo spende per intrattenersi nelle tue fantasie? Un "grazie" non basterà mai.

    2) Hai un luogo dove preferisci scrivere e cosa ti aiuta maggiormente nel trovare l'ispirazione?

    Askar: La mia stanza, alla scrivania, anche se ai tempi del liceo spesso mi ritagliavo del tempo persino in classe durante le ore di buco… o quelle di matematica. :laugh:
    Come dice il buon King, non importa che si tratti di un fetido seminterrato o di un ricco appartamento in cima a un grattacielo, quel che conta è la capacità di chi scrive di isolarsi e guardare lontano con gli occhi della mente.
    In genere quando mi metto al lavoro non ho bisogno di particolare ispirazione, in quanto divido il processo creativo in due fasi distinte. La prima è il semplice “non fare nulla”, le idee vengono sempre da sole quando vogliono mentre faccio altro; sempre in questa fase le lascio fermentare, aspettando che siano abbastanza mature per affrontarle. Possono essere giorni, settimane, mesi, in alcuni casi persino anni. Ho impiegato quasi dieci anni per decidermi a concretizzare l'idea dietro a Onibatsu, principalmente perché pensavo sempre di trasformarla in un romanzo, un giorno.
    La seconda fase è quella di prima stesura e in questo caso, più che per trovare l'ispirazione ho necessità di mettere su della musica per isolarmi e concentrarmi, l'importante è che mi faccia da scudo e mi separi dal mondo esterno (cioè da tutto ciò che si trova fuori dalla mia scatola cranica). Tanto in ogni caso dopo le prime due tracce smetto persino di sentirla se non nei brevi momenti in cui mi interrompo; in genere la playlist finisce e ricomincia senza che me ne accorga nemmeno, perché con la testa sono del tutto altrove.

    Alan S.: Lavoro (si fa per dire) unicamente al computer della mia scrivania, in una camera da letto tappezzata di librerie che somiglia parecchio a uno studio. Quello è il momento in cui fisso le idee sulla pagina, ma l’ispirazione arriva quasi sempre nei frangenti in cui non scrivo, e in particolare quando sto camminando per fare varie commissioni (non amo guidare) e rimugino su una storia: ho perso il conto di quante idee, e quante soluzioni a blocchi creativi, mi siano arrivate così. La verità, a mio parere, è che la noia è una potentissima alleata di chiunque voglia liberare l’immaginazione, e oggi più che mai è importante ritagliarsi dei momenti di sano isolamento dalle distrazioni della Rete. La noia è valida; la noia è giusta; la noia funziona, la noia chiarifica, penetra e cattura l’essenza del processo creativo.
    Ok, l’ultima frase l’ho un po’ rubata al monologo di Michael Douglas nel film “Wall Street”. Ma ci stava bene.

    3) Hai rituali “propiziatori” che segui?

    Askar: Non sono il tipo e non ne ho mai sentita la necessità, a meno che la musica di cui sopra non si possa definire un rituale. :laugh:
    Per molto tempo la mia unica regola aurea è sempre stata di lavorare a mente fresca al mattino e scrivere almeno duemila parole come King, ma negli ultimi anni, complice una serie di fattori, scivolo sempre più spesso nel dopo pranzo fino al tardo pomeriggio e scrivo molto meno di prima in ogni sessione.
    Lo so, male, molto male. Forse, come ho già accennato altrove, è anche dovuto al fatto che scrivo senza quella rapidità e irruenza giovanile, ma in modo molto più ragionato e metodico, il che però mi semplifica la vita durante le revisioni.

    Alan S.: Solo una macumba che ho imparato in occasione di un viaggio nelle Antille, ma siccome è difficile reperire animali vivi per il sacrificio (e in fondo mi farebbero un po’ pena), mozzo ali e cosce a un galletto Vallespluga. D’accordo Miss, non è vero, ma sai che noia se avessi scritto soltanto “no”? Sto cercando di insaporire l’intervista, altrimenti i lettori potrebbero accorgersi che non sono interessante. Per ora sento che sto andando bene, io dico che se la bevono. Procediamo.

    4) Stili una scaletta prima di scrivere un romanzo o un racconto o vai dove ti porta la storia?

    Askar: Questo farà inorridire tutti i malefici sacerdoti della narratologia, ma nel caso delle opere che vanno dal racconto breve al romanzo breve, la risposta è: assolutamente no. Nel caso dei romanzi lunghi, specie se fantasy, mi limito a disegnare una mappa, a delineare alcuni eventi cardine (che molto spesso non arrivano oltre la metà dell'opera), prendere qualche appunto sui personaggi principali e a lavorare sul world building. Per quanto concerne puramente la storia, navigo del tutto “a vista”, come una nave tra gli iceberg. Esattamente come il mio mentore King, sono in tutto e per tutto uno scrittore istintivo, come detto in una domanda precedente, che è il motivo per cui non faccio mai uso dell'intreccio. Per questo non amo i gialli, perché conoscere tutti i risvolti di una storia in anticipo, per me, è come andare al cinema a vedere un film che conosco già… in un certo senso trovo lo sviluppo di una trama perfino “anticreativo”, anche in questo sono d'accordo con King. Con buona pace di tutti quegli accademici e i loro sostenitori che, leggendo queste righe, si straccerebbero le vesti. Il che non significa che non si possa scrivere un ottimo romanzo seguendo una trama prestabilita, anzi, come lettore riesco anche ad apprezzarli molto: penso per esempio a La zona morta dello stesso King che è una sua eccezione. Ma, da scrittore, semplicemente non voglio farlo perché l'opera perderebbe la sua genuinità (ai miei occhi) e in prima battuta non mi entusiasmerei nello scriverla. Ho la necessità assoluta, per godermi la scrittura, di essere io stesso il primo lettore della mia storia.
    Anche perché se uno scrittore non si appassiona a ciò che scrive, non lo farà nemmeno il lettore, è una legge cosmica e immutabile.

    Alan S.: Non stilo quasi mai una vera e propria scaletta, e il “quasi” si riferisce a un racconto giallo alla Agatha Christie che ho in lavorazione: senza pianificare, sarebbe stato impossibile concepire le modalità del delitto, il movente e i possibili sospetti. D’altra parte, non sono nemmeno un navigatore a vista alla Stephen King: prima di legarmi mani e piedi all’albero della nave voglio conoscerne almeno la rotta, perciò annoto idee sparse e comincio a organizzarle nella mia mente. Il finale è la parte che non corrisponde quasi mai alle mie previsioni: le strade secondarie imboccate lungo il cammino conducono spesso a un punto d’arrivo nuovo e imprevedibile (ed è bellissimo che sia così).

    5) Hai sempre desiderato di fare lo scrittore o c'è stato un momento preciso in cui è scoccata la scintilla?

    Askar: Come ho detto in una precedente intervista, ho cominciato a scrivere da ragazzino, ma lo facevo solo per appagare me stesso. Diciamo che non è stato come un colpo di fulmine, si è trattato più di una graduale presa di coscienza nel corso degli anni. Durante l'infanzia, come tutti immagino, volevo essere tante cose: il poliziotto dopo aver visto Beverly Hills Cop, il meccanico dopo esser montato su una Corvette e l'astronauta dopo aver visto Explorers con Ethan Hawke. :laugh:
    Direi che l'idea di diventare scrittore sul serio ha cominciato a germogliare intorno ai sedici anni, quando la mia professoressa di italiano del terzo anno lesse la mia prima raccolta di racconti e mi disse che avevo talento. Il desiderio e l'intenzione sono rimasti per molti anni in una sorta di limbo pessimistico, principalmente dovuto alla questione editoriale italiana e alla mancanza assoluta di meritocrazia. Insomma, per molto tempo non ci ho creduto molto nemmeno io e, ancora adesso, so che senza un miracolo di qualche tipo rischia di restare soltanto una mera velleità. Il fatto che di recente non sia riuscito a piazzare il mio romanzo tra i primi dieci in un torneo, non ha fatto altro che peggiorare la situazione. In questi frangenti mi domando, come a suo tempo fece Lovecraft, se io sia davvero portato per la scrittura o non mi stia solo illudendo. C'è comunque la possibilità che la discriminazione verso il fantasy (specie quello italiano) abbia giocato un ruolo determinante nell'escludermi dalla rosa dei vincitori, a prescindere dalla qualità intrinseca e oggettiva dell'opera.
    A ogni modo, tecnicamente ho pubblicato un romanzo con un editore, perciò sono già uno scrittore a tutti gli effetti, ma sfondare davvero è tutt'altra cosa.

    Alan S.: Ho sempre desiderato di fare il vignettista o, in generale, il fumettista, e a essere sincero non provavo una grande attrazione per la scrittura (ovviamente il fumetto è per metà scrittura, ma allena perlopiù al discorso diretto); la scintilla per la prosa è scoccata tardissimo, grosso modo cinque anni fa, quando mi è venuto lo sghiribizzo di inventarmi un romanzo che combinasse thriller moderno e dramma all’antica: quel romanzo avrebbe dovuto chiamarsi L’Ultima Isola, e l’ho abbandonato quando ho capito che non sarei mai riuscito a gestire una storia così vasta e complessa. Sono contentissimo della mia decisione, e consiglio a tutti i dilettanti come il sottoscritto di non cadere nella trappola del “grande romanzo d’esordio”: conservatelo in un cassetto, piuttosto, ma fatevi le ossa con racconti brevi e trame semplici! Meglio mordere solo ciò che si riesce a masticare, e abituarsi a terminare ciò che si è iniziato.

    6) Che rapporto hai con il mondo letterario? Esiste ancora un luogo ideale di incontro/scontro tra autori? Il nostro forum per esempio lo è?

    Askar: Quanto alla prima risposta, dipende da come si interpreta la domanda. Se si intende con le opere, sono assai critico, di conseguenza apprezzo molto alcuni classici e ne critico altri senza timore reverenziale, ma cercando di essere sempre obiettivo. Se invece per “mondo letterario” si intendono gli ambienti e coloro che vi gravitano attorno, posso dire che in linea generale ne disprezzo apertamente la visione ottusa e tubolare della letteratura, in particolare della narrativa moderna. Ho accennato a questo in precedenza quando ho parlato della narratologia, ma spesso queste persone tendono a deificare anche alcune tecniche e aspetti stilistici, come lo show don't tell. In linea di massima si dovrebbe essere un po' più elastici, secondo me: Lovecraft è puro tell eppure ancora oggi è considerato uno dei Grandi a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo. Anch'io ho i miei acerrimi nemici, come le forme passive e gli avverbi di modo, ma cerco di non assumere posizioni dogmatiche e il vestire i panni dell'editor mi aiuta a tale scopo, mantenendomi un po' più obiettivo e tollerante verso ciò che stilisticamente non mi piace o ritengo non valido. Il fatto che io stesso cerchi, in linea generale, di applicare lo show don't tell ma che riesca comunque ad apprezzare H.P.L. e talvolta a servirmi del tell è la prova tangibile che è possibile mantenere tale elasticità mentale.
    Ora riprendo la domanda sullo stile di Alan e il motivo per cui non mi sento di dare consigli, che è legato al discorso sul confronto tra autori. Con le esperienze degli ultimi anni, sia qui sul forum che altrove, ho capito che sono pochissimi gli scrittori in grado di fare critica oggettiva senza proiettare le proprie convinzioni sui testi altrui, di fatto vanificando la critica e portandola su una questione più stilistica e soggettiva. Per esempio io non condivido alcuni stilemi che Alan ha ripreso da Twain e dagli autori di quella scuola perché, come dicevo, sono uno scrittore “moderno”, ma si tratta in questo caso di una scelta pertinente allo stile che è criticabile solo in una sfera più soggettiva che oggettiva. Se ci sono dei problemi strutturali o grammaticali in un brano è un conto, allora si può fare critica oggettiva e costruttiva e aiutare l'altro a migliorare, ma la stragrande maggioranza degli scrittori (anche alcuni di quelli che si nascondono dietro una facciata di umiltà) ha spesso un ego ipertrofico. Per questo alcuni si sentono liberi di muovere critiche soggettive facendole passare per oggettive al solo scopo di demolire l'altro, in genere per invidia o altre motivazioni molto poco edificanti e meschine. Per contro però, alla minima critica pertinente che subiscono si inalberano e non fanno mai nemmeno una concessione ai propri detrattori; oppure fingono di accettare la critica e si “vendicano” alla prima occasione utile con commenti al vetriolo su un brano di chi ha mosso loro critiche nel merito. Sono il tipo peggiore di scrittore. Non bisogna però confondere le critiche valide con quelle tendenziose. Se ricevete una di queste ultime, avete la mia benedizione per mandare esplicitamente a fare in culo chi ve la scaglia contro. :laugh:
    Sono quindi giunto alla conclusione che l'aiuto che ci si può dare tra autori sia assai limitato e che possano beneficiare maggiormente di un confronto solo quelli meno esperti, quando si approcciano a chi ha più pratica alle spalle. Quando invece si confrontano scrittori con una certa esperienza, si rischia solo di fomentare una guerra ideologica del tutto futile. Molto più fruttuoso il parere dei semplici lettori, che difficilmente andranno a contestare delle legittime scelte dell'autore. La risposta quindi è che i luoghi in cui confrontarsi sono pochissimi, perlopiù dominano le cattedrali dogmatiche degli accademici (e i corsi a pagamento), che consiglio a chiunque scriva di evitare come la peste, se non vogliono rischiare di farsi indottrinare.
    La cosa migliore è leggere e scrivere tanto e imparare a giudicare con la propria testa ciò che funziona e ciò che non funziona, e al massimo fare tesoro dei consigli oggettivi di autori con più esperienza che parlano con cognizione di causa e senza dogmatismi. In tale contesto, è fondamentale la capacità di ognuno di separare le questioni oggettive dai propri gusti.
    Per quanto riguarda nello specifico Inchiostro, sarò onesto come sempre, perché nella vita è la mia politica. Sicuramente è un buon posto, migliore di tutti quelli che ho visto finora (altrimenti non sarei rimasto :laugh:), ma non è comunque esente da infiltrazioni di questo tipo di persone. Ovunque si crei un luogo di discussione sulla scrittura creativa, ci saranno sempre individui dagli atteggiamenti negativi che rischiano di infangare la figura dello scrittore.
    Un ultimo appunto lo faccio lamentando (chiaramente la colpa non è di nessuno) che purtroppo sul forum c'è molto più interesse per la poesia che non per la prosa; e come in qualsiasi altro luogo, gran parte degli autori di narrativa vuole essere letto ma in pochi si degnano di leggere e commentare i brani altrui, persino all'interno dei vari tornei. Di conseguenza c'è un bisogno disperato di lettori e anche di qualche narratore in più.
    A ogni modo si tratta come ho detto di problemi che si ritrovano un po' ovunque, e non vuole essere una critica diretta al forum o al suo ottimo staff, quanto piuttosto una semplice analisi antropologica ad ampio spettro; nello specifico dei comportamenti di alcuni colleghi, professionisti o esordienti che siano. ^_^

    Alan S.: Inchiostro diVerso è l’unico rapporto che intrattengo col mondo letterario, e sono felicissimo così. Erendal mi ha detto di dire che il nostro forum è... scusate, ha una calligrafia un po’ difficile da... ecco: è “un terreno fertile per coltivare la creatività, un’arena pubblica in cui confrontarsi, un’opportunità per mettere in risalto il proprio talento”. Ma non sottoscrivo queste parole per i dieci euro allegati al messaggio (grazie capo): sono davvero convinto che i forum siano ancora indispensabili ovunque si voglia trattare in maniera intelligente e approfondita un argomento. Sono una reliquia della parte sana di Internet, quella che non mirava a creare dipendenza, abbassare la soglia dell’attenzione e gratificare all’istante per lobotomizzare intere generazioni... che Dio salvaguardi i Forum in eterno! E viva Miss Loryn, Erendal e Kira! (Come dite? Niente bonus? Devo farmi bastare quei dieci? Okay.)

    7) Consigliaci qualcosa scritto da te...

    Askar: Dipende dai gusti, come dicevo mi occupo di un certo numero di generi. Per i fan di Lovecraft, senza dubbio L'altopiano di Leng, per l'horror in generale La Corte delle Illusioni e, se siete lettori pazienti, Il caso L.L.. Per il fantasy, la trilogia del cavaliere d'argento (dark) e Azali (heroic). Per gli amanti del drammatico e post-apocalittico, Lacrime e pioggia. Per la fantascienza la trilogia di 2177. Infine, il mio romanzo breve dark fantasy, edito da Il Terebinto, L'Occhio di Mobius, disponibile su ordinazione in E-book e cartaceo. Vi consiglierei caldamente anche il primo volume della saga a cui sto lavorando, ma purtroppo è ancora inedito, grazie all'editoria italiana.

    Alan S.: Cheee? Pubblicità gratis? Natale è arrivato in anticipo, quest'anno! Ho un consiglio pubblico e uno privato.
    Il consiglio pubblico è “Col Fiato Sospeso”: l’ho scritto per un contest del Paperwall e forse non ha avuto la stessa esposizione di La Notte delle Camelie o di Mister Brown (pubblicità occulta), perciò approfitto dell’opportunità per suggerire ai presenti di dargli una seconda chance!
    Il consiglio privato è un mio romanzo... non presente sul forum. “Ma... Alan!” starete già esclamando, tra il costernato e lo stupefatto: “Dici davvero? Un vero romanzo, un lavoro da più di 200.000 battute, mai pubblicato in rete?”. Ebbene sì, cari amici. Ma a parte le mie solite idiozie, ecco i nudi fatti: s’intitola “Un Metro o Poco Più”, ed è una sorta di commedia romantica con un elemento soprannaturale. Credo sia il mio lavoro più riuscito, e sicuramente è quello a cui sono più affezionato: proprio per questo non ho voluto lasciarlo in balìa del primo che passa su Internet, ma se vi va di leggerlo, potete mandarmi un messaggio privato e riceverete il file in men che non si dica. Ai primi dieci messaggi, una presina da forno Meliconi in omaggio. Chiamate ora! (ma seriamente: scrivetemi. Sono sempre a caccia di pareri).

    8) Quale scrittore o libro ha influenzato la tua scrittura, e se sì perché?

    Askar: I più importanti negli anni sono stati: Stephen King, Terry Brooks, H.P. Lovecraft e Michael Crichton, in ordine cronologico ma in alcuni casi sovrapponendosi. King e H.P.L. non solo mi hanno fatto appassionare al genere horror, ma hanno contribuito ad ampliare in maniera innaturale il mio vocabolario già in giovane età. All'ultimo anno del liceo, la prof. si stupì del fatto che avessi usato il termine “vetusto” in un tema, cosa che io trovavo perfettamente normale; in quegli anni una mia compagna di classe, per scherzare, modificò col programma paint l'immagine del dizionario “Lo Zanichelli” scrivendoci: “Lo Garinei”. :laugh:
    A parte questo, i primi tre sono stati importanti perché mi hanno influenzato stilisticamente e hanno contribuito a insegnarmi, col tempo e tanta fatica, cosa funziona e cosa no dal punto di vista formale. Brooks è stato particolarmente significativo per farmi comprendere che il suo modo di scrivere fantasy era “superato”, o quantomeno non incontrava le mie personali esigenze; ciò mi ha spinto in una direzione diversa, aiutandomi a trovare la mia dimensione.
    Da Crichton ho invece appreso l'importanza della duttilità: imparare ad adeguare ogni singolo aspetto del proprio stile al tipo di opera, e non ho solo fatto mio tale concetto, ma cerco sempre di spingerlo all'estremo. Il mio obiettivo è far sì che ogni opera sia come un'impronta digitale della stessa mano e che, in modo ossimorico, riconduca inequivocabilmente a me ma abbia allo stesso tempo un'identità che la rende diversa dalle altre, non solo nel contenuto ma anche nella forma. Per fare un esempio pratico, basti porre a confronto i primi due racconti della trilogia del cavaliere d'argento con il terzo, oppure L'altopiano di Leng con altri miei racconti horror. Si percepisce che c'è la mia mano dietro, ma allo stesso tempo si ha l'ineffabile sensazione che sia stato scritto da un mio gemello… un po' come Thad Beaumont e George Stark in La metà oscura. Una menzione speciale la debbo anche a Elmore Leonard che, pur esagerando nella sua prosa a dir poco monastica, mi ha aiutato con i dialoghi e mi ha insegnato a tagliare il superfluo (tranne nelle interviste :laugh:).
    Se invece dovessi citare un libro di narrativa in particolare che è stato importante, non saprei trovarne uno, in quanto ogni volume ha la sua lezione o le sue lezioni da impartire. Certamente On Writing è stato un saggio fondamentale per confrontare le convinzioni che avevo sviluppato negli anni con quelle di King; per lungo tempo ha rappresentato un ottimo compagno di viaggio, finché non sono maturato abbastanza da prendere il largo da solo col mio canotto, continuando a crescere come ritenevo più opportuno.
    Anche se non sono propriamente scrittori ma mangaka, una certa influenza l'ho subita anche da Go Nagai, Masami Kurumada e Kentaro Miura. Non a caso, pur avendo letto molto epic fantasy da ragazzo, crescendo l'ho abbandonato in favore del dark e dell'heroic; sottogeneri nei quali spesso inserisco elementi come demoni (nell'accezione negativa del termine), cavalieri, discepoli e maestri e ambientazioni tardo medioevali cupe e oscurantiste.

    Alan S.: Mark Twain, e in particolare Le Avventure di Tom Sawyer. Quel romanzo è il mio punto di riferimento, per tante ragioni: l’eleganza e la semplicità della forma, la sottigliezza dell’umorismo (spesso bonario, a volte perfido), il senso di nostalgia per l’infanzia che sa infondere nel lettore, la tensione palpabile delle parti più rischiose dell'avventura, per nulla edulcorate... ce ne sono troppe da citare, ma sicuramente è il primo romanzo che mi ha fatto pensare “accipicchia, vorrei essere capace di scrivere qualcosa di simile”. Lo penso tuttora, perché Twain è Twain e io non sono un c***o, ma è utile mirare in alto se si vuole migliorare un po’. Ho in cantiere un racconto ambientato su quel Mississippi che Twain conosceva palmo a palmo, e forse coglierò l’occasione per citare qualche piccola curiosità sul signor Theodore Clemens.

    9) Quale tuo personaggio ti piacerebbe essere?

    Askar: Considerato che spesso fanno una brutta fine, forse nessuno. :laugh:
    Posso però dire in quale mi sono sempre identificato. Come ho scritto in una discussione, il nome Askar deriva dal primo prototipo di cavaliere nero che creai a circa quindici anni; nella conclusione del manoscritto finisce per immolarsi, facendo la guardia in eterno al cancello tra il mondo dei demoni e quello umano, perciò non una bella sorte. Non si tratta di becero vittimismo, ma penso all'epoca sia stato il mio modo di processare i traumi e quelle che consideravo ingiustizie subite da parte del mondo.

    Alan S.: In genere affibbio ai miei personaggi una buona quantità di difetti o sventure, quindi non ho mai avuto la tentazione di mettermi nei loro panni: potrei rispondere Brown, il miliardario fascinoso col mondo ai suoi piedi, ma quell’uomo è anche un idiota e un perenne immaturo, e dovrei prendere il pacchetto completo. Be’, considerando che un miliardario idiota può sempre farsi chiamare “eccentrico”, confermerei Brown.
    Se invece dovessi scegliere un personaggio femminile, direi Penelope di La Notte delle Camelie: mi riconosco in certi aspetti della sua adolescenza, e avrei una splendida ragazza come Lydia tutta per me (lo so: gira e rigira, il mio animo maschile viene fuori per forza).

    10) Scrittori si nasce o si diventa?

    Askar: Si nasce e si diventa. Anche in merito a questo aspetto mi trovo d'accordo con King, ovvero che ciascuno nasca con un certo livello di predisposizione (e vale per tutto non solo per la scrittura), che poi va affinato con tanto sudore. I geni sono un caso a parte, ma per noi comuni mortali è così. Io, per esempio, sono nato con la totale assenza di predisposizione per il disegno: al massimo posso disegnare degli uomini stecchino. Bisogna farsene una ragione e concentrarsi su ciò in cui si riesce meglio, possibilmente una cosa sola dato che, di nuovo, possedere un enorme talento multidisciplinare è appannaggio solo dei geni. Penso a qualcuno come Da Vinci.
    Per dirla con True Detective: “Ci vuole una vita a diventare bravi in qualcosa, se ti basta. Bisogna scegliere bene in cosa diventare bravi”.

    Alan S.: Chiunque può diventare scrittore con studio, entusiasmo e forza di volontà, ma a mio parere scrittori veramente bravi si nasce (posto, ovviamente, che si coltivi il proprio talento). Questo vale per qualsiasi disciplina artistica, e dipende da qualità misteriose e innate come il gusto estetico, il senso dell’umorismo o lo spirito d’osservazione: c’è chi ne è provvisto, e chi non lo sarà mai. Il problema è che siamo tutti convinti di possedere le doti sopracitate, e l’unico modo per capire se abbiamo la stoffa per scrivere qualcosa di significativo è lavorare, gettare le proprie opere in pasto alle belve, e vedere che succede.
    Mi preme sottolineare che non mi ritengo né uno scrittore bravo, né uno scrittore: mi accontento di essere un tizio che scrive ogni tanto (e che getta i suoi lavori in pasto alle belve).

    ---

    EXTRA

    1) Scriveresti un racconto a quattro mani con l'altro? Se sì che genere proporresti?

    Askar: Certo, anche se il rischio di scambi di vedute con contatti esplosivi è una concreta eventualità da non sottovalutare. :laugh:
    Pensavo al comico, perché ai tempi del liceo il mio migliore amico era il tipo a cui piaceva fare il buffone, mentre io mi sono sempre preso molto sul serio… di conseguenza penso che, come lo ero per lui, potrei essere una buona spalla per Alan. Magari uno spin-off di Mr. Brown con elementi metanarrativi, oppure un fantasy con un personaggio serioso e uno idiota. :laugh:

    Alan S.: Certo che sì! In realtà avevamo ipotizzato una collaborazione all’inizio di Racconti Sotto la Luna 3, ma avevo già una prenotazione (andata poi a buon fine) e Askar ha scritto il brano con ikebanacka. Insomma, ci siamo andati vicini.
    Se dovessi proporgli un genere, credo sceglierei uno di quelli che predilige, l’horror: metterei Askar al posto di guida, gli chiederei di inventarsi una bella trama interessante e mi godrei il viaggio con il gomito fuori dal finestrino, scrivendo di tanto in tanto. Questione di pigrizia, suppongo! Ma scherzi a parte, sarebbe anche l’occasione di imparare qualcosa in un campo che non esploro quasi mai.

    2) Come si fa un'intervista ad uno scrittore? Io sono stata all'altezza?

    Askar: Non saprei, ma per una non addetta ai lavori penso non te la sia cavata affatto male. :flower:

    Alan S.: Sei stata all’altezza del compito, senz’altro, anche se il sistema del questionario non ti permette di reagire alle risposte e approfondire. In ogni caso, dal modo in cui hai scelto le domande si capisce benissimo che bazzichi nel nostro stesso hobby, e hai messo tanta ottima carne al fuoco!

    Miss Loryn: Una non addetta ai lavori? 🤔

    3) Infine giudicate me in scrittura! ;)

    Askar: Diciamo che sei come quel tipo di alunni un po' altalenanti, che a volte si applicano e spaccano i culi, ma spesso si limitano a fare lo stretto necessario per strappare la sufficienza. Che è poi quello che facevo io al liceo.
    Io ti vedo così. :laugh:

    Alan S.: Askar, comincia tu. Come, “perché”? Non hai visto la frusta? Vedi come la torce fra le dita? Non hai notato la gocciolina di sudore e la venuzza in rilievo sulla tempia? Non hai colto la raggelante minacciosità del tono di voce, che tanto stona con quel sorriso e quell’occhiolino? Qui volano botte, se sbagliamo risposta!
    E va bene, mi faccio avanti io. Direi che hai una prosa che si muove agile, a passo svelto, anche per l’utilizzo delle virgole, che a volte le conferiscono un ritmo precipitoso; eviti lunghe descrizioni, similitudini e metafore, e i tuoi lavori tendono a riflettere il tuo carattere, molto diretto, allergico ai giri di parole. Anche i dialoghi sono spesso telegrafici, puramente utilitaristici, e se ti va un consiglio, credo che potresti usarli per comunicare in maniera più implicita ciò che solitamente affidi alla narrazione (un flusso di pensieri che non nasconde nulla al lettore). Ti immedesimi molto nella protagonista di turno, e non è un caso che la maggior parte dei tuoi racconti sia narrata in prima persona.

    Allora, Miss, come sono andato? Scusa, ma stanno già arrivando le telefonate! La pubblicità funziona!

    Pronto? Buongiorno, qui è Alan S.! Voleva leg... come? Ah. Sì, abbiamo ancora le presine da forno Meliconi. Non... non le interessa anche il romanzo "Un Metro o Poco Più"? Sarebbe in omaggio... con le presine, sì. Davvero? Sicuro? Non è che poi ci ripensa? Capisco. Le mandiamo le presine. No, no, nessun rancore, si figuri. Buongiorno. *clock*

    Miss Loryn: Askar mi hai letto proprio bene tu! ;)

      Share  
     
    .
Comments
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Cavaliere di Corte

    Group
    Inchiostro di tenebra
    Posts
    7,186
    Inchiostro di qualità
    +520
    Location
    Universo non locale (Yuggoth)

    Status
    Offline
    Alan. Miss. :cappello:
     
    Top
    .
  2.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Bardo

    Group
    Inchiostro di tenebra
    Posts
    1,639
    Inchiostro di qualità
    +49

    Status
    Offline

    Devo prendere una giornata di ferie per leggere tutto quanto, ma ci tengo molto a fare i complimenti a Miss, perché questa nuova tipologia di interviste sarà molto appassionante. Intanto ho spezzettato qualcosa di qua e di là. Sia Askar che Alan S. sono veramente bravi e si sente la loro passione per la scrittura.
    La risposta alla domanda numero 6 di Askar è probabilmente la migliore (quella l'ho letta con particolare attenzione).

     
    Top
    .
  3.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Bardo

    Group
    Member
    Posts
    3,138
    Inchiostro di qualità
    +6

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Askar @ 21/11/2022, 10:29) 
    Alan. Miss. :cappello:

    Miss. Askar. :cappello:

    Vedo che abbiamo interpretato alcune domande in maniera molto differente: soprattutto la sesta, "Che rapporto hai con il mondo letterario?". Ho considerato quel "rapporto" come una vera e propria interazione tra me e gli altri scrittori, anche considerando la prosecuzione della domanda, e non come la mia opinione sul mondo letterario in generale. Se ho sbagliato, poco male: non ho nessuna opinione sul mondo letterario contemporaneo, se non quella che ci siano troppi, troppi scrittori che si contendono un mercato non gigantesco, e che spesso il genio degli autori di narrativa si fermi all'invenzione di un titolo che suona bene.

    Accetto la critica di Askar, ha ragione: dovrei leggere e soprattutto commentare di più. Però bisogna dire che la mia risposta successiva si incastra alla sua in maniera fantastica, quasi avessi potuto preparare la gag in anticipo. :laugh:
    E a proposito di commentare, credo ci siano tantissimi spunti di conversazione che meritano di essere trattati... si potrebbe approfittare della serata Discord di venerdì. Tu ci sarai, Askar?
     
    Top
    .
  4.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Cavaliere di Corte

    Group
    Inchiostro di tenebra
    Posts
    7,186
    Inchiostro di qualità
    +520
    Location
    Universo non locale (Yuggoth)

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Mixa @ 21/11/2022, 10:34)

    Devo prendere una giornata di ferie per leggere tutto quanto, ma ci tengo molto a fare i complimenti a Miss, perché questa nuova tipologia di interviste sarà molto appassionante. Intanto ho spezzettato qualcosa di qua e di là. Sia Askar che Alan S. sono veramente bravi e si sente la loro passione per la scrittura.
    La risposta alla domanda numero 6 di Askar è probabilmente la migliore (quella l'ho letta con particolare attenzione).


    :flower:

    CITAZIONE (Alan S. @ 21/11/2022, 12:02)
    Vedo che abbiamo interpretato alcune domande in maniera molto differente: soprattutto la sesta, "Che rapporto hai con il mondo letterario?". Ho considerato quel "rapporto" come una vera e propria interazione tra me e gli altri scrittori, anche considerando la prosecuzione della domanda, e non come la mia opinione sul mondo letterario in generale. Se ho sbagliato, poco male: non ho nessuna opinione sul mondo letterario contemporaneo, se non quella che ci siano troppi, troppi scrittori che si contendono un mercato non gigantesco, e che spesso il genio degli autori di narrativa si fermi all'invenzione di un titolo che suona bene.

    Su quello mi trovi d'accordo. :laugh:
    Quanto alla mia risposta, probabilmente è dovuto al fatto che tendo a leggere su più livelli le domande che mi si pongono, specialmente quelle serie. Quindi penso solo di averla presa molto più alla larga, come mio solito. :laugh:

    CITAZIONE
    Accetto la critica di Askar, ha ragione: dovrei leggere e soprattutto commentare di più. Però bisogna dire che la mia risposta successiva si incastra alla sua in maniera fantastica, quasi avessi potuto preparare la gag in anticipo. :laugh:

    :cinque:

    CITAZIONE
    E a proposito di commentare, credo ci siano tantissimi spunti di conversazione che meritano di essere trattati... si potrebbe approfittare della serata Discord di venerdì. Tu ci sarai, Askar?

    Penso di sì, anche se visto l'insuccesso del torneo col mio romanzo, attualmente mi trovo in un abisso depressivo molto profondo. In caso dovessi esserci, ti toccherà l'ingrato compito di essere l'anima della festa, ma non penso per te sia un problema. :D
     
    Top
    .
  5.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Da una porta segreta la trasparenza delle stelle.

    Group
    Administrator
    Posts
    19,157
    Inchiostro di qualità
    +305

    Status
    Anonymous
    Mi dispiace molto per il tuo romanzo Askar :(
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Cavaliere di Corte

    Group
    Inchiostro di tenebra
    Posts
    7,186
    Inchiostro di qualità
    +520
    Location
    Universo non locale (Yuggoth)

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Kira~ @ 21/11/2022, 12:29) 
    Mi dispiace molto per il tuo romanzo Askar :(

    Grazie, ha cercato di tirarmi su anche Ivano, prima o poi mi passerà... è solo che ci avevo puntato tutto e ammetto di essermi creato qualche aspettativa, pur sapendo quanto fosse sbagliato.


    Stavo rileggendo le risposte di Alan e mi è venuta in mente una precisazione da fargli:

    CITAZIONE
    Mi piace la sua pulizia formale e ammiro la sua mostruosa etica lavorativa (come disse George R.R. Martin a Stephen King: how the f*ck you write so many books so fast?);

    Si tratta solo di avere tanto tempo a disposizione, niente di più. Se lo avessi, pubblicheresti più roba anche tu. :laugh:
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Bardo

    Group
    Member
    Posts
    3,138
    Inchiostro di qualità
    +6

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Askar @ 21/11/2022, 12:14) 
    Penso di sì, anche se visto l'insuccesso del torneo col mio romanzo, attualmente mi trovo in un abisso depressivo molto profondo. In caso dovessi esserci, ti toccherà l'ingrato compito di essere l'anima della festa, ma non penso per te sia un problema. :D

    Non credo di essere mai stato l'anima della festa... nei gruppi mi scatta la timidezza (e infatti nelle serate Discord preferisco partecipare a voce, per aggrapparmi all'ultima coperta di Linus che mi rimane: l'anonimato visivo).
    Capisco la tua delusione e il tuo discorso sulle aspettative: dobbiamo sempre camminare sulla lama del rasoio, tra una produttiva convinzione della bontà dei nostri lavori e un sano realismo nel valutare le nostre possibilità di successo. In ogni caso, anche se per me vale sempre "vox populi vox Dei", dobbiamo anche saper analizzare con serenità le ragioni di un insuccesso: storia sbagliata per quel genere di lettori? Qualcosa non ha semplicemente fatto "click"? A volte è sufficiente per toppare, nonostante la qualità oggettiva di un romanzo. Ecco la fregatura di dedicarsi all'arte, specialmente se si ha velleità di professionismo... non per questo devi sentirti messo in discussione come autore.

    CITAZIONE
    Si tratta solo di avere tanto tempo a disposizione, niente di più. Se lo avessi, pubblicheresti più roba anche tu. :laugh:

    Forse! A volte mi capita di dedicare più tempo al disegno, come nei mesi scorsi, e questo mi penalizza ulteriormente. Però è indubbio che tu abbia più metodo e più regolarità, come dice la pubblicità dell'Activia, mentre io procedo a fiammate d'ispirazione e a calcioni nel sedere (le scadenze dei contest mi aiutano a forzarmi). 🤭
     
    Top
    .
  8.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Elfo

    Group
    Administrator
    Posts
    24,279
    Inchiostro di qualità
    +244
    Location
    Roma

    Status
    Offline

    E' dispiaciuto anche a me constatare la delusione di Askar, quindici/venti anni fa anche io ero animato dalla voglia di fare della scrittura qualcosa di più importante. Quindi so di che delusione si tratta. Askar sei molto bravo, ma purtroppo in questo Paese la meritocrazia difficilmente paga... Ma tu non mollare!
    Io pubblicai con un piccolo editore e ne sono rimasto molto deluso, da allora ho pensato che avrei in futuro affidato i miei lavori solo alla grande editoria, accorgendomi che se non hai un agente letterario che cura i tuoi interessi non ti si fila nessuno. Perciò le mie cose più preziose sono nel cassetto (non pubblicate sul web se non a spezzoni di capitoli per tastare gli umori dei lettori). Oggi è anche più difficile di ieri, e venire pubblicati da piccoli o medi editori non fa la differenza. O si punta al top o si resta "esordienti" a vita.
    Tu hai più talento di me, quindi puoi farcela ad importi... hai dalla tua anche il tempo, cosa che non ho io purtroppo. :(

     
    Top
    .
  9.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Cavaliere di Corte

    Group
    Inchiostro di tenebra
    Posts
    7,186
    Inchiostro di qualità
    +520
    Location
    Universo non locale (Yuggoth)

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Alan S. @ 21/11/2022, 13:33)
    In ogni caso, anche se per me vale sempre "vox populi vox Dei", dobbiamo anche saper analizzare con serenità le ragioni di un insuccesso: storia sbagliata per quel genere di lettori? Qualcosa non ha semplicemente fatto "click"? A volte è sufficiente per toppare, nonostante la qualità oggettiva di un romanzo. Ecco la fregatura di dedicarsi all'arte, specialmente se si ha velleità di professionismo... non per questo devi sentirti messo in discussione come autore.

    Se si fosse trattato dei lettori avresti ragione, ma quello era un concorso anche abbastanza importante, in cui si presuppone che la valutazione (e la nomina dei migliori 10) venga da un comitato serio e che sia oggettivo. Un torneo che si propone esplicitamente di "trovare nuove voci della narrativa". Per questo nell'intervista ho detto che forse è per via del pregiudizio verso il fantasy: con racconti di altri generi, da un'altra giuria ho ricevuto apprezzamenti e risultati importanti.

    CITAZIONE
    Però è indubbio che tu abbia più metodo e più regolarità, come dice la pubblicità dell'Activia, mentre io procedo a fiammate d'ispirazione e a calcioni nel sedere (le scadenze dei contest mi aiutano a forzarmi). 🤭

    Oddio, in realtà questo era vero per il passato, nell'ultimo anno e passa sono diventato molto più pigro e tendo a procrastinare sempre più spesso. Quando però un lavoro lo inizio, mi impongo di non tirare i remi in barca, questo sì.

    CITAZIONE (Erendal @ 21/11/2022, 13:41)
    E' dispiaciuto anche a me constatare la delusione di Askar, quindici/venti anni fa anche io ero animato dalla voglia di fare della scrittura qualcosa di più importante. Quindi so di che delusione si tratta. Askar sei molto bravo, ma purtroppo in questo Paese la meritocrazia difficilmente paga... Ma tu non mollare!

    La tua affermazione vale doppio in ambito artistico...

    CITAZIONE (Erendal @ 21/11/2022, 13:41)
    Oggi è anche più difficile di ieri, e venire pubblicati da piccoli o medi editori non fa la differenza. O si punta al top o si resta "esordienti" a vita.

    Esatto.

    CITAZIONE (Erendal @ 21/11/2022, 13:41)
    Tu hai più talento di me, quindi puoi farcela ad importi... hai dalla tua anche il tempo, cosa che non ho io purtroppo. :(

    Magari... :unsure:
     
    Top
    .
  10.     +4   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Condottiero

    Group
    Member
    Posts
    12,921
    Inchiostro di qualità
    +280

    Status
    Offline
    Ho letto tutta d'un fiato la doppia intervista. Pur diversi mi siete piaciuti entrambi. Askar più professionale, dettagliato, puntiglioso: ormai anche se non lo conosco di persona è come se lo conoscessi. Alan più simpatico (non che Askar sia antipatico, ma Alan è un animatore nato, non a caso fa disegni e fumetti e lo vedrei bene a fare animazione), con quella leggerezza per cui Calvino lo avrebbe amato. Due facce della stessa medaglia: la qualità nella creatività. Meritereste entrambi di avere successo: spero che ciò avvenga, sarei, anzi, sono il vostro primo tifoso.
     
    Top
    .
  11.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Bardo

    Group
    Member
    Posts
    3,138
    Inchiostro di qualità
    +6

    Status
    Offline
    Grazie di cuore Pecco, e cito il famoso muscolo cardiaco perché l'hai messo anche tu in questo commento, e si vede. Il riferimento a Calvino mi fa un grande piacere, e non è da tutti augurare il bene agli altri con tanta sincerità. Da un prosatore... prosit! :birra:
     
    Top
    .
  12.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Da una porta segreta la trasparenza delle stelle.

    Group
    Administrator
    Posts
    19,157
    Inchiostro di qualità
    +305

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    Per questo nell'intervista ho detto che forse è per via del pregiudizio verso il fantasy: con racconti di altri generi, da un'altra giuria ho ricevuto apprezzamenti e risultati importanti.

    È normale ora il tuo stato d'animo. Ma comunque sia, non perdere di vista il tuo obiettivo.
     
    Top
    .
  13.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Cavaliere di Corte

    Group
    Inchiostro di tenebra
    Posts
    7,186
    Inchiostro di qualità
    +520
    Location
    Universo non locale (Yuggoth)

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Pecco73 @ 21/11/2022, 16:57)
    Ho letto tutta d'un fiato la doppia intervista. Pur diversi mi siete piaciuti entrambi. Askar più professionale, dettagliato, puntiglioso: ormai anche se non lo conosco di persona è come se lo conoscessi. Alan più simpatico (non che Askar sia antipatico, ma Alan è un animatore nato, non a caso fa disegni e fumetti e lo vedrei bene a fare animazione), con quella leggerezza per cui Calvino lo avrebbe amato. Due facce della stessa medaglia: la qualità nella creatività. Meritereste entrambi di avere successo: spero che ciò avvenga, sarei, anzi, sono il vostro primo tifoso.

    Grazie Pecco! :)

    CITAZIONE (Kira~ @ 21/11/2022, 18:35)
    CITAZIONE
    Per questo nell'intervista ho detto che forse è per via del pregiudizio verso il fantasy: con racconti di altri generi, da un'altra giuria ho ricevuto apprezzamenti e risultati importanti.

    È normale ora il tuo stato d'animo. Ma comunque sia, non perdere di vista il tuo obiettivo.

    Mai.
     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Da una porta segreta la trasparenza delle stelle.

    Group
    Administrator
    Posts
    19,157
    Inchiostro di qualità
    +305

    Status
    Anonymous
    :super:
     
    Top
    .
22 replies since 21/11/2022, 10:04   408 views
  Share  
.
Top